Uno sketchbook è, di solito, una raccolta di schizzi e disegni accompagnati da brevi commenti dell’autore stesso o da testi di critici e studiosi che di quell’autore analizzano lo stile e il segno.
Soggetti di Silvia Ziche è uno sketchbook sui generis, perché l’autrice, per sua natura, è costantemente alla ricerca di storie e anche in questa raccolta di schizzi e disegni a matita ha voluto legare le immagini con un filo narrativo che stimolasse varie riflessioni.
“Si disegna per capire e per spiegare”. È da questo assunto che Ziche parte per raccontare l’importanza del disegno come strumento di indagine della realtà, da sempre usato dall’uomo per provare a capire il mondo e la realtà che lo circondano. O almeno questo è quanto accaduto fino a oggi, perché la società contemporanea è immersa in un contesto che fornisce a chiunque strumenti tecnologici che permettono di immortalare ogni singolo momento o evento delle proprie vite e delle proprie giornate. Questo ha fatto sì, secondo l’autrice, che tutti noi abbiamo imparato a guardare il mondo dallo schermo di uno smartphone, ma al contempo abbiamo disimparato a vedere: perché fotografiamo, ma non guardiamo più.
Per Ziche il disegno non è solo uno strumento di lavoro, è una necessità, un modo di essere. Scrive ancora nel libro: “Se qualcuno fatica a comprendere qualcosa, gli si dice: ti faccio un disegnino…”. Lei stessa applica questa asserzione quotidianamente, perché l’osservazione passa dal disegno ed è fondamentale e propedeutica per costruire le sue storie.
Dal particolare della propria esperienza al generale di una prospettiva più ampia che accomuni tutti il passo è breve e l’autrice insiste sulla potenza dell’arte del disegno e sul rischio che stiamo correndo di dimenticarne l’importanza e di perderne la capacità, contando sempre di più su aiuti digitali e artificiali.
“Penso per immagini e prendo appunti per immagini”. Ziche prova a spiegare al lettore, riuscendoci pienamente, quanto l’abitudine al disegno formi la mente di un autore, di un artista, di un pittore, e di chiunque usi una penna o una matita non solo per tracciare parole, ma anche segni.
Gli schizzi, più o meno rifiniti, più o meno dettagliati, godono tutti della potenza che solo il disegno a matita sa esprimere, con la modulazione del segno, il tratteggio, la pressione sul foglio più o meno pesante che crea tonalità e ombreggiature, le leggere linee di costruzione che si riconoscono sotto le linee più rifinite e che esaltano lo stile dell’autrice.
E in ogni disegno contenuto in Soggetti Ziche inserisce tutta l’ironia, l’acutezza e la poesia di cui è capace, raccontando davvero tante storie quante sono le pagine e le immagini del libro, che si intrecciano alla narrazione a parole – anch’esse rigorosamente scritte a mano – e che hanno come risultato quello di raccontare l’immaginario dell’autrice e rivelare come nascono le sue storie.
Non può che essere Lucrezia, personaggio/alter ego di Ziche, a far da guida ai lettori in questo viaggio nel disegno e nella mente dell’autrice. Lucrezia che si accompagna a personaggi umani e animali che spaziano dal realismo più estremo al segno caricaturale assoluto, rivelando una volta di più, se ancora ce ne fosse bisogno, la capacità di Ziche di rendere le espressioni più eclatanti ed estreme.
E su questo punto vorrei soffermarmi, per far capire meglio come la lettura di Soggetti possa approfondire la conoscenza che un lettore può avere di questa autrice. Chi scrive ha sempre riconosciuto tra i talenti maggiori di Ziche – sia in campo disneyano che nelle altre sue opere a fumetti – quello di regalare ai personaggi una straordinaria carica umoristica e ironica portando al parossismo la loro recitazione fisica e la loro mimica facciale, quasi stretchando e stressando i personaggi da un punto di vista grafico, oltreché da quello narrativo.
Questo uso di un’espressività così estrema passa però attraverso i mezzi toni e le sfumature, come esplica l’autrice nel libro. E, in effetti, provando a sfogliare un qualsiasi fumetto di Ziche e soffermandosi con più attenzione anche su quelle che spesso definiamo – a torto – “vignette di passaggio o collegamento”, diventa evidente come l’efficacia della recitazione estrema al limite del caricaturale sia preparata e funzioni perché supportata da una costruzione precedente composta da sfumature espressive e mimiche più leggere e morbide, che dimostrano una volta di più il talento di questa autrice.
Soggetti è dunque una lettura arricchente e non un semplice sketchbook per appassionati dell’artista veneta. Per tale motivo mi permetto un appunto all’editore: il libro avrebbe meritato un formato più grande e una presentazione più elegante del tipico brossurato feltrinelliano. Ovviamente le ragioni per questa scelta saranno tutte assolutamente plausibili, ma da lettore l’impressione sfogliando il libro è di una grande sproporzione tra veste editoriale e prezzo, nonostante il contenuto poi ripaghi dell’acquisto.
Abbiamo parlato di:
Soggetti
Silvia Ziche
Feltrinelli Comics, 2024
112 pagine, brossurato, bianco e nero – 20,00 €
ISBN: 9788807551680