L’importanza di raccontare la salute mentale: intervista a Greta Xella

L’importanza di raccontare la salute mentale: intervista a Greta Xella

L'autrice milanese e la psicologa Francesca Picozzi firmano una storia che mette a nudo le nostre fragilità.

Copertina di "Perché Sei Qui?" di Greta Xella e Francesca PicozziA tre anni dal suo debutto come autrice unica,Greta Xella torna con un nuovo graphic novel, Perché sei qui?, scritta dalla psicologa Francesca Picozzi e pubblicata con Tunué. Abbiamo approfondito con lei l’enorme e spesso sottovalutato tema della salute mentale durante l‘edizione 2024 di Più Libri Più Liberi.

Ciao, Greta e benvenuta su Lo Spazio Bianco. Dopo Figlia di Luna, che è stato il tuo primo lavoro da autrice unica, sei tornata a lavorare collaborando con un’altra autrice. Quali sono i pro e i contro di creare storie insieme a qualcun altro?
Sicuramente tra i pro c’è il fatto di condividere il peso e la responsabilità del progetto, ma la differenza vera sta nell’avere un secondo punto di vista, che ti permette di uscire dalla tua visione. Se, per esempio, hai preso una strada per rappresentare una situazione, la prospettiva dell’altra persona può sia completare che ribaltare totalmente quello che avevi in mente. Poi, se è una persona come Francesca Picozzi, che è molto preparata su questo argomento specifico, sicuramente ti arricchisce.

Perché sei qui?, proprio come Figlia di Luna, parla di salute mentale. È una casualità oppure è un tema che ti interessa particolarmente?
Mi interessa molto, assolutamente! Figlia di Luna è un racconto fantastico, ma parte dalla mia esperienza di vita personale raccontata in una veste adatta a più lettori possibili, in modo che non leggessero solamente la “mia” storia ma una storia in cui tutti si potessero rivedere. Grazie a Figlia di Luna ho conosciuto Francesca che si è interessata al mio modo di lavorare proprio dopo averlo letto. Nel momento in cui ha proposto la sua storia a Tunué, c’è stata da parte sua la volontà di collaborare con me, perché ero già un’autrice che aveva palesato un interesse per i temi della salute mentale, quindi è stato come una comunione di intenti. E io ho trovato una professionista con cui lavorare, così si chiudeva il cerchio.

È come se avesse riconosciuto l’autenticità del modo in cui hai trattato il tema…
, esatto! Una sorta di timbro di approvazione. Io ovviamente ho fatto un lavoro del tutto personale; ho studiato grafica, non psicologia, e quello che so sulla salute mentale viene da miei approfondimenti personali. Eppure lei ha trovato il mio lavoro onesto e questo mi ha fatto molto piacere.

Tavola da "Perché Sei Qui?" di Greta Xella e Francesca PicozziA proposito dei tuoi studi, come disegnatrice sembri influenzata dal manga, è così?
Per dirla tutta sono nata e cresciuta sia con i manga che con Skorpio e Lanciostory, perché mio padre era un collezionista di fumetti erotici. Topolino in casa non l’ho mai avuto, sono cresciuta tra Bernet e i manga che mi compravo da sola – quindi mi capitava qualunque cosa, non c’era nessuno che controllasse cosa leggessi. Il primo manga che ho letto è stato Video Girl Ai, che, ironicamente non si allontanava molto da quello che trovavo sui fumetti di mio padre! (ride)
Pur non facendo quel genere lì, mi è rimasta la passione e il fascino di rappresentare la morbidezza delle forme femminili e di scegliere delle donne come protagoniste per le mie storie.

Dopo ogni capitolo c’è un intermezzo da parte di Francesca che approfondisce le dinamiche psicologiche appena raccontate in fiction. Questo lascia intendere che il volume può avere uno scopo pedagogico, e che è stato pensato per i più giovani.
, certo è pensato per i giovanissimi. È un’infarinatura iniziale per spiegare che cos’è la terapia e quante cose può risolvere. Non c’è bisogno di arrivare a dei casi estremi per aver bisogno di un supporto terapeutico. Si può anche fare per piccole cose: fatti che succedono a scuola, piccoli incidenti di percorso che un preadolescente o adolescente può avere… Magari si ha paura di chiedere in casa per vergogna e quindi c’è bisogno di una figura esterna come appunto è la psicologa. Francesca ha voluto approfondire quello che abbiamo inserito nei capitoli perché speriamo che docenti e genitori usino questo libro come strumento per parlare con i figli. Mentre la storia a fumetti è indirizzata più al lettore giovane, quella parte di approfondimento lì è più indicata all’adulto che vuole contestualizzare il lato “fiction” realizzato a fumetti.

Secondo te c’è più sensibilità ultimamente sul tema della salute mentale?
Secondo me i giovani sono molto più attenti alla propria salute mentale e stanno imparando a mettere dei paletti sia nel lavoro che nella scuola e finanche nelle amicizie a proposito di cosa è consentito e cosa no nelle relazioni. Rimane difficile ancora il confronto con i genitori o con le figure un pochino più grandi. Noi millennial siamo probabilmente la prima generazione di genitori (chi più, chi meno) che potrebbe avere questo tipo di attenzione e apertura verso la salute mentale però già la fascia dopo la nostra, quindi chi oggi ha oltre i 45 anni, non credo affatto sia sensibile al tema.

Perché secondo te è ancora un tabù parlare di terapia (e andarci)?
Per paura del giudizio secondo me. Io ho una persona in casa con una sindrome ben definita che avrebbe bisogno di terapia e ho visto per tutta la sua vita negare, anzi proprio rifiutare questo tipo di aiuto. Andare in terapia significava non solo ammettere di avere un problema, ma anche fare i conti con quello che avrebbero pensato le altre persone, poiché c’è questa credenza del “vai in terapia = sei pazzo”. Non è affatto così e soprattutto non dovremmo precluderci la salute perché teniamo conto del giudizio degli altri.

Tra i sei personaggi di Perché sei qui? a quale sei più legata?
Mirea. È quella in cui mi rivedo di più. È arrabbiatissima come ero io da ragazzina. Io ora sto meglio grazie anche alla terapia, però da ragazzina ero sicuramente una Mirea, non tanto per quanto riguarda l’autolesionismo, ma soprattutto nel provare questa rabbia che nessuno sembra sentire e quindi hai bisogno di fare veramente tanto casino per essere vista.

Tavola da "Perché Sei Qui?" di Greta Xella e Francesca PicozziHai avuto dei momenti in cui la lavorazione si è rivelata difficile?
Proprio nel capitolo di Mirea ho avuto più difficoltà perché mi è sembrato di rivivere certe situazioni.

C’è un’interessante serie tv adattata in varie lingue, si intitola In treatment, che utilizza uno schema narrativo simile a quello che avete impostato voi. Ad ogni stagione viene raccontata la terapia di nuovi personaggi: c’è la possibilità che farete anche voi varie “stagioni” con altri pazienti?
Magari! La volontà c’è, poi bisognerà vedere che cosa proponiamo noi a Tunué e se la casa editrice avrà interesse a continuare questa lavorazione. So che Francesca ha una lista lunga di problematiche da raccontare!

Oltre questo hai altri progetti in cantiere?
, ho un altro fumetto in arrivo con Bao Publishing che sarà una sorta di seguito di Figlia di Luna, nel senso che l’universo in cui è ambientata la storia sarà lo stesso. Ci sono però nuove protagoniste, due figure che definirei complementari e toccherò anche stavolta un altro tema legato alla salute mentale.

Diamo quindi il via allo Xellaverse!
(ride) Sarebbe stupendo! La mia aspirazione è di creare una struttura solida e credibile che i lettori possano ritrovare in tutte le mie storie. Per adesso sto lavorando sulla cosmogonia, la religione e su un alfabeto… Mi auguro di fare un bel lavoro, nel mio piccolo.

Grazie del tuo tempo Greta, auguri per i tuoi prossimi progetti.

Intervista realizzata dal vivo a Più Libri Più Liberi, il 7 dicembre 2024

Greta Xella

Fumettista e grafica pubblicitaria, ha debuttato come autrice unica di fumetto nel 2021 con Figlia di Luna sotto etichetta Bao Publishing, dopo diversi anni di autoproduzione e illustrazione che l’hanno vista collaborare con Renape e RenBooks. Tra i titoli più importanti di questo periodo, si ricordano Lepidophylla, Theseus e Unsistered.
Nel 2024 pubblica con Tunué Perché sei qui? su testi della psicologa Francesca Picozzi, mentre continua a lavorare anche come storyboardista e development astist per la Tv e il cinema.

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