Torna una delle migliori autoproduzioni del fumetto italiano: la squadra di “The Artist” confeziona un quinto numero in due parti, che dimostra ancora una volta la loro passione e la loro professionalità. La cura editoriale, grafica e contenutistica è tale da rendere la rivista più che una semplice fanzine, fino ad avvicinarsi al livello di una vera e propria pubblicazione professionale, nonostante la sua natura di autoproduzione.
The Artist è una rivista che esplicita un atto d’amore vero e proprio nei confronti di un movimento, come quello underground, che tanto peso ebbe nel cambiare il fumetto americano, e non solo, scardinandone alcune visioni radicate e immergendo il fumetto nella realtà sociale e politica del periodo storico.Dietro due coloratissime e psichedeliche copertine (rispettivamente di Matteo Guarnaccia e di Max Capa), si celano pagine piene di interviste e fumetti di indubbio interesse, alternando opere di giovani autori italiani a quelle di autori affermati. Particolare rilevante, le risposte degli autori si accompagnano spesso con esempi delle loro opere, fornendo un modello certamente meritevole di come realizzare una intervista, presentando al lettore gli strumenti necessari per comprendere meglio l’arte e la storia di un fumettista.
Ed è proprio l’abbondante offerta di interviste il piatto forte delle due parti della rivista, sebbene anche la maggior parte dei fumetti proposti siano di un buon livello e offrano un largo panorama di autori. Tra tutti, si segnala la famosissima (e prematuramente finita nel dimenticatoio) “Linea” di Osvaldo Cavandoli, con il suo stile unico, semplice e al tempo stesso geniale nell’idea e nella realizzazione. Molto divertenti anche “Storie della luna piena” di Giuliano Aloisi, racconto del difficile rapporto tra un ragazzo e il suo pene-mannaro, “Firkin the cat” di Hunt Emerson, e le strisce di “Death” ad opera di Necci, Donati e Manuppelli.
Tra i tanti autori impegnati con le domande-fiume dello staff di The Artist, si segnalano nel primo numero Foolbert Sturgeon, alle cui parole si accompagnano ben due storie del suo incazzoso e pacifista Gesù Cristo, Bill Griffith e il suo Zippy the Pinhead, surreale personaggio ispirato ad un freak realmente esistito, ed ancora l’italiano Matteo Guarnaccia, padre dell’arte psichedelica nel belpaese, pittore e saggista.
Nella seconda parte di questo The Artist troviamo Gilbert Shelton e i suoi Freak Brothers, il tratto eccessivo del fumettista americano Mike Diana e John Pund, noto tra l’altro per aver creato gli Sgorbions (alla cui creazione veniamo a scoprire aver contribuito, insospettabilmente, Art Spiegelman!). Infine, è veramente degna di nota la bella intervista a Daniele Luttazzi, che porta la rivista ad affrontare temi sociali e politici attraverso la caustica lingua del noto comico; anche se forse mal si colloca con le tematiche del resto della rivista. Lo scambio di battute con Luttazzi presenta una serie di acute e lucide riflessioni che colpiscono il lettore. Pur se pienamente inserita nel tema dell’underground a fumetti, risulta invece pesante ed eccessivamente lunga l’intervista a Max Capa, non tanto per colpa dell’intervistatore, quanto per l’atteggiamento e le posizioni che traspaiono dalle parole un po’ troppo pretenziose e pontificatrici dell’autore, importante figura del periodo più vivo dell’underground italiano.
The Artist in definitiva rappresenta sicuramente uno strumento immancabile per tutti gli amanti o i semplici curiosi del fumetto, in quanto aiuta a scoprire autori altrimenti sottostimati e poco conosciuti, con passione e competenza.