Una coppia di personaggi troppo umani per risultare detestabili, la costante tensione passato-presente/rimorsi-orgoglio, e una fine annunciata.
In Piovono corvi Daniel Cuello porta avanti il racconto di un mondo sempre più esasperato, in cui il cinismo è implacabile e nulla regge più.
Ciao Daniel e bentornato su Lo Spazio Bianco, è un piacere poter parlare con te di Piovoni corvi, uscito il 18 ottobre e che porterai a Lucca Comics & Games.
Nel 2019, con Ettore Gabrielli, avete parlato di Mercedes, nel 2022 è uscito Le buone maniere, entrambi per Bao Publishing. Cosa sta succedendo ora nel “Cuelloverso”– il mondo che hai immaginato?
In Piovono Corvi, in sottofondo, dietro i percorsi dei personaggi, protagonisti e comprimari, arriviamo ad un punto di non ritorno. Un punto in cui una radicale svolta è inevitabile. Forse la fine di un’epoca per il Partito che abbiamo conosciuto in Residenza Arcadia.
A livello autoriale, fra segno e narrazione, come ti senti?
Sento di star cambiando, un continuo crescendo come persona. Però me lo devono prima confermare le altre persone. Una cosa è certa: ogni mio fumetto, in qualche modo, rispecchia uno stato emotivo che mi obbliga, talvolta dolorosamente, a fare dei ragionamenti che poi diventano personaggi, macro e micro trame, ambientazioni, segni più marcati e colori che, anche se di poco, cambiano. Tutto sommato sono molto affezionato al mio segno e alle mie palette, forse anche per pigrizia. Lo scopriremo.
Zena suscita, come spesso i tuoi personaggi principali, sentimenti contrastanti fra benevolenza, compassione e astio, a differenza di Attilio che vediamo lucido e consapevole, convinto di aver fatto “il giusto”. Che rapporto hai tu con lei?
Zena, e non era previsto, è diventata una sorta di punto di riferimento dell’intera storia. All’inizio non pensavo a lei come chiave di volta. Lo è diventato poco a poco. È cresciuta con me e poco alla volta ho imparato a volerle bene. È sicuramente il personaggio che ho trattato con maggiore cura e attenzione nella storia e questo volerle bene, dai feedback che sto ricevendo, mi dicono traspaia molto leggendo Piovono corvi.
Come hai creato e crei i tuoi personaggi? Come riesci a entrare nei loro panni tanto da esprimerne così bene la complessità?
In certi casi è una “semplice” questione di attenta analisi, uno studio continuo delle persone che ci circondano o che hanno abitato questo pianeta. In altri casi è il risultato di un costante lavorio interno (questa è la parte che richiede più tempo tra le varie fasi di realizzazione di un mio fumetto).
È il risultato, spesso, di una dissociazione dal “me” per diventare un altro “io”’, un’altra persona. Questo mi permette di immergermi completamente nei pensieri del personaggio che sto facendo recitare nei miei racconti. A quel punto i suoi pensieri sono anche i miei. Per poi lasciarli andare, una volta conclusa la lavorazione. Ma nessuno di loro mi lascia indenne, un po’ di graffi restano. Come potrebbe essere altrimenti con personaggi così ingombranti e sfaccettati?
Rileggere i quattro volumi dà modo di scoprire cliffhanger e mettere in relazione i personaggi. Dicevi a Ettore di aver pensato già a Mercedes nel 2017. Per quanto riguarda gli altri invece? Il Partito, il pianeta? Ti era già tutto così chiaro anche allora o è andato via via costituendosi?
Non ogni singola tematica o personaggio è nato ai tempi di Residenza Arcadia.
È vero che molte delle strutture sociali o politiche che si intravedono dietro le trame dei singoli personaggi sono nate insieme a Residenza Arcadia, ma moltissimi personaggi, protagonisti inclusi, sono arrivati dopo. Hanno bussato e sono entrati nella storia senza nemmeno chiedere permesso. Sono diventati indispensabili.
Sandro, ad esempio, un personaggio di Le buone maniere, non esisteva prima della fase storyboard (una fase molto avanti, considerando l’intero percorso per arrivare al libro concluso), così come sapevo già dai tempi di Le buone maniere dove sarebbe stato ambientato Piovono corvi e che forse ci sarebbero stati due anziani protagonisti, ma oltre a questo di loro non sapevo. Di sicuro non sapevo dell’esistenza di Pietro, il loro cane, arrivato a storyboard già avviato.
Torna anche il riferimento alla chiesa come potere forte, alleato solo se riesce ad avere un tornaconto. In questo caso viene rappresentata dal Cardinale Rayosol, che abbiamo visto anche in Mercedes. Cosa pensi delle religioni e del loro ruolo nella contemporaneità?
In Piovono Corvi la speranza (e la sua assenza) sono spesso il riflesso di una credenza. La chiesa, intesa come istituzione religiosa vaticana, è solo una delle tante credenze che si interfacciano nel racconto. Per me nessuna delle credenze (persino quelle politiche) riesce a fornire una verità, un appiglio, un pavimento solido ai personaggi della storia. Forse perché io, in prima persona, sono agnostico e metto sullo stesso livello religioni, credenze popolari e pseudoscienze. Mi affido il più delle volte al rasoio di Occam.
Un altro tema pungente è quello del tempo che passa inesorabile, che non è più abbastanza: apre Piovono corvi, muove il personaggio muto, angosciato dalla fretta, ed è soggetto delle riflessioni di Teo in Le buone maniere. A che punto pensi siamo per tempismo su questioni ambientali e sociali?
Avrei davvero bisogno di molto più spazio e tempo, per l’appunto, per rispondere ad una domanda all’apparenza semplice.
Usando sempre il rasoio di Occam temo che ormai il tempo per conservare l’ambiente come lo conoscevamo fino alla seconda rivoluzione industriale sia finito. Ora è più una questione di preservare il salvabile. E in questo ci dovremmo impegnare molto di più, come singoli, comunità e istituzioni. Ma stravolti come siamo, ognuno dalle proprie contingenze, è spesso difficile.
Per quanto riguarda le questioni sociali be’, che dire, di sicuro abbiamo, quantomeno nella nostra fetta di pianeta, fatto enormi passi in avanti e raggiunto traguardi importantissimi rispetto anche a solo settant’anni fa. Ma come per i bei voti a scuola, spesso è più facile ottenerli che conservarli. E, sempre questa in questa fetta di pianeta, da anni ormai vedo una pericolosa erosione di quelle conquiste ottenute con decenni di battaglie. Il che non deve farci scoraggiare: se, come umanità, siamo riusciti a fare passare avanti, vuol dire che possiamo farne altri. Il cambiamento è sempre dietro l’angolo, quello che ci frega è la paura di quell’angolo.
Carlito cita spesso un suo podcast: hai mai pensato di registrarlo davvero?
In effetti no. Ma nel rispondere mi è balzata in testa la frase “perché no?”, subito schiacciata da quella successiva “ogni giorno esce un nuovo podcast, ormai siamo invasi da podcast di ogni tipo su qualsiasi argomento, prima dovrei trovare qualcosa su cui io sia veramente molto ferrato”.
Grazie mille Daniel, sarebbe bello vedersi dal vivo la prossima volta. Buon Lucca e a presto!
ps. complimenti per il tuo lavoro e per gli alberi: magnetici!
Graziieeeeeeee <3
Intervista svolta per mail fra il 22 e il 28 ottobre 2024.
Daniel Cuello
Daniel Cuello è un fumettista un po’ argentino, un po’ italiano, un po’ nessuna delle due cose. Nel suo sangue ci sono circa sette nazionalità diverse.
Autodidatta, è molto attivo sui social e da anni pubblica graphic novel, racconti brevi, illustrazioni e tante, tantissime vignette, molte delle quali raccolte nel volume Guardati dal beluga magico pubblicato da BAO Publishing nel 2018. Residenza Arcadia, il suo primo romanzo grafico edito da BAO Publishing nel 2017, ottiene un enorme successo di pubblico e di critica.
Nel 2019, sempre per i tipi di BAO, pubblica il suo secondo graphic novel, Mercedes, vincitore del Premio Micheluzzi per il miglior Fumetto al Napoli Comicon 2020. Le buone maniere è il suo terzo graphic novel, in uscita nel 2022. Ha collaborato con varie testate e Case editrici come Baldini+Castoldi, Linus, Becco Giallo, DeAgostini, Longanesi, Treccani, Jacobin Italia, Corriere della sera e molte altre.