Abbandonati i labirintici scenari del numero passato l’azione di Shangai Devil si sposta su sfondi amplissimi fatti di suggestioni luminose che vedono in gioco molteplici figurine battersi in campo aperto. Nelle retrovie agiscono altre figure maggiormente dettagliate ma i cui fini ultimi rimangono nascosti al lettore, costretto a sopportare percezioni di straniamento da una vicenda lenta e ambigua, gravida di indizi che non si traducono in un plot chiaro e definito. Appare anche un fantasma che, forse, esiste solamente nella mente di Ugo Pastore, protagonista solo per modo di dire, personaggio più degli altri irresoluto e travolto dal turbine degli eventi. Agli eventi magici fa da pendant la tecnologia della fotografia e del cinema, fantastica per quei tempi ma primitiva per il lettore, e che pure appare portentosa, alle prime prove sul campo in quegli scenari lontani ed esotici. Come in un rinnovato Pianeta Mongo le ere storiche si confondono fra magie, cavalieri medievali e bozzoli di futuro. I disegni di Paolo Raffaelli: improponibili solarizzazioni, chiaroscuri non modulati, incomprensibili macchie di Rorschach, inadeguati per un fumetto Bonelli; oppure: unica soluzione grafica per una simile teoria di fumetto, traduzione perfetta di scenari immensi ed estranianti, interpretazione grafica a tinte nette della desolazione interiore dei personaggi.
Abbiamo parlato di:
Shanghai Devil #15 – Crollo di un impero
Gianfranco Manfredi, Paolo Raffaelli
Sergio Bonelli Editore, dicembre 2012
98 pagine, brossurato, bianco e nero – 2,90€