Secret Wars #2: La nascita di Battleworld

Secret Wars #2: La nascita di Battleworld

Jonathan Hickman ed Esad Ribic introducono in Secret Wars un nuovo, suggestivo mondo, definendone nel dettaglio struttura, mitologia e punti deboli.

SW2L’ultima Incursione, ovvero lo scontro tra due terre proveniente da Universi diversi che gli Illuminati hanno tentato di evitare sulle pagine di Avengers e New Avengers, è avvenuta. Terra 616 e Terra 1610 sono state distrutte, e con loro tutto il multiverso Marvel è scomparso.

Dalle ceneri di migliaia di mondi, un nuovo pianeta è stato creato, un campo di battaglia suddiviso in regni, in cui i più noti personaggi Marvel esistono in versioni alternative.  Tutti questi domini sono guidati da baroni nobili, capricciosi, egoisti, in cerca di potere e visibilità, sempre in guerra tra loro, come ad esempio il barone Sinistro e James Braddock, signore di Avalon.

A supervisionare tutto e tutti ci pensa il corpo di polizia dei Thor, che si muove sotto l’attento controllo dello sceriffo Strange, suprema autorità di giustizia. L’ultima parola appartiene poi al signore e padrone di tutte le terre, creatore del mondo, divinità indiscussa: Victor Von Doom, il Dottor Destino. La sua parola è verità, il suo potere sconfinato. Insieme alla sua compagna, Sue Storm, e alla figlia, Valeria Richards, capo della Fondazione, egli vede e domina tutto dall’alto del suo castello fluttuante.

Ma il ritrovamento di un vascello fatto di una materia esotica e sconosciuta porta con sé nuovi, inquietanti domande sulla vera origine del mondo e sulle reali motivazioni del Dio Destino.

Mitologia e scetticismo

Image-94Attraverso le suggestive parole di un anziano Thor, Jonathan Hickman ci narra storie, leggende e leggi che sorreggono Battleworld: scienza e religione, incarnate rispettivamente dalla Fondazione e dall’Occhio di Agamotto, sono i perni principali di un mondo che fin da subito appare dominato da contrasti, in cui una divinità cerca di mantenere sotto controllo realtà diverse, destinate allo scontro perenne. Per fare ciò, Secret-Wars-Thors-bow-to-Doomsolo la mitologia e la paura di Dio possono indurre anche i più potenti all’obbedienza.

In questo affascinante affresco, lo scrittore affronta alcune tematiche ricorrenti nella sua produzione, come il confronto e lo scontro tra religione, scienza e potere. Destino costruisce la sua credibilità su un intreccio indissolubile di questi elementi, ma le sue basi appaiono fin da subito labili: i miti e le storie vengono messi in discussione dall’osservazione scientifica, l’origine del mondo così come è raccontata non convince gli uomini di scienza, dando origine a correnti di scetticismo che vogliono ribaltare il modo di guardare la storia e le sue origini. Hickman ripropone così l’eterno conflitto tra visione religiosa e spiegazione scientifica della realtà.

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Tutte le speranze sono riposte in Destino

Il vero protagonista di questo numero, benché si veda solo per poche pagine, è sicuramente il Dottor Destino.

Già nelle due precedenti miniserie omonime degli anni ’80, Von Doom aveva giocato un ruolo chiave, ma mai come in questo caso era apparso così in controllo, potente e terrificante. Il lavoro di Hickman su Destino inizia da lontano, dalla sua gestione di Fantastic Four del 2009, in cui il Dottore aveva rivestito un ruolo chiave per tutta la run (“Tutte le speranze sono riposte in Destino”) e si era già ritrovato nei panni di un fallimentare Dio-Creatore del mondo (Fantastic Four #611).

Senza spiegarci come, lo scrittore ci mostra adesso un personaggio più consapevole, che finalmente ricopre il ruolo che ha sempre desiderato, quello di sovrano giusto e infallibile, che conosce il meglio per sé stesso e per il mondo, convinto di essere l’unico a poter guidare e far prosperare un universo caotico, una divinità tronfia e arrogante. Eppure resta sempre in lui un risentimento, un rancore umano che lo portano a cercare l’umiliazione del suo più grande nemico, Reed Richards. Destino fa sua la moglie e i figli di Mr. Fantastic, in un affronto finale, definitivo e totale che mettono in luce tutta la sua crudeltà e meschinità.

La superiorità di Doom è messa in risalto dagli imponenti disegni di Esad Ribic: l’immagine del sovrano seduto sul trono di Yggdrasil è perentoria, simbolo di una superiorità schiacciante e indiscutibile, che non può essere messa in discussione da nessun nemico.

Hickman  & Ribic: costruttori di mondi

Se c’è una cosa che riesce bene a Jonathan Hickman, è sicuramente la costruzione di mondi attraverso dettagli precisi e mai ridondanti.

Secret-Wars-Thors-bow-to-DoomGrazie a una prosa fluida e a idee ben chiare, lo sceneggiatore riesce a caratterizzare in poche pagine sia i personaggi che il contesto in cui si muovono, rendendo credibile lo scenario circostante.
Nella creazione di Battleworld si vede l’influenza di Game of Thrones, come ammesso dallo stesso scrittore: le casate in guerra tra loro, la barriera che divide da esseri mostruosi sono gli elementi più lampanti, ma nulla è derivativo, tutto è rielaborato in un complesso e affascinante mosaico in cui i personaggi che conosciamo, pur mantenendo le loro caratteristiche (i magniloquenti Thor, il diabolico Sinistro, gli onorevoli ma impulsivi Capitan Bretagna), appaiono totalmente nuovi e assumono rinnovato fascino e una potenza nuova, grazie al contributo essenziale di Esad Ribic, che riesce con il suo tratto pittorico, etereo e al tempo stesso scultoreo, a donare un’aura di epicità e di magnificenza che fanno risaltare tutti i momenti di pathos, in particolare il sacrificio finale di eroe, la cui morte impavida emerge in tutta la potenza e drammaticità di cui il disegnatore è capace.

Il secondo numero di Secret Wars segna un inizio epico, stimolante, che incuriosisce il lettore e lo spinge a chiedersi come faranno gli eroi a ribaltare la situazione.

Abbiamo parlato di:
Secret Wars #2 (Marvel Miniserie #164)
Jonathan Hickman, Esad Ribic
Traduzione di Fabio Gamberini
Panini Comics, 24 dicembre 2015
48 pagine, brossurato, a colori – 3,00 €
ISBN: 977112423090150164

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