Il ritorno (agli anni ’90) dei Sinistri Sei

Il ritorno (agli anni ’90) dei Sinistri Sei

La quarta uscita della Spider-Man Collection ripropone un’avventura tutta azione firmata da David Michelinie ed Erik Larsen.

I Sinistri Sei, nemici dell’arrampicamuri coalizzatisi per sconfiggerlo su iniziativa del dottor Octopus, sono apparsi per la prima volta in Spider-Man Annual #1 (1964).

Il quarto volume della Spider-Man Collection di Panini Comics raccoglie la saga apparsa originariamente nel 1990 su Amazing Spider-Man #334-339 che vede nuovamente Octavius reclutare gli storici nemici del tessiragnatele (con Hobgoblin al posto di Kraven, defunto al termine della saga a lui dedicata scritta da J.M. DeMatteis tre anni prima). Stavolta i piani del dottor Octopus non si limitano all’annichilimento dell’Uomo Ragno ma prevedono la conquista del potere assoluto sul pianeta.

David Michelinie, al tempo già saldamente al timone della serie, costruisce un arco narrativo nel quale riesce a far confluire non senza patemi i tanti antagonisti, sviluppando al contempo un paio di sottotrame che vedono protagoniste zia May e Mary Jane.
Si tratta di una storia decisamente figlia del suo tempo: per impostazione, ritmo, ma anche per i disegni, realizzati da quell’Erik Larsen che aveva appena raccolto la pesante eredità di Todd McFarlane.

In questa miniserie è evidente il debito verso il cartoonist canadese, soprattutto per quanto riguarda le scene d’azione, nelle quali le pose e le movenze di Spidey e la particolare foggia delle ragnatele, come pure dei tentacoli di doc Ock, ricalcano lo stile che diede il successo a McFarlane. Per il resto il disegno dell’allora neppure trentenne Larsen soffriva di alcuni eccessi tipici dell’iconografia del tempo, come le acconciature pompose e l’esasperazione dei tratti somatici dei personaggi. Anche la composizione delle tavole segue un’impostazione classica piuttosto lontana dagli attuali standard raggiunti con Savage Dragon.

La sensazione, chiudendo il volume, è che Michelinie abbia osato un po’ troppo raccontando in parallelo le due sottotrame e la storia principale, quest’ultima per forza di cose già compressa per via della gestione di ben sei antagonisti che non trovano tutti il necessario spazio. Come se non bastasse la tanta carne al fuoco, l’autore trova il tempo di coinvolgere anche Kingpin, Felicia Hardy e un Avenger (che darà una mano nel finale).
C’è naturalmente da tenere in conto che lo storyarc si colloca nel “normale” flusso narrativo dell’arrampicamuri, dovendo quindi tenere in conto alcuni sviluppi precedenti; mentre però la trama riguardante zia May si chiude in maniera funzionale agli eventi narrati, e senza nemmeno sottrarre troppo alla storyline principale, quella con protagonista MJ sembra trascinarsi allo scopo di aggiungere ulteriore tensione al finale, difatti la sua risoluzione appare piuttosto debole. Soffrono dello stesso difetto i punti di svolta della trama dei Sinistri sei, causati come sono da cambiamenti di registro troppo repentini che non trovano riscontro nel comportamento dei personaggi sino a quel momento.

Si tratta di difetti che non inficiano del tutto quella che in definitiva rimane una storia piacevole, ben strutturata sul piano del dottor Octopus, che rimane oscuro fino alla fine. L’atmosfera rispecchia alla perfezione, nelle tematiche affrontate e anche nel modo di raccontare, un certo tipo di storie tutte azione tipiche del decennio da cui proviene.
Il ritmo è serratissimo, gli scontri con i nemici sono variegati e ben scanditi dai classici commenti di Spidey (c’è pure un succoso riferimento a Donald Trump). Anche quando a metà racconto l’autore propone un momento più riflessivo, questo si esaurisce in poche vignette e poi la narrazione torna a scorrere veloce.

Un’ottima occasione per chi volesse scoprire uno Spider-Man d’annata e un piacevole ripescare nei ricordi per chi, come chi scrive, si troverà a mediare le impressioni del sé adolescente con quello adulto.
In quegli anni abbiamo letto storie di ben altra introspezione (la citata saga di Kraven, la morte di Goblin, e lo stesso Michelinie ha dimostrato qualità in tal senso con la bella saga de Il demone della bottiglia su Iron Man); in questo caso abbiamo un ottimo esempio dell’altro filone, più votato all’azione, che andava per la maggiore all’epoca.

Un plauso infine alla fattura della collana, che propone volumi dall’ottima rifinitura, cartonati, con colori e traduzione riveduti per l’occasione.

Abbiamo parlato di:
Spider-Man Collection #4 – Il ritorno dei Sinistri Sei
David Michelinie, Erik Larsen
Traduzione di Pier Paolo Ronchetti
Panini Comics, marzo 2017
Cartonato, 144 pagine, colore – 14,00 euro
ISBN: 9788891225993

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