Il giorno perduto segna l’esordio fumettistico nel racconto lungo di Cammamoro, nome d’arte di Antonio Cammareri, già noto come illustratore per numerose testate giornalistiche, tra cui Domani e il Corriere della Sera e per alcune storie brevi realizzate per riviste indipendenti.
L’autore di origini siciliane racconta la scoperta da parte dell’esploratore Ferdinando Magellano del passaggio situato tra l’Oceano Atlantico e quello Pacifico che permise il raggiungimento delle Indie attraverso la circumnavigazione dell’America del Sud.
Uno dei fatti storici che ha cambiato per sempre la storia della navigazione e della geografia conosciuta, ma al contempo una grande impresa che reclamò un prezzo molto alto di vite.Dopo un’infinità di problemi, la circumnavigazione prese ufficialmente il via nel 1519 su cinque navi e con più di 200 uomini imbarcati di differente nazionalità: italiani, spagnoli, francesi, greci e addirittura un sumatrano.
Tra i pochi sopravvissuti (una novantina divisi tra le varie imbarcazioni) di quel viaggio infernale uno dei più noti è l’italiano Antonio Pigafetta, collaboratore di Magellano e conosciuto come storiografo e redattore dei diari di viaggio, autore della Relazione del primo viaggio intorno al mondo, resoconto completo dell’impresa.Il fumetto inizia proprio quando lo storiografo vicentino si accorge che, controllando i libri che ha minuziosamente compilato, un giorno sembra misteriosamente scomparso e nessuno ha memoria di cosa possa essere successo in quelle ventiquattro ore di vuoto.
Pigafetta diventa così il perno della narrazione, interrogando i vari sopravvissuti e cercando di ricostruire il mistero attraverso i loro frammentari e contradittori ricordi. Pur arrivando alla fine a una spiegazione logica, l’autore utilizza questo espediente per costruire una sorta di straniante e avvincente thriller storico in cui ognuno sembra voler aggiungere dei tasselli a un mosaico che non sembrano però combaciare.
Cammamoro, utilizzando in modo intelligente la tecnica del flashback, interseca continuamente la linea di racconto presente con quella passata, calamitando l’attenzione del lettore e portando la sua attenzione sulla drammaticità di un viaggio insostenibile ed esasperante fino al salvifico approdo ormai insperato. Sugli scontri che si acuiscono sempre di più tra Magellano e i suoi ufficiali, ma anche tra i marinai stessi, divisi ormai in fazioni, la rottura raggiunge un punto di stress insanabile arrivando quasi all’ammutinamento, perché se l’obiettivo sembra irraggiungibile, la mente vacilla.Se con lo sbarco nelle Indie la critica alla prepotenza del colonialismo e la sua massificazione distruttiva diventa scontata nell’ottimizzazione del racconto, quello che colpisce maggiormente nella disamina dell’autore è come l’uomo sembra utilizzare in alcuni casi una memoria selettiva per eliminare i ricordi più dolorosi o gli atti più atroci, subiti e commessi. L’arrivo nel paradiso perduto, l’incontro con i nativi e la loro ospitalità, dopo l’idillio e le buone intenzioni iniziali diventa infatti una discesa brutale in un inferno poco religioso ma assai terreno, umano nella sua feroce voracità.
Questa fallibilità, questa insicurezza che si tramuta in violenza, viene colta in pieno dai disegni di Cammamoro che, pur utilizzando una griglia regolare alternata a pagine con illustrazione completa, riesce a cogliere sia l’aspetto più fisico della vicenda, le traversie degli uomini e i loro folli comportamenti, sia quello legato alle forze della natura.
Le sue tavole, maestose nella realizzazione, ci mostrano potenti onde che ricordano quelle di Hokusai ne La grande onda di Kanagawa, tempeste e venti indomabili e una foresta distorta e ambigua che si chiude sullo straniero come un grembo materno, portandolo a una onirica consapevolezza della sua eterna inadeguatezza rispetto agli elementi che muovono il creato.
La colorazione, calda e armoniosa, riesce a dare consistenza, quasi colmare le figure umane e animali, le forze primigenie che popolano il racconto, donando loro una sostanza che ne mette in risalto il carattere e le debolezze, il portamento e la fierezza, la potenza e caducità.
Il giorno perduto si dimostra un esordio sorprendente per padronanza e utilizzo del mezzo da parte di Cammamoro che si svincola dalla pura illustrazione dimostrando le sue notevoli capacità di story telling con un racconto ben calibrato nei dialoghi e nella scrittura, capace di lasciare il giusto spazio allo sviluppo puramente illustrativo, andando così a inserirsi con merito nella corrente artistica di Igort, di Giorgio Carpinteri, di Gabriella Giandelli e, naturalmente, di Lorenzo Mattotti.Un bel fumetto che parla di caparbietà e debolezza morale, due facce dell’essere umano così distanti; eppure, sempre presenti e insite nelle sue radici, un libro che parla di differenze che ancora oggi sembrano amaramente incolmabili se non tramite una prevaricazione culturale e territoriale. Un volume che parla di memorie e dell’imprescindibilità che esse possono avere sul nostro presente e sul nostro futuro. Perché, in fondo, siamo quello che scegliamo di ricordare.
Abbiamo parlato di:
Il giorno perduto
Cammamoro
Oblomov Edizioni, 2023
96 pagine, brossurato, colori – 22,00€
ISBN: 9788831459686
Il giorno perduto di Cammamoro: la necessità di dimenticare
Oblomov Edizioni pubblica "Il giorno perduto", convincente prova d'esordio di Cammamoro.
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