Quello dell’1/2 ottobre 2005 è stato il primo 24hic italiano organizzato da Lo Spazio Bianco, grazie alla lungimirante collaborazione della Scuola del Fumetto di via Savona, alla preziosa sponsorizzazione della Coop Lombardia e alla collaborazione di Amnesty International.

Per 24 ore, 20 autori hanno accettato di farsi rinchiudere dentro la Scuola del Fumetto di via Savona a Milano, dove idee, disegni e fatica hanno potuto rimbalzare liberamente, senza perdersi.

Quanti ricordi di quelle 24 ore, a girare tra i tavole osservando ognuno da solo a disegnare a modo suo, eppure in gruppo a chiacchierare e scherzare, a scambiarsi una battuta o un’opinione. Di Giandomenico, Toffolo e Gerasi in un angolo, qualcuno col walkman, zitto a lavorare da solo. Ponticelli, Di Modica, Raffaele e Buscaglia sullo stesso tavolo, impegnati in 4 storie così diverse tra loro eppure nate nello stesso momento. Qualcuno sembrava che non stesse facendo niente, solo un gran casino: Rosenzweig, sveglio come un grillo alle 7 della mattina dopo aver riso tutta la notte con chiunque, che veniva da noi a dirci le sue impressioni su qualche lavoro; vedi Panella, che alle 4 del mattino sghignazzava con Cajelli, sigaretta in bocca, birra finita, occhi in lacrime dalle risate. E Recchioni e Bertelé di fianco, come Leomacs divertiti ed esterrefatti e poi di nuovo concentrati.

Foto pres3

Oppure il compianto Castelli che, mentre disegnava le vignette più esilaranti dell’Omino Bufo, restava serio come se stesse scrivendo la lista della spesa. Noi eravamo lì dietro e ghignavamo sentendoci un po’ cretini, vista la seria concentrazione di Castelli: forse non abbiamo capito? Forse non ha capito lui quanto faccia ridere? E abbiamo avuto la stessa sensazione sbirciando il lavoro di Cajelli o di Giacon, solo per citarne alcuni. È stato bello vedere chi allora era una “giovane leva” come Matteo Cremona unirsi alla sfida, seduto di fianco a due rappresentanti illustri del fumetto italiano come Alfredo Castelli ed Enea Riboldi. Tito Faraci, divertito dall’atmosfera scherzosa, ha levato le tende durante la notte e si è ripresentato riposato il mattino seguente a chiudere la sua storia.
Riccardo Burchielli ha chiuso l’evento alle 14.36 del 2 ottobre, accolto da un applauso soddisfatto e liberatorio del pubblico e degli autori presenti, riuniti intorno a lui o seduti sui tavoli della Scuola. Infine, ma non per ultimo, il ricordo di un altro autore che purtroppo ci manca molto, Akab, che ha completato le sue tavole a casa, dopo qualche ora di meritato riposo, avvalendosi della “variante Eastman” – ovvero non fermarsi alla ventiquattresima ora, ma continuare fino alla ventiquattresima pagina.

È difficile oggi rivivere e ricordare tutte le emozioni, i suoni, gli schiamazzi, i ricordi, i commenti, gli schizzi, i disegni, l’alta e bassa filosofia che hanno riempito i locali della Scuola e le nostre orecchie, i nostri occhi e i nostri cuori 20 anni fa. Il tempo passa e confonde tutto. Eravamo giovani e forse incoscienti: Alberto Casiraghi, Ilaria Mauric, Guglielmo Nigro, Davide Occhicone, Michele Quitadamo ed io (sperando di non aver dimenticato nessuno) giravamo per i tavoli e non ci sembrava vero di aver dato vita a tanta bellezza. Senza dimenticare di ringraziare Andrea Plazzi e Giuseppe Calzonari, direttore della Scuola del Fumetto di Milano. E Loredana Banfi, autrice del logo.

Conferenza stampa
Conferenza stampa al Quark con Guglielmo, Ponticelli e Rosenzweig

Questa è un’occasione per rivivere quei giorni, quel fermento artistico e ludico. Da anni le storie di quella prima 24 ore non erano più visibili. Oggi, recuperando tutte le scansioni ufficiali, le riproponiamo ai nostri lettori. Un appuntamento in due parti in cui pubblicheremo accanto alle storie già presenti tra queste pagine, ma ricaricate in migliore risoluzione, tutti e venti i fumetti della prima 24 ore. Un piccolo regalo di Natale per voi, per noi.

Album dei ricordi

Ovviamente, dedichiamo questa raccolta a tre grandi che non ci sono più: Alfredo Castelli, Enea Riboldi e Akab. È stato un onore immenso.

(Tutte le storie sono state pubblicate)

Storie

Il ratto – Riccardo Burchielli

21 Dicembre 2025
Dopo un inizio in cui Riccardo Burchielli curava ogni tavola con neri e grigi profondi e intensi, di fronte all'incedere delle ore dovette ricorrere a un segno sempre più rapido, ma portando alla fine a casa il risultato.

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