Un serial killer si aggira per la città di Tokyo perpetrando omicidi secondo un criptico e singolare schema di vendetta, colpendo solo nelle giornate di pioggia, apparentemente per vendicare il suicidio di un altro assassino a seguito dalle indagini da parte di una commissione d'accusa. Nel frattempo il giovane poliziotto Hisashi Sawamura è alle prese con il disfacimento della sua famiglia, che lo accusa di non essere abbastanza presente.
Queste sono le premesse di Museum – The serial killer is laughing in the rain, miniserie in tre volumi di Ryousuke Tomoe, edita da J-Pop.
L'obiettivo del folle carnefice è di divenire fonte di espiazione per coloro che si sono macchiati di colpe per lui imperdonabili, in una spirale di inarrestabile giustizia privata ed estetismo malato, in contrapposizione alla logica fredda e metodica della polizia. Entrambe le attitudini sono rappresentate senza filtri o giustificazioni, mostrandoci una storia dai tratti crudi che non si preoccupa di scioccare il lettore. Un circo grottesco in cui l'assassino indossa una maschera da rana, un'icona animale e dalla connotazione infantile che contrasta con le violenze perpetrate.
Museum è un'opera genuina, affatto ruffiana, capace di costruire una storia criminale lineare ma complessa, con diversi colpi di scena.
Ciò di cui si sente la mancanza è una caratterizzazione più profonda dei personaggi, in particolare dei comprimari quali la moglie e il capo della polizia Sekihata, dei quali riusciamo a crearci solo un quadro parziale.
Mentre Sawamura è il perno dell'intera narrazione e veniamo a conoscenza anche del suo passato e del rapporto con i suoi genitori, gli altri personaggi restano per lo più di sfondo dando la sensazione che una maggiore complessità caratteriale avrebbe conferito una maggiore organicità complessiva.
Inoltre, un approfondimento più strutturato del serial killer avrebbe permesso una più efficace immedesimazione nelle sue motivazioni: i tipi di delitto che compie seguono schemi rituali e simbolici che sembrano affondare in un passato e in vissuto precisi, di cui però riusciamo ad avere solo alcune intuizioni.
Tuttavia Tomoe riesce a compensare questa mancanza con una sapiente costruzione registica dal climax ascendente e coinvolgente, da cui emerge l'ispirazione ai film action di matrice americana, e mantiene viva l'attenzione fino a un finale inaspettato e ben orchestrato, che lascia comunque la strada aperta a diverse interpretazioni.
Lo stile di Tomoe contribuisce ulteriormente a riequilibrare i difetti presentati con un tratto manga dalle influenze più realistiche, capace di richiamare le tavole di Tetsuya Tsutsui e Sho-u Tajima per l'accuratezza dei particolari più efferati. L'autore presenta un'efficace uso registico della tavola e spende molta cura nel disegnare le ambientazioni quotidiane, dai bar alle abitazioni, aumentando il senso di coinvolgimento nel flusso vitale della storia.
L'edizione J-Pop è particolarmente pregevole, con una spiccata cura nella traduzione e nelle annotazioni. Nel secondo e terzo volume sono inclusi due racconti autoconclusivi di Tomoe: Girl and Killer, pubblicato nel 2009 sulla rivista Young Magazine e vincitore del 61° premio Chiba Tetsuya, e La nostra amicizia apparente, del 2010.
Entrambi mostrano la rapida evoluzione dell'autore e la sua predilezioni per i temi thriller e horror.
Abbiamo parlato di:
Museum – The serial killer is laughing in the rain (3 voll.)
Ryousuke Tomoe
Traduzione di Fabiano Bertello
Edizioni BD, collana J-Pop, 2015
240 pagine, brossurato, bianco e nero – 6,50 € cada.
ISBN: 9788868833534