La Warner e il film su Harley Quinn
La notizia più interessante della settimana appena trascorsa è stato l’annuncio di una pellicola in lavorazione su Harley Quinn, che vedrà coinvolta l’attrice Margot Robbie non solo in veste di protagonista, ma anche come produttrice.
Questa svolta da parte della Warner Bros, apre interessanti scenari per la major, soprattutto dati dal fatto che il progetto su Harley, il cui esordio cinematografico avverrà nell’atteso Suicide Squad, vedrà la presenza al proprio interno di altre eroine DC Comics (le indiscrezioni puntano il dito su Bat-Girl e le Birds of Prey) dando alla Warner la possibilità di avere dalla sua un asso nella manica che i Marvel Studios al momento non possiedono: film con protagonisti personaggi femminili.
A ricordarlo sono stati due articoli pubblicati da Forbes e The Hollywood Reporter i quali giungono entrambi alla stessa conclusione, ovvero che il film sulla folle e simpatica criminale interpretata dalla Robbie potrebbe rivelarsi difatti come l’arma segreta della major, che al momento è l’unica a sfruttare appieno l’elemento femminile, con l’uscita di Wonder Woman fissata per il giugno del prossimo anno, mentre per quanto concerne i Marvel Studios dovremo attendere il 2019 per vedere il primo film Marvel con una supereroina, Captain Marvel.
Questo elemento assume una valenza maggiore se si pensa che il film su Harley Quinn, stando a quanto riportato nei giorni scorsi, ha visto un forte interessamento da parte della sua protagonista e produttrice, la quale ha fatto valere l’influenza acquisita nell’ultimo anno alla Warner con la partecipazione a progetti come Focus e The Legend of Tarzan, suggerendo direttamente ai dirigenti della major anche il nome di una sceneggiatrice per realizzare la pellicola.
Non è una novità che la Warner da qualche tempo stia puntando maggiormente sui personaggi femminili facenti parte delle properties DC Comics. Il lancio nei mesi scorsi di DC SuperHero Girls, una linea di giochi, prodotti e cortometraggi animati che vedono al centro figure come la stessa Harley Quinn, Bat-Girl, Poison Ivy, Katana e molte altre sottolineano l’importanza che per i dirigenti della major rivestono non solo queste eroine e criminali in costume, ma anche una fetta di pubblico sulla quale non viene mai prestata la massima attenzione.
È quasi una contraddizione in termini il fatto che i Marvel Studios, che negli anni hanno introdotto nei propri film eroine dal forte impatto come la Vedova Nera interpretata da Scarlett Johansson, maturata completamente grazie alla caratterizzazione fornita nei due capitoli di Capitan America, in questo frangente siano ancora in grave ritardo. Nelle ultime settimane il presidente di produzione Kevin Feige ha sottolineato come sia nei piani della Marvel realizzare un film “standalone” con protagonista la bella e letale Natasha Romanoff, che però potrebbe vedere la luce solo dopo il 2019, mentre è di pochi giorni fa la rivelazione del regista Shane Black che l’idea di un villain principale donna per Iron Man 3 era stata scartata perché non sarebbe stato lucrativo per il settore del merchandise.
Un problema che alla Warner semplicemente non si pongono. Il personaggio di Harley Quinn ha dimostrato negli anni di aver acquisito una potente base di appassionati tramite le sue apparizioni prima nei cartoni animati e in seguito entrando di diritto nell’universo a fumetti DC, riuscendo a conquistare anche il mercato delle action figures e dei gadget. Per molti versi, la sua è una storia non dissimile da quella di un altro personaggio che recentemente ha conquistato il box office: Deadpool.
Come per la pellicola targata Fox sul folle mercenario Marvel, anche il progetto su Harley Quinn potrebbe sfruttare gli stessi elementi come la potenziale anarchia insita nel personaggio e il suo ritratto perennemente in bilico tra eroismo e anti-eroismo. Con la scelta dei giorni scorsi della Warner di riorganizzare i film DC Comics fornendo una maggiore indipendenza ai propri registi, il film con la Robbie potrebbe acquisire una vera e propria boccata di ossigeno da questo fattore, ripercuotendosi in maniera positiva sul resto dei film del DC Universe cinematografico. Bisognerà vedere se la major riuscirà a sfruttare appieno questa nuova energia e soprattutto un personaggio che, potenzialmente, potrebbe davvero rivelarsi come uno dei migliori nella lunga sfida sul grande schermo tra Marvel e DC.
X-Men: Apocalisse
Intervistato nei giorni scorsi da Variety, il direttore della fotografia Newton Thomas Sigel ha avuto modo di parlare del suo lavoro in X-Men: Apocalisse e in altri tre film sui mutanti Marvel, ripercorrendo l’evoluzione del franchise fin dal primo capitolo.
La prima cosa da ricordare è che non c’era materiale precedente con cui fare delle comparazioni. C’erano, ovviamente, i vecchi film di “Superman” e cose del genere, ma i film di fumetti come genere erano qualcosa di nuovo. Bryan [Singer ndr] non era un appassionato di fumetti da bambino. È stato condotto da loro… Ma ciò che è stato interessante è che Bryan ha portato la sensibilità e la narrazione di un regista moderno. Penso che abbia portato a un nuovo modo di pensare come fare un fumetto. E in particolare perché l’estetica di Bryan segue molto il realismo e la logica del mondo reale, nel senso che ha voluto capire perché qualcosa stava accadendo. Così abbiamo iniziato con un certo grado di stilizzazione ma la traduzione iniziale era che sarebbe dovuto essere un mondo credibile o reale.
Un altro tipo di decisione importante che Bryan ha preso nel realizzare il primo capitolo, e probabilmente aveva molto a che fare con il lato economico, ad essere onesti, come ha fatto con l’estetica, era che, mentre il tutto è stato concepito per essere una sorta di racconto futuristico, è stato concepito per essere in realtà qualcosa che non fosse futuristico in maniera fantascientifica. Era più radicato nella realtà.
Sigel ha poi parlato di quella che per lui è stata la sfida principale nel nuovo capitolo, da pochi giorni nelle sale italiane e in procinto di uscire in quelle USA.
“Apocalisse”, dei quattro che abbiamo fatto, è probabilmente quella che gioca di più con i colori. È una grande storia che va dagli Stati Uniti alla Polonia alla Germania fino in Egitto, così abbiamo scelto alcuni colori che parlavano a questi diversi ambienti da una parte e anche dei colori che fossero una sorta di codifica per il pubblico in termini di dove eravamo e di cosa stava succedendo. Per gli Stati Uniti è una tavolozza relativamente neutrale, e in Polonia, dove Erik Lehnsherr vive, si passa attraverso una serie di colori che mostrano un aspetto caldo e romantico della nuova vita che [Magneto] ha realizzato per se stesso, poi dei colori freddi e duri quando egli va incontro a una tragedia personale. La Germania l’abbiamo evidenziata di verde per dare una sorta di sensazione un po’ acerba e scomoda dell’Europa orientale in quel periodo. E quando finiamo nella di base di Stryker, questi ha avuto un elemento che è un elemento simile al verde, che si collega alla nuova ondata di terrore che bolliva contro i mutanti nella parte tedesca della storia. E poi, alla fine del film ci troviamo al Cairo nel bel mezzo di un rudere, e il Cairo assume una qualità molto calda e color oro. Quindi c’era una sorta di codifica a colori in “Apocalisse”, probabilmente più di qualsiasi altro film degli “X-Men”.
Red Turtle
Al Festival di Cannes Sony Pictures Classics ha annunciato di aver acquistato tutti i diritti per la distribuzione in Nord America e in America Latina del film di Michael Dudok de Wit The Red Turtle, che è stato presentato in anteprima nella sezione Un Certain Regard.
La pellicola di animazione, che al suo interno non presenta dialoghi ed è incentrata su un naufrago su un isola tropicale abitata da tartarughem granchi e uccelli, è prodotta da Wild Bunch e Studio Ghibli in associazione con Why Not Productions, e si tratta della prima co-produzione internazionale per lo studio giapponese.
The Walking Dead
Il network AMC ha annunciato nei giorni scorsi una collaborazione con Topps per il lancio di un set di card digitali e non basate sulle serie tv The Walking Dead e sullo spin-off Fear The Walking Dead.
L’applicazione digitale Topps, The Walking Dead: Card Trader è ora disponibile su App Store e Google Play e sarà caratterizzata da nuove versioni di schede digitali che coprono l’intera storia della serie.
Il set di carte non digitali, The Walking Dead: Complete Fifth Season, racconterà la storia della quinta stagione dello show e sarà caratterizzata da due mazzi per scatola, tra cui card autografate dal cast, disegni e altro ancora.
La nuova serie sarà disponibile nel mese di ottobre con una nuova raccolta, The Walking Dead: Survival Box, che sarà diffusa nel mese di dicembre.