“Mamma, mi dai un’aranciata, o una birra o una gassosa??
“Sono finite!”
“Una spremuta di limone?”
“Siamo senza limoni!”
“Be! Un bicchiere di latte?”
“Ne ho appena a sufficienza per cena…”
“Cavolo! Ho giocato a pallone tutto il pomeriggio e ho veramente sete!”
“Perché non ti bevi un bicchiere di questa… Si chiama acqua!”
(Dialogo tra Ditto e Lois)
Le strip americane sono magiche. Riproducono quella classica atmosfera da sogno americano. Leggendo le strip “all American” percepiamo quel pacato senso del vivere quotidiano, fatto di semplicità, armonia e gioia che ci fa dimenticare tutte le oscure facciate che gli Usa, proprio nel periodo di maggior diffusione delle strip, in realtà hanno sempre avuto.
La strip a carattere familiare in particolare è stata sempre un evergreen per gli americani, quasi uno slogan del loro modo di vivere. Fin dall’inizio del secolo scorso, le famiglie di carta hanno invaso i quotidiani made in USA: pensiamo a The Newlywedsdi Geo McManus, una delle prime famiglie dei fumetti; ma soprattutto pensiamo ad Arcibaldo e Petronilla, anche queste di McManus, The Gump di Sidney Smith, e, forse, la più famosa al mondo, Blondie di Chic Young. Hanno tutte un fattore in comune: l’obiettivo e la voglia di mostrare la faccia ripulita del sogno americano.
L’arrivo di Li’l Abner frantumerà parzialmente quest’utopia mostrando l’altra faccia del sogno, quella più reale. Ma questa è un’altra storia.
Tra tante strip a carattere famigliare ho sempre adorato Hi and Lois. Non ha l’eleganza e l’acume di Arcibaldo e Petronilla, non possiede il genio satirico e critico di Li’l Abner, ma rimane una strip che si fa adorare fin dalla prima lettura. E tra i tanti motivi che possiamo cercare ve ne sono due in cima alla lista: la semplicità e la simpatia dei personaggi. Il terzo è rappresentato dai due autori di prim’ordine: Mort Walker (chi non conosce il suo Beetle Bailey) ai testi e Dik Browne ai disegni.
Nel volume consigliato, abbiamo una raccolta delle strip più belle di questa tipica famiglia americana; Hi Flagston è il tipico impiegato presso una grande ditta, mentre Lois si occupa di accudire la casa e la marea di figli da cui è circondata: l’adolescente e pigro Chip, i due gemelli Ditto e Dot, neo scolaretti, e la neonata Trixie. Senza dimenticare i vari personaggi di contorno come il brillo vicino Thirsty Thurston e gli spazzini del quartiere, Abercrombie e Fitch.
Insomma, il classico quadretto familiare dove Walker incarna perfettamente la famiglia dei sogni, quella in cui va tutto bene, in cui tutti si vogliono bene senza l’ombra di nessun grave problema se non quelli monotoni e risolvibili di ogni giorno. Dal canto suo Browne disegna con un tratto pulito e rotondeggiante che rende ancor più forte il microcosmo di Hi e Lois.
Ma la vera perla della strip è la neonata Trixie; come ha giustamente detto Ranieri Carano: “la poppante svolge più o meno lo stesso compito di Snoopy nei Peanuts…”. Difatti il suo ruolo nella famiglia non è solo quello di essere una semplice neonata, ma anche quello di essere un’acuta osservatrice della sua realtà familiare, pensando, commentando, ironizzando su di essa. Nei suoi pensieri, la piccola protagonista dialoga con i raggi di sole e i fiocchi di neve, giudica con disarmante oggettività la sua famiglia, elabora pensieri propri su temi come l’emancipazione femminile o l’autoritarismo; attraverso i suoi dubbi e le sue riflessioni assistiamo divertiti al suo ingenuo contrapporsi a quel mondo idilliaco di cui fa parte. In altre parole Trixie rappresenta la parte reazionaria della strip; e non è un caso in un periodo in cui i bambini filosofi di Schulz stanno conquistando il mondo.
Un idillio amato dagli americani a tal punto che la strip resiste a distanza di quasi sessant’anni, a dimostrazione di come il sogno americano sia sempre vivo nel paese del “mondo libero”.
Curiosità
Grande successo in patria ma non tanto in Italia, dove la strip (ribattezzata La famiglia dei guai) uscì con i nomi italianizzati: Hi e Lois divennero così Pippo e Lalla, Dot diventò Macchetta e la piccola Trixie Ciccibùm.
Pare che gli autori si siano ampiamente ispirati alla loro realtà familiare: Walker come Hi abita in un bel sobborgo paradisiaco e all’epoca della creazione di Hi and Lois era a capo di una grande famiglia: quattro figli poi allargatisi a sette. Browne invece si ispirò non poco per le ambientazioni alla cittadina in cui visse, Wilton nel Connecticut.
A Mort Walker e Dik Browne, nella realizzazione di Hi and Lois sono succeduti i due rispettivi figli: Greg Walker e Robert Browne.
Altre edizioni
Oltre a quella consigliata (che ha la pecca delle strip rimontate nel formato verticale, tipica soluzione adottata dagli Oscar Mondadori), esiste un altro volumetto sempre nella collana Oscar: Hi e Lois: famiglia SpA del 1979.