Dopo Heartbeat e Insecto, Maria Llovet torna a scrivere una graphic novel da autrice unica con Loud! Stavolta l’autrice catalana si cimenta con una storia corale, raccontata per mezzo del suo consueto stile narrativo molto visuale che s’impernia sulla recitazione dei personaggi limitando al minimo i dialoghi.

Davvero affascinante il modo in cui Llovet ha saputo incastrare, in una narrazione compiuta e coerente, le vicende dei numerosi protagonisti all’interno di una trama che si dipana essenzialmente per immagini. I personaggi compiono tutti il loro percorso, intrecciando i loro destini nel locale del titolo, grazie a una scrittura veramente raffinata che richiede attenzione per essere goduta al meglio. Confesso che ho dovuto rileggere il volume per cogliere alcune sfumature e, saltando lungo la trama in ulteriori riletture, sono emersi particolari che inizialmente mi erano sfuggiti.
Si tratta di quel tipo di opere per le quali lo svolgimento della trama, per quanto ben costruito e appassionante, non ne esaurisce la valenza, che si arricchisce anzi di nuovi dettagli a ogni lettura o visione (mi viene in mente il capolavoro dei Coen, Il grande Lebowski). Il resoconto delle fasi preparatorie in appendice al volume suggerisce l’accuratezza con la quale Llovet ha approcciato il lavoro preliminare, necessario per la buona riuscita di un intreccio di storie così complesso.

Molto interessante il percorso stilistico dell’autrice dal punto di vista dei disegni che è passato dal segno sinuoso e preciso ma abbastanza convenzionale di Heartbeat, a quello più ricercato di Insecto, per giungere all’affascinante lavoro di sintesi che caratterizza Loud! I volti e le figure sono tratteggiati grazie a linee essenziali, decisamente espressive. Tutto quello che non è il focus della vignetta viene descritto con linee più abbozzate, rifinite anche per mezzo di corpose pennellate di nero pieno. La palette di colori accesi e psichedelici è cucita su misura sull’ambientazione, le tonalità prevalenti del blu e del verde virano su atmosfere più calde nel finale, durante il quale si registra una particolare attenzione riservata agli incarnati, decisivi per meglio definire l’emotività dei personaggi.
Diventa cruciale concentrarsi sulle singole vignette in modo da cogliere sguardi, cenni, movimenti per identificare le interazioni tra i personaggi, impossibilitati alla comunicazione verbale data l’ambientazione del night club, chiassosa e caotica. Alle classiche vignette quadrate o strette il ruolo di rivelare i particolari e di fungere da contrappunto quando è necessario concentrarsi su una determinata azione; nelle sequenze action il formato “wide” è prevalente ed emerge il gusto dell’autrice nell’utilizzo di campi e controcampi e punti di vista arditi, come nella splendida sequenza nel finale.
Lo sviluppo della narrazione attraverso vignette perlopiù a sviluppo orizzontale, così come la preponderanza delle vignette mute, si confermano una cifra stilistica dell’autrice.
Un plauso infine a Edizioni BD, che raccoglie il testimone da Black Mask Studios, editore negli USA di Loud!, e prosegue nella pubblicazione in italiano di un’autrice davvero interessante, una voce che sa essere anticonformista con intelligenza e gusto, che sa mostrare la trasgressione con incisività e che dimostra di avere qualcosa da dire con uno stile unico e personale.
Abbiamo parlato di:
Loud!
Maria Llovet
Traduzione di Federico Salvan
Edizioni BD, 2020
96 pagine, cartonato, colori – 14,00 €
ISBN: 9788834901755

