Spiega Neil Gaiman, parlando di Vite brevi:
“Fino a questo momento mi ero tenuto aperte delle vie di uscita alternative, nel caso avessi cambiato idea; ed anche qui, Sogno ha la possibilità di tornare indietro; ma, dopo l’incontro con Destino, tutto è ormai stabilito e nelle pagine del libro di Destino girate dal vento vediamo un Sogno vestito di bianco“.
Piccole cose

Le cose cambiano

Per Sogno responsabilità indica un insieme di doveri, una Legge da seguire: gli Eterni hanno un ruolo e lo devono svolgere, perché questa è la loro natura. Nell’adempiere al proprio dovere, essi trovano il senso della loro esistenza e la loro essenza più profonda: questa forse non è necessità, ma è certo per Morfeo l’unica scelta sensata. Per Distruzione invece, gli Eterni scelgono ogni giorno di adempiere ai doveri del ruolo e quindi ogni giorno assumono su di sé la responsabilità degli atti che afferiscono al proprio regno. Gli Eterni, questo il suo argomento, non sono necessari allo svolgersi degli eventi: gli esseri viventi continuerebbero a sognare, bramare, impazzire, disperare senza di loro. Non per niente, gli esseri viventi continuano a distruggersi anche dopo che lui ha abbandonato il suo regno. Quindi, ecco l’affondo, il punto critico: accettare di restare significa accettare la responsabilità morale di quegli eventi. Distruzione non ha il potere né di evitare né di amministrare l’orrore che fa capo al suo regno: di che cosa mai è signore, se può solo essere spettatore? Per questo ha abbandonato: non per vigliaccheria, ma perché si rifiuta di essere complice di ciò che accade nel suo regno. La sua posizione potrebbe riassumersi nel motto: “Non nel mio nome“.
Tuttavia, Distruzione non si fa semplicemente da parte, in modo da essere sostituito (“Passare il tuo ruolo?” gli propone Sogno. “Cosa? E mettere qualcun altro negli stessi pasticci?“), ma mantiene i simboli del potere e così crea, o almeno intende creare, un vuoto nell’ordine delle cose: forse l’abdicazione implica la morte? Distruzione ha certo abbastanza brama di vivere per rifiutare la propria! O un tipo di cambiamento che anch’egli ha paura di affrontare? O forse Distruzione non si accontenta di un mero atto passivo e intende inceppare il meccanismo profondo del Cosmo? In questo caso, il suo atto sarebbe il classico sasso nell’ingranaggio: gli esseri viventi continueranno a distruggere, ma qualcosa dovrà pure essere cambiato nell’ordine delle cose; altrimenti, Distruzione lo ha certo pensato ed è un pensiero simmetrico rispetto a quello di Sogno, che senso avrebbero gli Eterni? È un’ipotesi allettante, quella del sabotaggio, consistente con l’idea che parte integrante di Distruzione sia il principio del Cambiamento, poiché distruggere comporta sempre la transizione a qualcosa di diverso.
Distruzione matura la propria scelta in piena temperie illuminista: il mondo occidentale entra in un periodo di stravolgimenti, dove ogni fondazione del pensiero, della cultura, del potere, della religione viene esaminata e riformulata criticamente. Soprattutto, si afferma un’idea nuova di umanità, a cui partecipano nuove categorie di diritti e doveri e responsabilità. Tutto sembra possibile, anche che l’umanità intera (non solo un ristretto insieme di potenti) possa prendere il proprio destino nelle proprie mani. È l’invenzione della libertà e dell’eguaglianza, di un nuovo mondo.
Quale è la libertà degli Eterni?

Distruzione mira a un nuovo ordine? Cerca a tentoni un modo per turbare gli equilibri e le norme in vigore? Chissà: Gaiman non fornisce indizi al riguardo, esattamente come per il biglietto di Delirio.
Di chi è la tua vita?
Vale la pena notare che la vicenda di Distruzione ha molti punti in comune con quella di Lucifero che abbandona l’Inferno, raccontata ne La Stagione delle Nebbie: lì Lucifero sottolinea di essere un mero custode di luoghi, per niente responsabile degli atti che hanno condannato gli esseri che lì si trovano. Di più: non sarebbe nemmeno in grado di evitare la fuga dei dannati, se quelli volessero veramente andarsene: quegli esseri hanno vissuto in piena libertà la propria vita e vivono in piena libertà presso di lui, liberi di andarsene in ogni momento. Hanno commesso il male in piena autonomia, e per scelta restano all’Inferno. L’Inferno esiste perché qualcuno sceglie il Male; nessuno sceglie il Male perch è posseduto; allo stesso modo, Distruzione esiste perché la distruzione è uno dei principi base dell’universo, non viceversa. Detto altrimenti: né Distruzione né Lucifero sono amministratori delegati di una ditta che per vendere i propri prodotti induce dei bisogni negli individui. Gli esseri viventi sono padroni delle proprie vite, responsabili del mondo che hanno costruito e che accettano. Forse l’unico aspetto su cui non hanno alcun controllo è la durata della propria esistenza: di quella, tutto ciò che può dirsi sta nel dialogo fra Bernie Capax, schiacciato da un blocco di cemento, e Death: “Comunque mi è andata bene, vero? Voglio dire, Quindicimila anni? Abbastanza bene, no? Ho vissuto un bel po’!“. “Hai vissuto quanto gli altri. Una vita intera“. Questa frase di Death offre uno dei punti di vista privilegiati sulla saga di Sandman, poiché in questo arco narrativo Gaiman ci fa capire che quello che vale per Bernie Capax vale anche per gli Eterni (e sarà poi vero che Death è un’eccezione?).
Niente è per sempre
Le cose cambiano ancora“, dice Distruzione, “l’unica differenza è che non c’è nessuno a dirigerle. Non dipende più da me, ma da loro […] Non è mia responsabilità. Né colpa mia“. Brevi Vite ci conferma anche questo: gli Eterni sono materializzazione di princìpi universali, ma non li determinano; e, proprio in quanto manifestazioni, non sono, permettetemi il gioco di parole, eterni: ci sarà sempre un Sogno, un Desiderio, eccetera, ma non saranno necessariamente sempre le stesse entità. Anzi, le cose sono addirittura più complicate: Delirio fu Delizia e ci fu un’altra Disperazione.
Gli Eterni non sono immuni al cambiamento: Sogno si ostina a non riconoscere quelli del proprio spirito, ma noi lo vediamo trasformarsi: avventura dopo avventura, incontro dopo incontro. Ricordate? ne “Il suono delle sue ali” Death lo invitò a crescere, cioè a cambiare la visione di se stesso e del suo rapporto con il mondo e con gli esseri che lo abitano. E l’am icizia con Hob Gadling, coltivata nel corso dei secoli è certo più di un vezzo e di una scommessa. Di fatto, Sogno è fra gli Eterni quello che più profondamente interagisce con l’animo degli esseri viventi, perché il suo regno copre tutti gli aspetti della vita, mentre gli altri membri della famiglia sembrano occuparsi solo di specifiche manifestazioni della vita stessa. (“Ed io che cosa rappresento?“, chiede Sogno “La realtà, probabilmente“, risponde Distruzione). E Sogno, a quel che sappiamo unico fra gli Eterni, è anche genitore, il ruolo più radicato alla caducità della vita, poiché implica la caducità dell’individuo (in effetti, tecnicamente anche Desiderio lo è, ma non ne vive né patisce alcun aspetto [NdA: grazie a Riccardo per la precisazione])

Mentre i racconti brevi della saga hanno una resa variabile, gli archi narrativi lunghi mostrano una qualità crescente; così, Brevi Vite è una storia solida, avvincente e curata in ogni dettaglio. Centrata sugli Eterni, con allusioni intriganti sul loro passato e sulle loro relazioni, è tassello imprescindibile nella costruzione di un immaginario ormai totalmente svincolato dal mondo DC.
Abbiamo parlato di:
Vite Brevi
Neil Gaiman, Jill Thompson, Vince Locke, Dany Vozzo
copertine di Dave Mckean
traduzione di Pasquale Ruggiero, Francesco Cinquemani
Magic Press, 1996
252 pagine, brossurato, colori


Bellissimo articolo. Solo un appunto: in realtà anche Desiderio sarebbe genitore avendo messo incinta Unity Kincaid durante il suo lungo sonno.
Ciao Riccardo,
giusta osservazione, che fra l’altro segna un’ulteriore aspetto di Desiderio con grandi potenzialità narrative. Non ho sottomano il riferimento, ma Gaiman stesso affermò che inizialmente era in dubbio se raccontare la vicenda degli Eterni dal punto di vista di Morfeo o da quello di Desiderio. E Overture, effettivamente, valorizza proprio quello che nella serie originaria rischiava di essere rubricato semplicemente come “il cattivo”.