Topolino e Pippo acquistano un villino sul lago, precedentemente di proprietà di un pittore i cui quadri sono rimasti nell’immobile. Queste opere, tutte caratterizzate da soggetti a tinte cupe, sembrano però nascondere segreti dai contorni inquietanti.
Casty imbastisce un mistero il cui punto di forza risiede nell’atmosfera malinconica e sinistra che si respira man mano che la trama procede e in particolare nell’evocativa soluzione, sensibile e poetica.
L’autore sembra guardare alle storie Disney di Jerry Siegel degli anni Settanta nel mettere in campo alcune scene destabilizzanti e vagamente horror in cui l’inspiegabile entra prepotentemente nel quotidiano, proprio come accadeva in diverse opere del fumettista americano. Il risultato è efficace e intrigante perché la storia si fa leggere tutta d’un fiato, pur costringendo a soffermarsi sulle tavole che l’artista ha disegnato: se per ritrarre i personaggi Casty ricorre al suo stile ormai noto, dall’impronta classicamente elegante grazie a una linea sottile, per gli ambienti si sbizzarrisce presentando vignette con affascinanti tramonti e dettagliati interni. Quando poi nella seconda parte della vicenda ci si addentra in territori più foschi, spicca il suggestivo approccio al contesto introdotto da una splash-page notevole e rappresentato da soluzioni grafiche interessanti e originali.
Topolino e la casa dei dipinti che fingono è un perfetto esempio di come anche una storia di lunghezza standard e senza afflati particolarmente epici possa riservare piacevoli sorprese e sapersi distinguere.
Abbiamo parlato di:
Topolino #3361 – Topolino e la casa dei dipinti che fingono
Casty
Disney-Panini, 22 aprile 2020
162 pagine, brossurato, colori – 3,00 €
ISSN: 9771120611001103361
Lo Spazio Bianco LIVE: 21/04/2020