Dopo mesi di turbolenze che abbiamo ricostruito in questo approfondimento, nella giornata di oggi, 1 dicembre 2025, il Festival di Angoulême è stato ufficialmente annullato.
A darne la notizia ufficiale è stata la stessa 9e Art +, società che organizza il festival dal 2007 e che da molti anni è al centro delle polemiche insieme al suo presidente, Franck Bondoux.
Nella nota legale, come riporta il Charente libre, la società accusa gli enti pubblici che, durante la conferenza stampa del 20 novembre, avrebbero “espresso il rifiuto di pagare i contributi che sanno essere essenziali per l’organizzazione dell’edizione 2026. Questa dichiarazione, infatti, ha inviato un segnale forte e chiaro a tutti i soggetti coinvolti riguardo all’impossibilità di organizzare il Festival, il che ha inevitabilmente portato, nei giorni successivi, a ritiri da parte di molti partecipanti all’evento (espositori, aziende partner, ecc.) che fino a quel momento erano rimasti coinvolti nella speranza che si svolgesse.“
Questa posizione appare in contrasto con i fatti avvenuti in precedenza: l’annuncio di boicottaggio di numerosi artisti e artiste (più di 600), seguito a novembre di quest’anno dalla presa di posizione di diversi editori, erano stati il motore che aveva portato le autorità locali e nazionali a chiedere un passo indietro di 9e Art +. Nella nota si legge anche che la responsabilità di tutto questo “sta nei finanziatori pubblici che hanno costantemente interferito nella gestione di questo evento, che dovrebbe essere privato, con l’intento chiaro di estromettere l’organizzatore di lunga data.”
Un’affermazione che supporta le denunce lette nell’inchiesta di L’Humanitè, in cui si parlava di una deriva sempre più personalistica di un evento che è a tutti gli effetti un festival pubblico gestito, e non posseduto, dai privati.
La situazione, ormai definita per il 2026, lascia però molte problematiche anche per il 2027, anno della scadenza ufficiale della gestione 9e Art +. Franck Bondoux, tramite i suoi avvocati, ha sottolineato che l’organizzazione dell’edizione del prossimo “appartiene legalmente a 9e Art +“, e ha chiesto una “soluzione negoziata” […] per porre le basi per una transizione senza intoppi verso una nuova struttura di gestione del Festival“.
Una strada che però appare in salita, visto che né autori e autrici, né gli editori sembrano intenzionati ad accettare una soluzione di transizione per il prossimo anno, e anche le istituzioni vogliono introdurre una nuova struttura gestionale già dal 2026.