Il Collettivo Moleste continua a fare rumore

Il Collettivo Moleste continua a fare rumore

A maggio 2022, l’Editrice Il Castoro pubblica l’antologico Fai rumore con il contributo del Collettivo Moleste. Ne abbiamo parlato con due delle autrici, Francesca Torre e La Tram.

Moleste è un collettivo femminista e uno spazio di mutuo ascolto, nato dalla necessità di un gruppo di autrici di condividere i propri vissuti di abuso o di discriminazione sessista nel mondo del fumetto, con l’obiettivo di combattere i comportamenti abusanti e nocivi nel mondo del Fumetto, che mortificano chi li subisce e avvelenano l’ambiente per tutti. Il collettivo non è solo un gruppo di denuncia, ma un luogo di riflessione, un laboratorio in cui iniziare a immaginare un ambiente più paritario e più inclusivo, in cui la professionalità sia realmente riconosciuta a tutti i livelli.

Abbiamo incontrato Francesca Torre e Margherita “La Tram” Tramutoli, in rappresentanza del gruppo, per fare il punto della situazione sull’attività di Moleste a quasi due anni dalla sua fondazione e ragionare con loro sul progetto corale che ha prodotto l’antologico Fai rumore, pubblicato dall’Editrice Il Castoro a maggio 2022.

Fai rumore_coverUn saluto all’intero Collettivo Moleste e grazie per il vostro tempo.
Partirei parlando di Fai rumore, l’antologico a fumetti che avete pubblicato con l’Editrice Il Castoro, e quindi dall’inizio, dalla copertina: come è avvenuto il coinvolgimento di Grazia La Padula e in che modo siete arrivate al progetto grafico che ora vediamo?

Grazia fa parte del collettivo praticamente da quando è nato, e Il Castoro ha chiesto espressamente di lei per la cover. Concordavamo che la copertina dovesse esprimere in modo inequivocabile un senso di collettività che metaforicamente rimandasse al sostegno reciproco, e che fossero rappresentati corpi e fisicità più diversi possibile.

Invece il titolo del libro, Fai rumore, quando e come è nato? Qual è il messaggio che porta con sé?
Il titolo è nato dopo. Quello provvisorio era semplicemente Moleste, ma a libro finito abbiamo convenuto con le editor che avremmo potuto trovare qualcosa di più eloquente.
Fai rumore è stato scelto perché ci piacerebbe che questo volume incoraggiasse un dialogo tra chi ha subito un abuso e la famiglia, gli amici, chiunque possa essere di supporto per cominciare a condividere esperienze che normalmente tendiamo a voler dimenticare, a rimuovere, ma che ci condizionano inevitabilmente la vita.

Come è stato assemblato il gruppo di autorз che firmano le nove storie?
Parte deglз autorз sono membrз del collettivo, altrз sono statз contattatз perché amiamo il loro stile e il loro modo di raccontare e lo trovavamo in particolare adatto per questo tipo di progetto e di target. In tutti i casi, evidentemente, condividiamo con questз autorз una sensibilità simile sulle tematiche trattate.

Fai rumore si fa portavoce degli intenti del collettivo Moleste, ma si rivolge a un pubblico young adult, che è poi il target del Castoro. È stato complesso trovare il linguaggio giusto per veicolare efficacemente il vostro messaggio a lettorз tanto giovani?
Quando abbiamo fondato il collettivo non era la prima azione a cui avevamo pensato quella di realizzare un’antologia a fumetti con un target young adult, ma quando ci è stata proposta ci è sembrata un’idea molto efficace e potenzialmente utile, per cui anche la sfida di trovare un linguaggio adatto ai ragazzi che parlasse di temi così delicati è stato estremamente stimolante.

Fai rumore_tav5A diverse settimane dall’uscita del libro, come percepite la risposta del pubblico a quella che è di fatto la prima pubblicazione curata dal collettivo?
È ancora presto per dirlo, ma a giudicare dai feedback diretti di lettorз che ci scrivono sui social sembra piuttosto bene. La cosa incoraggiante è che ci scrivono non solo lettorз in target, ma anche altrз più adultз, che ci dicono di essersi riconosciutз in esperienze simili vissute anni prima, o che leggere alcune di quelle storie è stato come sentirsi accoltз dopo anni di sensi di colpa, mortificazioni e vergogna, e per noi questo è molto significativo.

Alcunз di voi sono insegnanti, e Fai rumore sarà presentato, nei prossimi mesi, negli istituti scolastici grazie al Progetto Scuole del Castoro. Come percepite sarà parlare di tematiche di genere e comportamenti abusanti in contesti come questi? Avete già ricevuto dei feedback da studentз e insegnanti?
Il Progetto Scuole Castoro inizierà a partire della riapertura dell’anno scolastico, ma nel frattempo abbiamo partecipato a due festival dedicati ai ragazzi: uno a Rimini, Mare di libri, e uno a Bari, il Legal Young City.
Entrambi ci hanno aperto il cuore per il modo in cui il libro è stato accolto e per le domande che ci hanno posto, più sentite e serie che mai, esperienze che ci fanno davvero ben sperare rispetto alla consapevolezza dei giovani su questi temi.

La frase di lancio del libro – che è contenuta anche nella storia firmata da Francesca Torre e La Tram, Due di una – è “Nessuna può farlo per te, ma non devi farlo da sola”. Cosa significano per voi queste parole?
“Nessuna può farlo per te” perché il desiderio di affrontare e lavorare sul trauma non può venire da altri che da noi stessз, ma è vero anche che “non devi farlo da sola”, nel senso che contribuire a creare un ambiente più accogliente, di ascolto e non giudicante può aiutare chi subisce questo tipo di abusi a sentirsi legittimato a parlarne.

Fai rumore_tav69Fai rumore racconta di violenze che si nascondono nel quotidiano, spesso invisibili allo sguardo esterno e concepiti come trascurabili da abusatƏ e abusante. Quanto può essere pervasiva la violenza, la molestia, l’abuso su un soggetto, specie se non trova il modo di rompere il muro del silenzio?
La violenza ha molti volti più o meno espliciti, è vero. Ed è tanto più pervasiva quanto più è culturale, cioè sedimentata nelle abitudini quotidiane e quindi serpeggiante perché non sempre evidente. Possiamo provare disagio per un tipo di violenza reiterata che anche solo pochi anni fa veniva derubricata come “goliardata”, “scherzo” (pensiamo al fat shaming o allo slut shaming), ma che invece piccona giorno dopo giorno la nostra autostima e ci fa temere di non essere degnзdi amore o di rispetto, una deriva molto pericolosa.

Questo non è un libro che parla solo di donne né si rivolge solo alle donne. È, anzi, inclusivo non solo nella scelta di un autore come Davide Costa che affianca Eli2B nella storia intitolata Sotto pressione, ma anche dal racconto che chiude il volume, Ascoltami, che offre anche il punto di vista di un ragazzo schiacciato dagli obblighi imposti da una società maschilista e patriarcale come quella in cui tuttз noi siamo cresciutз.
È cambiata la consapevolezza degli uomini rispetto alle tematiche di genere e quanto ancora c’è da fare in tal senso?
Sicuramente qualcosa sta cambiando. Sta passando sempre di più l’idea che il femminismo non sia un concetto che mette due fazioni l’una contro l’altra, ma che punta alla parità con naturali conseguenze positive su tutte le identità. Certamente, il percorso è ancora lungo e spesso ci si trova davanti a poca consapevolezza su questo e altri concetti e si combatte contro un pregiudizio che vede l’antisessismo come un meccanismo di vendetta. Molto dipende da come il femminismo e le sue istanze sono raccontate dai media generalisti, quelli che oltrepassano la bolla delle attiviste e degli alleati. Poi, però, la palla passa necessariamente alla voglia di ognunз di mettersi in discussione e di riconoscere e combattere il proprio privilegio.

Fai rumore_putNegli ultimi anni l’opinione pubblica si è sensibilizzata, ma in certi contesti c’è ancora troppa pressione sulle e sui survivors e, soprattutto, il rischio di vittimizzazione secondaria è sempre presente. Un libro come Fai rumore, ma anche le azioni introdotte dal collettivo Moleste cosa possono fare e fanno concretamente in questa direzione?
Il nostro contributo è creare immagini che non cedano agli stereotipi delle vittime, cosa che col fumetto si può fare in modo molto efficace. Le nostre sono storie di survivors e delle persone che stanno loro accanto, come funzioni di un cambiamento e di un percorso – sia che siano alleatз, sia che vi si oppongano. L’attenzione è quindi sulle protagoniste e sul protagonista, ma in modo diverso da come i media spesso e volentieri fanno. Non c’è una colpevolizzazione, né un indugiare in dettagli shock per il gusto morboso del dramma, ma l’abuso è raccontato con onestà intellettuale, dando un messaggio universale ma senza dimenticare che ogni storia è una storia a sé e che giudicare, oltre a non servire a nulla, è solo deleterio. Quello che possiamo fare – ed è molto più concreto e faticoso di quanto si possa credere – è mettere in discussione le forme di narrazione della violenza e mettere in campo esempi in controtendenza rispetto a una narrazione mortificante e voyeristica.

Moleste è nato ufficialmente il 27 ottobre 2020. Dopo quasi due anni di attività, qualcosa è cambiato nel mondo del Fumetto?
I tempi per il cambiamento sono lunghi. Anche qui, bisogna stare attenti a non delegare tutta la responsabilità di un cambiamento alle attiviste, aspettandosi che si facciano carico anche delle coscienze altrui. La nostra azione è stata unirci, fare un primo passo, trovare strumenti concreti di aiuto per chi subisce comportamenti abusanti, tramite CAV (Centri Anti Violenza) e quindi supporto psicologico e legale ad hoc all’interno di contesti sicuri e non colpevolizzanti. Tuttavia, se il cambiamento avverrà sarà perché professionistз e non si metteranno in discussione e si interrogheranno sui propri comportamenti. Parimenti, le potenziali vittime possono avere degli strumenti in più per leggere ciò che sta accadendo loro. Ma questo non basta: è sempre chi detiene il “potere” a doversi rendere conto della propria responsabilità. La vittima può esserne consapevole o meno, ma se subisce una pressione per via della sua posizione, la consapevolezza rischia di diventare frustrazione. Il cambiamento nascerà da un clima di collaborazione.

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Dopo Fai rumore c’è qualche nuovo progetto editoriale a cui state lavorando come collettivo?
Stiamo lavorando a una fanzine, per un target diverso rispetto a Fai rumore. Sarà divertente, sarà un “luogo” di espressione libera. Ma presto daremo più dettagli. Come si suol dire: ne riparliamo a settembre.

Intervista condotta via e-mail a luglio 2022.

Collettivo Moleste

Dal desiderio attivo e progettuale di un gruppo di autrici del fumetto italiane, nell’ottobre 2020 nasce Moleste, collettivo femminista e spazio di mutuo ascolto. Il collettivo parte dall’esigenza di condividere le proprie esperienze in merito a comportamenti molesti e sessisti che hanno coinvolto, negli anni, in Italia, molte professioniste e aspiranti autrici. Tuttavia, al di là della denuncia, Moleste si propone come spazio di riflessione, per la costruzione di un ambiente autenticamente nuovo, in cui tutte e tutti possano godere degli strumenti della parità, dell’inclusività e di una professionalità realmente riconosciuta, non solo a livello economico e sindacale, ma libera da ingerenze relative al genere e all’età.

Francesca Romana Torre

francesca romana torreNata nel 1988 a Roma, affianca i suoi studi di carattere storico artistico alla scrittura giornalistica tra Bologna e Parigi. Ha collaborato con Dinamo Film, per cui ha scritto, tra gli altri, il documentario Vicine sulla Casa delle Donne Lucha Y Siesta. Per Dinamo Film scrive il suo primo lungometraggio, dal titolo provvisorio de La Macara, basato sugli studi antropologici del matriarcato salentino. Ha lavorato come sceneggiatrice anche con Amarcord Film. È attualmente la curatrice della sezione fumetti del sito di cultura pop Stay Nerd e proofreader presso la Panini Comics Italia. Con la Casa delle Donne Lucha y Siesta collabora anche come ufficio stampa, e come direttrice artistica della rassegna Al di là dei generi, svolta durante l’estate 2021.  Dopo la pubblicazione dell’articolo dal titolo “Di che parliamo, quando parliamo di molestie nell’Italia del fumetto” (21 luglio 2020) fonda – insieme ad altre autrici e artiste – il collettivo Moleste – per la parità di genere nel fumetto.

Margherita “La Tram” Tramutoli

la tramLa Tram, nata a Potenza e livornese d’adozione, si laurea in Relazioni internazionali all’Orientale di Napoli per poi diplomarsi in Fumetto e colorazione digitale alla Scuola italiana di comix. Inizia lavorando come grafica per la cooperazione internazionale. Approda all’illustrazione e al fumetto lavorando con Barta Edizioni, NPE, Eris, Beccogiallo, Bao Publishing, Feltrinelli. Il suo è uno stile inconfondibile che mescola la potenza espressiva del movimento dei corpi a quella del colore, in una costante ricerca che riesce a restituire al tempo stesso un tratto definito e minimale e un universo simbolico ricchissimo composto da scenari onirici e mondi lontani. Ha al suo attivo collaborazioni con DeAgostini, l’Espresso, Corriere della Sera, Tlon, Sonzogno, Linus, Jacobin Italia. Per due anni selezionata nell’Annual di Autori di immagini, insegna Teoria del colore alla The Sign Comics&Arts Academy di Firenze.

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