Una poetica Trieste, dal romanzo di Stelio Mattioni al fumetto di Vanna Vinci

Una poetica Trieste, dal romanzo di Stelio Mattioni al fumetto di Vanna Vinci

Una storia poetica, un tratto impeccabile, un formato originale. Questo è "Il richiamo di Alma", graphic novel di Vanna Vinci tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore triestino Stelio Mattioni.

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Ne Il richiamo di Alma il delicato tratto di Vanna Vinci si unisce al fascino della rappresentazione di Trieste, città che già in passato con Aida al confine aveva fatto da sfondo alle vicende narrate dell’autrice.
La trama è semplice ed è tratta dall’omonimo romanzo di Stelio Mattioni: il protagonista – giovane triestino di bell’aspetto – incontra casualmente una ragazza, Alma, e ne rimane affascinato a tal punto da trasformarla in un’ossessione. Gran parte della narrazione è occupata dal girovagare del protagonista per le strade della città, dagli incontri fugaci agli indizi contrastanti e capaci solo di aumentare la sua ossessione. La moltitudine di spazi di Trieste si sposa perfettamente con il tratto di Vanna Vinci, creando interessanti soluzioni visive, raccolte anche negli acquarelli in appendice al volume: “appunti visivi della città di Trieste”.

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Le immagini di Aida al confine ritornano, i paesaggi perfetti, gli scorci dettagliati, i vicoli e i palazzi tutti toponomasticamente esatti. Ma rispetto al lavoro precedente ne Il richiamo di Alma i ruoli sono ribaltati: così come Aida non riusciva a studiare perché troppo ossessionata da Nino, il protagonista è talmente preso dal pensiero di Alma da non essere capace di concludere niente.

In bilico tra sogno e realtà, l’esistenza di Alma non è mai del tutto né smentita né confermata: Alma esiste, lui l’ha conosciuta e le ha parlato, ma allo stesso tempo la sua mutevolezza, insieme alla sua capacità di scomparire, la colloca più vicina alla figura di un spettro che a quella di un essere concreto. Le sue sembianze fisiche subiscono continue variazioni ad ogni incontro con il protagonista così che i dubbi relativi alla sua esistenza trovano riscontro anche nella rappresentazione grafica.

Ề Alma a tenere le redini del gioco, a richiamare a sé il protagonista quando vuole incontrarlo e a sparire quando lo desidera, e lui, sempre più ossessionato, sembra diventare un fantasma a sua volta. Presto tutto – perfino la malattia della madre – diventa secondario rispetto ad Alma, le cui apparizioni a metà fra sogno e realtà rendono questo graphic novel un labirintico viaggio onirico.

almaimm2 copyLa lettura avanza guidata dall’urgenza di scoprire quale sia effettivamente la verità; l’indolenza del protagonista, che senza opporre alcuna resistenza si lascia trascinare nel vortice dell’ossessione – complice la città che fa da sfondo – evoca il girovagare degli inetti sveviani.

L’unica pecca che possiamo trovare nell’opera è l’assenza di una vera trama: la storia è “solo” un ottimo pretesto per un susseguirsi di magnifici scorci di Trieste forniti al lettore con minuziosa precisione. Validissima comunque e degna di nota la capacità dell’autrice di comunicare al lettore l’ossessione che cattura il protagonista e che lo conduce in un vortice di inutilità che anche ad anni di distanza segnerà la sua esistenza.

Originale la soluzione adottata per il packaging: il volume, stampato in formato orizzontale, è contenuto in un protettivo cofanetto a colori. Il formato rettangolare – detto anche all’italiana – favorisce la visione panoramica della storia narrata e si adatta bene alla moltitudine di paesaggi presenti.

Abbiamo parlato di:
Il richiamo di Alma
Vanna Vinci
Bao Publishing, 2014
80 pagine, colori, cartonato – € 14,00
ISBN 9788865432556

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