
Another brick in the wall
Uno dei corti d’animazione non disneyana cui sono più affezionato è il video musicale di Another Brick In The Wall, Part Two dei Pink Floyd. Estratto da The Wall, concept album uscito il 30 novembre del 1979, nonché undicesimo album in studio della band britannica, presenta una serie di immagini inequivocabilmente di denuncia nei confronti di un certo modo di intendere l’educazione scolastica. La forza della canzone, però, come di tutto l’album, andava ben oltre il suo tema portante e, in un certo senso, poteva essere considerato come un inno alla libertà. Non è un caso, infatti, che il 21 luglio del 1990, meno di un anno dopo la caduta del muro di Berlino, Roger Waters, ex bassista dei Pink Floyd (aveva lasciato il gruppo nel 1985), realizza un mega concerto a Berlino: una esecuzione dal vivo di The Wall.
E in effetti Another brick in the wall, visto il video animato, è perfetta per rappresentare quel 9 novembre di 30 anni fa, quando i berlinesi dell’est si riversarono per le strade andando nei posti di controllo del muro di confine per attraversarlo. Questo atteggiamento, pacifico e pieno di felicità, era stato generato da Günter Schabowski, membro del politburo del Partito Socialista Unitario della Germania e ministro della propaganda della DDR, che in un’intervista al corrispondente dell’ANSA Riccardo Ehrman disse:
Per accontentare i nostri alleati, è stata presa la decisione di aprire i posti di blocco. (…) Se sono stato informato correttamente quest’ordine diventa efficace immediatamente.
Quel giorno, infatti, il partito comunista a capo della DDR aveva deciso che tutti i berlinesi dell’Est avrebbero potuto attraversare il confine e andare a Berlino Ovest. Così Ehrman chiese a Schabowski quando le nuove regole per il passaggio tra le due metà della città sarebbero entrate in vigore. E il ministro, non avendo alcuna indicazione precisa, di fatto diede il via all’esodio dall’Est all’Ovest con la sua intervista: erano le 18:53 del 9 novembre del 1989, e da quel momento in poi le immagini delle persone felici in cima al muro che lo attraversavano per entrare nell’Occidente fecero il giro del mondo, cambiando un altro po’ il corso della storia.
