Rileggendo Sandman: Preludi e notturni

Rileggendo Sandman: Preludi e notturni

La saga di The Sandman di Neil Gaiman è una pietra miliare del fumetto. Rileggiamo insieme "Preludi e Notturni", le storie da cui tutto è iniziato.

Karen Berger, editor di The Sandman presso la DC Comics, scrive nella prefazione al volume Magic Press:

Il successo di Sandman non ha mai risposto alle mie aspettative iniziali […] non mi sarei mai aspettata che Sandman divenisse il fumetto di culto che è poi diventato.”1

La seconda metà degli anni ’80 del secolo scorso fu un periodo ricco di eventi importanti per la DC: Crisis on Infinite Earths intendeva fare un po’ di ordine nel caos accumulatosi in quasi mezzo secolo di proliferazione di testate in osservanza alla famigerata continuity, croce e delizia di fan, autori ed editori. Evento editoriale di per sé, lo si può anche considerare uno strumento di riorganizzazione in onore alle parole d’ordine aziendali di ottimizzazione e sinergia, che da quel decennio ci accompagnano nella vita quotidiana.
Ma i titoli più famosi di quegli anni editati dalla DC sono verosimilmente Il ritorno del cavaliere oscuro di Frank Miller (1986) ed una manciata di titoli a firma Alan Moore: Swamp Thing (1984), Watchmen (1986), Batman: the killing joke (1988). Va subito sottolineato che tutti questi titoli sono proposti come opere di mainstream, indirizzate cioé al tipico lettore DC: introducono nuovi modi di raccontare, ambiguità, una nuova visione del mondo, ma non abbandonano i lettori storici bensì tentano di definire un linguaggio tramite il quale esprimere e far partecipare il lettore della complessità del mondo, soprattutto del rapporto fra individui, potere e responsabilità.

Il Sandman di Gaiman vede la luce nel 1988: si muove quindi in un atmosfera ricca di fermenti ed ha a disposizione un pubblico che sta imparando un nuovo linguaggio, che forse è più disposto che in precedenza ad esplorare novità. O forse è finalmente l’editoria dei grandi numeri che, di fronte alla crisi di vendite (dovute a esaurimento delle vecchie risorse narrative? all’assuefazione dei lettori? al mancato adeguamento ad un nuovo e diverso gusto?), è costretta a dare spazio alle novità, accettando il rischio.

Terminato l’impegno “Black Orchid“, Berger e Gaiman si accordano per un nuovo lavoro, che abbia come protagonista un componente dell’universo DC Comics. Neil Gaiman racconta2 che Berger gli bocciò tutti i nomi, finché ella stessa non ripescò quello di Sandman. Personaggio creato da Gartner Fox e Bert Christman, Sandman era apparso nel 1939, rilevato nel 1941 da Joe Simon e Jack Kirby ed infine aggregato nel 1966 alla Justice League of America, con occasionali participazioni.
Era l’alter ego del normalissimo Wesley Dodds che, in assenza di superpoteri, combatteva utilizzando una pistola a gas in grado di stordire gli avversari e far loro dire la verità. Vista l’arma, la maschera antigas che gli proteggeva il volto era una copertura obbligata (la segretezza dell’identità di Dodds non sarebbe durata molto, suppongo).

Gaiman disse di essere attratto “dall’idea di un personaggio che vivesse nei sogni, che non avesse esistenza oggettiva3. Insomma, il personaggio di Sandman era disponibile, un po’ come una camera d’albergo in bassa stagione, con la condizione di “dimenticare il vecchio, farne uno del tutto nuovo“.4

Quindi lo scenario non è quello di adeguamento al presente di un personaggio un po’ frusto, datato ed ormai posizionato ai margini del mondo DC e della memoria dei lettori; non è un’operazione tipo Elseworlds5 o, sul versante Marvel, Ultimate6.
Ecco quindi che Neil Gaiman creò Sogno (Dream).

APPRENDISTATO DI UN PERSONAGGIO

I primi episodi della saga testimoniano questa duplicità: nuovo stile e richiamo alla tradizione DC. Vale la pena sottolineare, tuttavia, che Gaiman aggancia anche la nuova generazione di personaggi: in Dream a Little Dream of Me, infatti, il deuteragonista è quel Constantine creato pochi anni prima da Alan Moore in Swamp Thing.

Ora, una tradizione è definita da una serie di storie ed intrecci che diventano patrimonio comune (in questo caso, dei lettori DC); per diventare patrimonio comune devono essere tramandate e ricorrere in varie occasioni: Gaiman offre il suo contributo, utilizzando un vecchio personaggio nel suo nuovo mondo narrativo.
Così facendo, da un lato rafforza il personaggio di Constantine perché gli offre una nuova storia a cui partecipare, dall’altro rafforza il proprio mondo perché lo mette in comunicazione con un mondo narrativo più maturo ed in corso di affermazione.
Fra l’altro, la presenza di Constantine è certamente più significativa di quella della JLA in Passengers, che viene liquidata in poche tavole, interessante solo per i fan, e che ricorda un po’ le lapidi commemorative dei soggiorni di personaggi celebri in luoghi improbabili.

Le storie di Preludi e Notturni compongono quindi una sorta di esplorazione: Gaiman sfrutta l’invito alla novità ma maneggia con molta cautela ambientazione e trame.

Con tutto questo, il racconto di esordio, Sleep of the Just è immediatamente esemplare del metodo dell’autore inglese: Sogno è sicuramente il motore della vicenda, ma quasi un motore invisibile. Qui lo vediamo invocato ed immediatamente imprigionato, segregato dal mondo. Nella sua prigione, ripiegato su se stesso come un feto, aspetta. Che sia l’unica strategia possibile o la migliore, perché Sogno può aspettare per un tempo indefinito mentre gli uomini, nel tempo, fatalmente commettono errori, poco importa.

Il fatto è che Gaiman coglie l’occasione per raccontarci non la storia del protagonista ma un la storia di tutto ciò che ruota attorno a lui: associazioni spiritistiche e potere, ambizioni, sofferenze ed anche persone casualmente coinvolte nella trama principale. Questo tipo di personaggi sarà intanto il vero protagonista di 24 Hours, certo l’episodio più febbrile di questo primo ciclo, e costituisce una risorsa che Gaiman utilizzerà spesso in futuro.

I primi sette episodi di Preludi e Notturni, con tutti i loro pregi e difetti, compongono una storia autonoma, finita: sono il racconto di una ricerca, con una conclusione. The sound of her wings, la storia che chiude il primo ciclo, è qualcosa di totalmente diverso.
Intanto, e soprattutto, è un gioiello di oreficieria narrativa: leggerezza ed intensità, commedia e tragedia sono intrecciate in un flusso che scorre senza ostacoli, con una naturalezza tale da far pensare sia nata compiuta. Ma è anche la messa in scena dello stato di avanzamento del progetto Sandman, soprattutto del timore di aver raggiunto un punto morto.

Fino a quel momento […] avevo un compito, uno scopo da raggiungere… e d’un tratto l’avevo raggiunto. Mi sono sentito svuotato“, dice Sogno, ma lo immaginiamo facilmente come stato d’animo di Gaiman stesso. Infine è la chiusura della porta su un mondo, quello della tipica testata con storie per conoscitori dell’universo di riferimento (in ambito nipponico si direbbe “storie di otaku per otaku”). La svolta è esplicita: chiusa la porta su quel mondo definito, si tratta di inoltrarsi in territori ignoti. Death strapazza il fratello:

“Sei l’esempio più stupido, egocentrico e spaventoso di personficazone antropomorfa che abbia mai visto […] un esemplare adolescenziale, ppuerile e patetico. Ti piangi addosso perché il tuo giochino è finito e non hai le… palle per cercartene uno nuovo”.

Insomma, se i primi sette episodi indicano che Gaiman (e la casa editrice) non intendono rinunciare alla platea dei fan DC, l’ultimo indica che nemmeno intendono limitarsi ad essa: sette storie sono servite per catturarla, con questa lascia il porto e le terre note, per avventurarsi in un altrove da esplorare.

Le esplorazioni di nuovi scenari sono imprese non solo avventurose, ma cariche di tensione, sia che ad esse arrida il successo sia che finiscano frustrate dall’indifferenza del mondo. Queste tensioni si scaricano sul gruppo di lavoro e ne rendono la gestione un’attività assolutamente critica. Vero in tutti i campi nel caso di un team composto di forti individualità, ognuna cioé in grado e desiderosa di contribuire attivamente all’impresa, accade che le energie si manifestino non solo come fiorire di idee e proposte ma anche come disarmonie e potenziali linee di rottura.

Nel gruppo che iniziò a lavorare su Sandman queste disarmonie si manifestarono ben presto: dopo cinque episodi, Sam Kieth abbandonò. Le scarne dichiarazioni dei protagonisti al riguardo sembrano indicare che Kieth non riuscisse a trovare spazio per fornire propri contributi specifici alla caratterizzazione grafica della serie e che si sia rapidamente disamorato del progetto. Con il sesto episodio (24 Hours), Mike Dringenberg assume il ruolo di disegnatore.

Mentre Dave McKean contribuirà con le sue copertine fino al termine della serie, vari altri disegnatori si avvicenderanno nel tentativo di dare forma e fattezze a Sogno ed al suo mondo. Al di là della loro bravura e della efficacia delle loro interpretazioni, senza volere in alcun modo svalutare il loro ruolo (sarebbe paradossale, dal momento che The Sandman è un fumetto!) merita sottolineare che il successo della serie, in particolare i numerosi riconoscimenti che le pioveranno addosso, scaturirà sostanzialmente dalla scrittura di Gaiman.
Ma tutto questo, al tempo dell’uscita dei primi numeri, era ancora al di là da venire.

Abbiamo parlato di:
Preludi e Notturni (Sandman Library vol. 1)
Neil Gaiman, AA.VV.
Panini Comics, 2020
240 pagine, cartonato, colori – 21,00 €
ISBN: 9788828731085

Riferimenti:
Neil Gaiman, sito ufficiale: www.neilgaiman.com
The Sandman Wiki: sandman.wikia.com
Sandman su UBC Fumetti: www.ubcfumetti.com/enciclopedia/sandman
Pagina di it.arti.fumetti on line su Sandman: www.iafol.org/schede/sandman/sandman_a.html
ComicBookDb, vastissimo database sui comics statunitensi: comicbookdb.com
Neil Gaiman Mania, in italiano: www.neilgaimania.it
Sandman Annotations di Morrow e Goldfarb, curate da Hildebrandt: www.arschkrebs.de/sandman/annotations
Signifying in Comic Books: Neil Gaiman’s The Sandman di Michael Niederhausen, parte della tesi per il titolo di M.A. in letteratura inglese: www.holycow.com/dreaming/academia/signifying-in-comic-books-neil-gaimans-the-sandman#more-1017


  1. Preludi e Notturni, Introduzione, Karen Berger. 

  2. Preludi e Notturni. Postfazione, Neil Gaiman. 

  3. Intervista a Neil Gaiman, Alex Amado (www.maths.tcd.ie/~afarrell/things/interview.html).  

  4. Intervista a Neil Gaiman, Alex Amado – cit.  

  5. Il primo titolo della serie Elseworlds è “Gotham by Gaslight” di Augustyn e Mignola (1989). In effetti, siamo nello stesso anno di pubblicazione di Sandman. 

  6. I titoli Ultimate Marvel iniziano ad uscire nel 2000, con Ultimate Spider-Man.). È piuttosto versare nuovo vino in una vecchia botticella o, in grossolani termini di marketing, l’evoluzione di un brand. Da una parte, il nome The Sandman richiama la storia della DC, seppur quella minore; dall’altro, niente di ciò che era legato a quel nome viene salvato o recuperato. Gaiman proporrà un’intersezione delle vicende di Dodds e del suo nuovo personaggio, ma sarà poco più che un loro casuale trovarsi in una stesso luogo, senza alcun impatto sulle rispettive vicende ((“Sandman Midnight Theatre” #1, Gaiman e Wagner (1995). A questo punto, Sandman è al suo ultimo arco narrativo: La Veglia. 

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