Ritorna nelle librerie Otto Gabos e ritorna con una storia a puntate di cui ancora non si conosce la durata. In un periodo di mini e maxi serie a lunghezza fissa Gabos decide di percorrere la via contraria: partire dalla storia e farsene trascinare finché ci sarà qualcosa da scrivere. Ovviamente al momento di mandare in stampa questo primo volume un’idea di durata esiste e, a suo dire, le uscite potrebbero essere 4 o 5.
Ma le particolarità di questo fumetto non finiscono qui. Come ci fa notare l’autore nell’introduzione si tratta di un’opera fortemente voluta, studiata per anni e più volte rivista e ridisegnata. Una storia sofferta dunque, anche più di altre, che ha molti spunti che arrivano direttamente dall’autobiografia dell’artista: il trasferimento in Usa, l’attesa del figlio e chissà cos’altro.
La storia parte quindi con un viaggio, un cambiamento, ed è proprio questo l’argomento su cui si snoda il volume: il cambiamento come parte fondamentale della vita, ma anche la paura di esso e l’insicurezza che scaturisce da tale sentimento. È così che vediamo il nostro protagonista sull’aereo che cambierà per sempre la sua esistenza a fianco della donna che sta per renderlo padre; ed eccolo ad interrogarsi su quanto sia disposto ad accettare queste novità mentre assistiamo all’insorgere dei propri dubbi. In questo turbine di sensazioni e paure si dipana una trama in cui non sembra accadere molto. La lettura scorre via abbastanza fluente e forse anche troppo veloce, ma la sensazione non è di vuoto, quanto piuttosto di preparazione, di attesa, d’interazione sia tra i personaggi che tra questi e l’ambiente circostante. Si cominciano a chiarire i rapporti; la vecchia signora emigrante, i pochi altri vicini di quartiere, ma soprattutto si comincia ad esplorare il paesaggio, quest’America faro della civiltà che offre di sé un’immagine estremamente provinciale e alienata fatta di grandi parcheggi vuoti, manifesti che invitano a vigilare contro possibili terroristi e un’umanità che sa solo guidare, mangiare e ingrassare.
Estremamente suggestivo l’episodio ambientato a Central Park in cui il nostro protagonista ancora alla ricerca di una propria dimensione stabile si ritrova a viaggiare in scenografie che sembrano uscite direttamente dalla sua fantasia di aspirante scrittore.
Come detto si tratta del primo capitolo di una storia lunga, un capitolo che, per forza di cose, non può che essere di semina, di spunti, sparsi a volte in modo allusivo. Idee e sensazioni che arrivano lentamente, ma scavano a fondo lasciando un segno anche una volta terminata la lettura.
Per quanto riguarda il disegno Gabos decide, come ci conferma lui stesso, di premere sul pedale della tensione emotiva. Fare in modo che, attraverso i disegni il lettore riuscisse ad andare oltre le semplici parole che compongono usualmente una storia. Quest’aspetto, tipico della “letteratura disegnata”, viene accentuato dalla necessità dell’autore di comunicare i turbamenti interiori del suo protagonista. Infatti leggendo il volume non si può non notare che l’approccio al disegno è quantomeno diversificato con tavole in cui il bianco e nero si affianca a vignette di tutto colore, totalmente prive di inchiostrazione. Lo stesso Gabos aveva già provato un approccio simile in altre opere (I Camminatori, Loving the Alien), ma con questa ultima fatica il tutto viene accentuato. Lo stesso uso del colore non è semplicemente finalizzato alla definizione delle varie situazioni ambientali, ma scandisce gli stati emotivi del protagonista, trascinandoci nel nero cupo dei suoi incubi o nel gelo della sua esplorazione newyorkese, sino a lasciarci in osservazione della neve che cade ad attutire i sentimenti.
Dal punto di vista del disegno assecondato all’emotività dei personaggi è emblematica la tavola di pag. 23 in cui la comunicazione dei coniugi, protagonisti del volume, è puramente secondaria rispetto a quanto da essi provato e illustrato a tutta pagina.
In definitiva un lavoro interessante, entusiasmante che lascia il lettore con una piacevole sensazione di attesa in previsione dell’inverno che irrompe nella vita dei protagonisti: L’Inverno Atlantico.
Riferimenti
Sito della Black Velvet: www.blackvelveteditrice.com
Sito Personale di Otto Gabos: www.ottogabos.com