
Topolino #3304: La crisi dei sali auriferi
Nel complesso un numero sotto la media, questo Topolino #3304, che si regge essenzialmente su una buona qualità dei redazionali e su una decisamente ottima storia d’apertura, La crisi dei sali auriferi.
Alla ricerca del rimedio perduto
Quante volte abbiamo visto Paperone, dopo un momentaneo tracollo finanziario, svenire per poi riprendersi grazie ai preziosi effluvi dei sali auriferi? Un numero che è sicuramente finito, ma al momento non contabile (nel senso che non l’ha contato nessuno, almeno non di mia conoscenza). A volte anche dobloni e carta moneta opportunamente posti sotto le narici hanno permesso a Paperone di riprendersi, ma questa volta Giorgio Fontana ha deciso che l’impresa da compiere è proprio far riprendere dall’ennesimo svenimento il magnate paperopolese. Il problema più importante da risolvere è quello di ripristinare i sali auriferi, che come tutte le cose hanno il vizio di finire.
Con un soggetto decisamente molto originale, Fontana realizza la sua seconda storia consecutiva di chiara ispirazione ciminiana non solo per il tema scelto, ma anche per una serie di dettagli, come la presenza dell’ennesimo gigantesco macchinario paperoniano per attraversare il deserto o il necessario intervento di un popolo di saggi eremiti del suddetto deserto.
Il tutto viene come al solito ottimamente confezionato dal tratto evocativo di Paolo Mottura, che risulta non solo gradevole ma in alcune vignette anche spettacolare indipendentemente dalla grandezza della vignetta.
Sali d’oro per la cura dell’essere umano
La scelta dei sali auriferi come cura contro gli svenimenti può sembrare a prima vista un’ottima trovata coerente con il personaggio di cui si parla, ovvero il più ricco del mondo. Invece è una soluzione clinicamente testata e studiata sin dal 1935(1).
I sali auriferi sono composti chimici dell’oro, che si trova nel posto 79 della tavola periodica, basati sui legami ionici, ovvero dovuti al campo elettromagnetico e al fatto che gli atomi coinvolti sono più ricettivi alla cessione o all’acquisizione di uno o più elettroni negli orbitali esterni.
Ad ogni modo, tornando all’argomento di questo articoletto, l’uso dei sali auriferi era essenzialmente rivolto alla riduzione delle infiammazioni e al rallentamento dell’artrite reumatoide. Presentavano, però, anche una serie di effetti collaterali, un’efficacia limitata e un inizio lento dell’azione curativa. Oltre ai sali auriferi, anche altri composti dell’oro sono stati utilizzati a fini curativi.
Quindi l’idea che Paperone si riprenda da uno svenimento dopo aver annusato i sali auriferi non è così incredibile o campata in aria, sebbene i sali più efficaci contro lo svenimento sono i sali d’ammonio, che al contatto con l’aria liberano l’ammoniaca che stimola l’apparato respiratorio.
Metalli per la salute
Ad ogni modo l’oro non è l’unico metallo con una qualche proprietà sanitaria. Il più noto di tutti è indubbiamente il rame. La sua avventura iniziò nel 1976 a causa di una epidemia di quella malattia oggi nota come legionellosi. Quell’anno in un albergo di Filadelfia un misterioso batterio, insinuatosi all’interno dell’impianto di condizionamento, iniziò a riprodursi e diffondersi tra le camere degli ospiti, che vennero colpiti da una specie di influenza che ebbe anche esiti letali per 34 di loro. E visto che gli ospiti erano quasi tutti reduci dell’American Legion ecco spiegato il nome dell’epidemia.
La tragedia, però, spinse i governi mondiali all’approvazione di leggi per sostituire le vecchie condutture con altre in metallo, in particolare in rame. L’elemento che occupa il posto 29 nella tavola periodica di fatto soffoca batteri, funghi e alghe dall’interno: questi microorganismi assorbono il metallo e devono affrontare un vero e proprio attacco metabolico dagli atomi di rame. E questo è il motivo per cui il rame è molto utilizzato nelle monete di taglio più piccolo e perché le monete stesse sono realizzate in metallo.
Anche altri metalli sembrano mostrare delle proprietà interessanti: ad esempio il gadolinio, metallo appartenente alle terre rare (la tabella appartata rispetto alla struttura principale della tavola periodica), viene utilizzato nei liquidi che vengono fatti ingerire ai pazienti durante la risonanza magnetica poiché il gadolinio, trasportato da quei composti chimici che più facilmente si legano alle cellule cancerose, è fortemente magnetico e quindi permette di evidenziare i tessuti malati. Ovviamente anche il gadolinio, come l’oro, ha degli effetti collaterali, il più noto dei quali è l’irrigidimento dei muscoli. Inoltre risulta di difficile smaltimento, in particolare nei pazienti con problemi renali(2).
Gli effetti collaterali del gadolinio dovrebbero, ad ogni modo, suggerirci di essere sempre cauti e consultarci con un medico ogni volta che decidiamo di assumere una qualsiasi sostanza, anche di origine naturale, visto che anche la “natura” utilizza quella stessa chimica usata nei laboratori di ricerca.
La recensione completa del numero verrà pubblicata domenica su DropSea
- Forestier J (May 1935). Rheumatoid arthritis and its treatment with gold salts – results of six years experience. J Lab Clin Med. 20 (8): 827–840. ↩
- Sam Kean, Il cucchiaino scomparso, Adelphi ↩