Marco Torti inizia a scrivere racconti verso i vent’anni, vincendo alcuni concorsi e facendosi pubblicare su diverse antologie. L’approccio alla sceneggiatura nasce con alcuni fumetti brevi che vengono pubblicati su fanzine cartacee e digitali, oltre che strisce comiche edite periodicamente su Zine.
Il passo successivo è l’avvicinamento a medio e cortometraggi, grazie alla collaborazione con registi e sceneggiatori del settore. È ideatore e sceneggiatore della mini-serie Le Stagioni del Tabacco, attualmente in corso, pubblicata da Logus edizioni.
Giulia Prodiguerra lo ha intervistato per Lo Spazio Bianco nel gennaio 2015. Prendendo spunto dalle sue risposte, ho evidenziato alcuni concetti propri della comunicazione visiva.
Perché, secondo te, si scelgono così poco vicende della storia bellica e civile italiana? Credi che esista una memoria storica poco sfruttata?
Il tema della memoria storica, o memoria “collettiva”, mi ha fatto subito pensare ad un evento, tenutosi quest’anno e per la prima volta a Torino: La Notte degli Archivi. Questa iniziativa, ideata da Promemoria e realizzata dall’Associazione Culturale Archivissima, è nata per far conoscere ai cittadini un patrimonio poco noto: quello custodito negli archivi storici di istituzioni pubbliche e aziende private.
L’intento è quello di evidenziare il filo che lega il passato di storia industriale, culturale e sociale al futuro e facilitare il contatto tra le realtà coinvolte nell’evento e il territorio che le circonda.
Gli archivi non contengono soltanto documenti cartacei o pergamenacei, ma una straordinaria varietà di tipologie documentarie che spaziano dalle fotografie alle registrazioni sonore, dai filmati ai disegni, dalle partiture musicali ai manifesti fino a includere oggetti fisici come ad esempio i prodotti frutto di attività aziendale e industriale.
Il SAN, Sistema Archivistico Nazionale, è il punto di accesso unificato alle risorse archivistiche rese disponibili in rete da una moltitudine di soggetti, sia pubblici e che privati. Una fonte preziosissima di ispirazione e references sia per chi scrive che per chi produce immagini.
Credo sia soprattutto perché storie del genere sono difficili da trattare, complicate. Devi anzitutto informarti, fare ricerche per essere sicuro di non sbagliare date, avvenimenti, ecc.
Poi, quando tratti di argomenti come guerra e nazionalismo, devi sempre stare attento a cosa scrivi, per non offendere nessuno e rispettare le idee e gli orientamenti di tutti. La memoria storica c’è e purtroppo, come hai detto tu, è poco l’interesse al riguardo.
Il problema di non offendere nessuno e rispettare le idee e gli orientamenti di tutti è particolarmente attuale, inteso sia in termini di contenuti che di dati.
Il noto social network Twitter ad esempio adotta una politica molto stringente riguardo ai contenuti multimediali ritenuti “discutibili” che appaiono all’interno dei tweet, ossia quei contenuti che rimandano al sesso, alla violenza o hanno a che fare con la medicina.
Su Wikipedia si legge che i dati sensibili, nel diritto italiano, sono dati personali la cui raccolta e trattamento sono soggetti sia al consenso dell’interessato sia all’autorizzazione preventiva del Garante per la protezione dei dati personali.
Secondo il Codice sulla protezione dei dati personali, sono considerati sensibili i dati personali che rivelano l’origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l’adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, lo stato di salute e la vita sessuale.
Attenzione quindi all’uso che facciamo in rete, ma non solo, delle immagini.
Credi che il fumetto possa essere un nuovo veicolo per diffondere più ampiamente determinate nozioni e fatti storici, assumendo così una profonda validità didattica soprattutto per le nuove generazioni?
Non credo che il fumetto possa assumere tale ruolo poiché non è questo il suo compito. Nasce per raccontare una storia, intrattenere chi legge. È come un romanzo, non ci si aspetta di imparare qualcosa, per quello ci sono i testi appositi o quelli scolastici. Da un fumetto si cerca la storia, l’emozione, l’avventura .. se poi se ne può anche ricavare una nozione di qualsiasi tipo, ben venga!
Ricordo, dai tempi dell’università, un punto di vista opposto sullo stesso argomento: mi riferisco a La didattica del fumetto, scritto da Luigi Calcerano.
Citando direttamente il suo testo, in effetti, a ben vedere, gli obiettivi formativi che si possono raggiungere proponendo il fumetto nella scuola sono di incontrovertibile importanza:
- progettazione di attività interdisciplinari capaci investire tutte le discipline e che valorizzino l’utilizzazione di un linguaggio trasversale ed interculturale;
- arricchimento delle competenze professionali dei docenti rispetto alla conoscenza e all’utilizzazione di tecniche di comunicazione, con particolare riferimento a quella iconica e per immagini;
- promozione nelle scuole di iniziative di ricerca-azione centrate sulla didattica laboratoriale;
- promozione e sviluppo delle abilità della scrittura, della lettura, interpretazione, ascolto, sintesi, valutazione estetica;
- sviluppo della creatività che si può incanalare nell’impegno operativo del disegno, della narrazione, del collegamento tra immagine e racconto;
- utilizzo del valore educativo del gioco e comunque delle componenti ludiche di una produzione di fumetto per la motivazione.
Certo il fumetto può essere veicolo educativo o può non esserlo, scriveva Luigi Calcerano, ma questa è caratteristica che condivide con tutti gli altri mezzi di comunicazione di massa!
Come ti sei documentato? Ci sono stati libri, film o documentari particolari che ti sentiresti di suggerire a chi voglia approfondire questo evento (storia bellica e civile italiana n.d.r.)?
La campagna d’Italia fu l’insieme delle operazioni militari condotte dagli Alleati in Italia nell’ambito della seconda guerra mondiale, nel periodo che va dal giugno 1943 al maggio 1945.
La campagna fu intrapresa prima per sconfiggere l’Italia fascista, la più debole tra le tre maggiori potenze dell’Asse, e poi, dopo la sua resa incondizionata annunciata l’8 settembre 1943, per attirare nella penisola italiana occupata dalle truppe del feldmaresciallo Albert Kesselring altre forze della Wehrmacht, alleggerendo così gli altri teatri europei.
Wikipedia ne offre una ricca bibliografia, comprensiva di note e fonti.
Ci sono film veramente belli (sulla storia bellica e civile italiana, in particolare la Campagna d’Italia n.d.r.) e alcuni li ho visti per avere un quadro più generale della storia. Anche i documentari a riguardo sono ben fatti e molto interessanti, ma se dovessi consigliare a qualcuno come documentarsi al riguardo, direi di parlare con i propri nonni. Sono la prova vivente di quel periodo e non c’è fonte migliore.
Usare film e documentari per avere un quadro più generale della storia che andremo a disegnare è un ottimo suggerimento. Molti artisti, illustratori e fumettisti compresi, oltre ad una prima fase di ricerca iconografica, durante la fase creativa sfruttano l’atmosfera stimolata dai prodotti audio e video.
Un esempio concreto: prima di realizzare una serie di illustrazioni a tema, i miei insegnanti suggerirono alla classe la visione di Legend, un film fantasy del 1985 diretto da Ridley Scott, interpretato da Tom Cruise, Mia Sara e Tim Curry.