5 fumettisti italiani a Parigi, un documentario li racconta

5 fumettisti italiani a Parigi, un documentario li racconta

5Fumettisti5 è il primo documentario di Gabriele Orsini, girato tra la primavera 2013 e l’inizio del 2014 raccontando le esperienze di Manuele Fior, Piero Macola, Giacomo Nanni, Alessandro Tota, Luigi Critone.

Gabriele Orsini, che oggi vive a Pisa e fa parte della redazione del quotidiano on line pisano paginaQ (nato con il crowdfunding), dopo la laurea si è trasferito a Milano e poi a Parigi, collaborando con diverse redazioni giornalistiche e sviluppando la sua passione per il fumetto. 5Fumettisti5 è il suo primo documentario, girato tra la primavera 2013 e l’inizio del 2014 raccontando le esperienze di Manuele Fior, Piero Macola, Giacomo Nanni, Alessandro Tota, Luigi Critone (ma compaiono anche altri operatori del fumetto, come Igort e Matteo Stefanelli) e pure finanziato con una campagna via Internet. Dopo la prima ufficiale a Parigi, è stato presentato alla scorsa Lucca Comics & Games 2014 e sarà proiettato a Bologna in occasione del pre-festival BilBOlBul martedì 18 novembre al cinema Europa alle ore 20.30, in collaborazione con Kinodromo, con una presentazione di Luca Baldazzi (ufficio stampa Coconino Press) alla presenza del regista, Manuele Fior, Alessandro Tota e Tuono Pettinato (nom de plume di Andrea Paggiaro).

Lo abbiamo incontrato per una prima intervista in anteprima (“Mi fa sempre un po’ strano perché in genere sono io quello che fa le domande…”) per Lo Spazio Bianco5fumettisti5_2.jpg.

Com’è nata l’idea del documentario? forse dopo aver visto Illustratori (2013) ideato da Andrea Chirichelli che poi l’ha diretto conMarco Bassi?
No, Illustratori non c’entra, ho saputo di questo bel progetto dopo aver già cominciato a lavorare sul mio documentario. Quando mi sono trasferito a Parigi, tramite amicizie comuni ho conosciuto alcuni fumettisti italiani che vivono e lavorano lì. Ho cominciato a girare alcune interviste insieme a Enrico Gambaccini, un amico fotografo. Riguardando il girato mi è sembrato di aver raccolto del buon materiale, che poi ho integrato con le immagini dei disegnatori in studio o in libreria per una dedica. L’idea del documentario è venuta dopo, insieme a quella di raccogliere i finanziamenti con un crowdfunding.

Raccontaci com’è stato raccogliere fondi sul web, un’iniziativa in fondo sempre uguale ma sempre diversa…
Il crowdfunding è stato una bella storia. Mi sono fatto dare più di una “dritta” da Massimo Colella, un amico che ha un’agenzia di comunicazione a Parigi e che insieme a Giacomo Nanni ne aveva lanciato con successo uno per una serie animata, Mr Like. Abbiamo scelto la stessa piattaforma, la francese Ulule, ed abbiamo chiesto 4.300 euro. Il minimo che ci serviva per la post produzione, dal montaggio (che è di Gabriele Dente) alle animazioni (alle quali ha lavorato Michele Bernardi), alle musiche (composte e suonate da un amico jazzista emigrato a New York, Francesco Marcocci). Come ci avevano spiegato – perché così succede di solito – la raccolta è partita forte, grazie anche all’attenzione che ci hanno rivolto i media specializzati e non. Abbiamo sognato, anche perché con Ulule non ci sono tetti alla raccolta: teoricamente potevamo portare a casa anche cifre alte. Poi in realtà siamo arrivati “al pelo”, come si dice in gergo tecnico (ride), ma è stata comunque una grande soddisfazione!

E quale criterio hai seguito nello scegliere gli autori? amicizia, contatti lavorativi, connessioni dirette, voglia di indagare e denunciare gli “estri all’estero”, per citare l’Annuario del Fumetto pubblicato da Fumo di China?
La scelta è venuta conoscendo gli autori e seguendo le indicazioni che venivano dalle interviste. I 5 fumettisti di cui parlo sono prima di tutto un gruppo di amici, poi sono colleghi. Si confrontano molto fra di loro e questo influenza in qualche modo il loro lavoro. Anche se fanno cose molto diverse tra di loro, hanno un approccio comune al disegno, oltre che a un certo modo di concepire le forme. Io, queste cose, le ho scoperte lavorando al documentario, all’inizio non sapevo che avrei scoperto una scena.

Se autori come Olimpia Zagnoli raccontano di aver scritto al New York Times e aver subito ricevuto per lo meno una risposta alle loro proposte professionali, come mai questi 5 illustratori hanno proprio voluto o dovuto trasferirsi fisicamente oltralpe?
I nostri 5 protagonisti hanno scelto di trasferirsi a Parigi perché è il paradiso del fumetto e di tutto quello che ci ruota attorno. La bande dessinée in Francia è molto più presente nella cultura e la capitale è il posto dove succedono le cose. Per nessuno dei fumettisti che ho intervistato vale il discorso dell’emigrante per necessità, si sono tutti trasferiti per “andare a cercare” il fumetto. Frequentano mostre e conoscono altri disegnatori, c’è molta più attenzione per il loro lavoro e le occasioni di collaborazione sono di più e meglio pagate.

Che cosa possiamo imparare da come in Francia valorizzano i loro talenti e, che cosa portano gli autori italiani, secondo la tua esperienza?
Non so se è questione di valorizzare i talenti… sicuramente c’è molta più attenzione in generale nei confronti degli autori. Gli italiani in Francia hanno portato una maniera diversa di fare i fumetti, riprendendo ad esempio tecniche tradizionali ormai abbandonate (o mai utilizzate) nel mercato francese: l’acquerello, la tempera, il colore diretto… Un modo di lavorare che porta via un sacco di tempo e che spesso non si adatta al meglio al sistema produttivo delle case editrici francesi che fanno fumetti.

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Quale sono stati per ora le prime reazioni del pubblico? ti è successo qualche episodio curioso?
Fino ad adesso le reazioni sono state positive, sia a Parigi, dove abbiamo fatto un presentazione piuttosto intima ai Récollets, la residenza per studenti e ricercatori che ospita Luigi Critone e che ha ospitato Manuele Fior e Giacomo Nanni, sia all’Arsenale di Lucca Comics poche settimane fa. A Lucca alla fine della proiezione ho parlato con una persona che lavora per Feltrinelli, il quale mi ha detto di essere rimasto colpito dalla scarsa lungimiranza della casa editrice, che – come racconta lo stesso Igort nel documentario – dopo l’interessamento iniziale non ha mai pubblicato quelli che poi sarebbero diventati i libri della Coconino Press…

Hai intenzione di portare avanti la tua ricerca con altri documentari? uscirà anche il dvd con altro materiale? Hai già iniziato a lavorare su qualcos’altro?
Sicuramente voglio continuare con i documentari, non so però se sarà un altro lavoro sul fumetto. Per adesso ho ancora delle idee molto vaghe. Il dvd c’è già, è una delle ricompense per chi ha contribuito con almeno 25 euro al crowdfunding e sarà in vendita a 15 euro anche a BilBOlBul, dove sarò proprio martedì 18 per la presentazione al Kinodromo insieme a Fior, Tota e Tuono Pettinato.

Per saperne di più qui un paio di teaser, usciti nel corso della campagna di finanziamento.

5fumettisti5
da un’idea di Gabriele Orsini
riprese: Enrico Gambaccini, Alessandro Ambroggi, Amparo Vargas Medina, Giacomo Bartolini, Gabriele Dente
montaggio: Gabriele Dente
Music Produced by MOKA
Scott Flynn – Trombones
Joel E. Mateo – Percussions
Marzio Fulfaro – Mixing & Editing, Engeneer, Arrangement
Francesco Marcocci – Hohner Basset 2, Composition, Arrangement
Audio Mix: Giulio Zillo Benetti

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