“Valentina non è un’esibizionista candida: non nasconde certo il suo corpo, fortunatamente, non lo capitalizza, si spoglia di frequente anche senza che le strappino le vesti di dosso, ma è abbastanza consapevole, non stordita né maliziosa.”
(Dalla prefazione di Oreste Del Buono)
Valentina fu una grande rivoluzione del fumetto italiano. Il decennio degli anni ’60 fu di per sé rivoluzionario per il nostro bel paese (e per una bella fetta di mondo); basti pensare al 1968, l’anno delle rivolte operaie, studentesche e via dicendo, accomunate da un profondo malessere sociale.
Ed è singolare che le storie racchiuse in questo bellissimo volume pubblicato dalla Rizzoli MilanoLibri appartengano proprio all’anno simbolo della contestazione.
Occorre sprecare parole per dire chi è Valentina? Credo che lo sappiano tutti così come credo che l’eroina creata da Guido Crepax nel 1965 sia ancora sulla cresta dell’onda a giudicare dai vari gadget e ristampe che affollano librerie e fumetterie.
Il caschetto alla Louise Brooks (immortale diva del cinema muto), una “frangetta che sconvolse l’Italia” (per usare le parole di Giampiero Mughini) e un fisico che sprigiona erotismo e sensualità sono una parte degli ingredienti che l’hanno resa il personaggio simbolo dell’eros ma soprattutto della libertà e dell’indipendenza.
Ma Valentina è stata molto di più. Quando comparve per la prima volta sulle pagine della splendida rivista Linus, nel 1965, il sensuale personaggio di Crepax era soltanto la fidanzata del protagonista principale, il critico d’arte Philip Rembrandt detto Neutron, una specie di supereroe capace di neutralizzare con lo sguardo. Ben presto l’eroina dal caschetto nero predominerà sulle pagine della rivista ideata da Giovanni Gandini e conquisterà totalmente i lettori diventando la protagonista incontrastata del fumetto di Guido Crepax.
Da quel momento nulla ha potuto fermare l’artista milanese che ha fatto vivere alla sua Valentina avventure che vanno dalla vita quotidiana alla fantascienza, dalla cronaca al surrealismo, passando per la fantapolitica, la satira, la letteratura e il cinema d’autore e ideando uno stile personalissimo e inimitabile, che lo contraddistinguerà fino alla sua scomparsa.
Eppure allo stile che l’ha reso famoso in tutto il mondo, si contrappone quello degli esordi, già carico di quell’originalità che l’avrebbe sempre accompagnato.
Le due storie presenti nel volume, Nei sotterranei e Valentina perduta nel paese dei soviet, sono un perfetto esempio del primo stile di Guido Crepax; anche qui abbiamo un sapiente mix dei generi precedentemente elencati che trova nell’erotismo l’anello che accomunerà tutte le avventure di Valentina: un erotismo onirico che si manifesta soprattutto nei suoi sogni, nei suoi deliri psicoanalitici che fanno di lei il simbolo della rivoluzione femminista in voga negli anni ’60; due storie che, nonostante la complessità narrativa, ci fanno conoscere un modo di raccontare mai visto prima nel fumetto, tra dialoghi intellettuali e tavole che sembrano esplodere a causa di una ricchezza compositiva e figurativa di cui Crepaxsarà uno degli autori migliori.
Senza dimenticare i riferimenti alla letteratura, alla musica, al cinema e alla storia: il romanzo di Verne Viaggio al centro della terra, la musica del grande cantante lirico Fëdor Ivanovič Šaljapin, il cinema di Ejzenstejn e la minaccia nazista sono solo alcuni dei rinvii culturali con cui Crepax arricchisce uno dei suoi capolavori, forse non il più famoso (come il ciclo di Baba Yaga) ma sicuramente il più rappresentativo, onirico e contorto. Un vero e proprio sogno a occhi aperti, confuso, psicologico, inimitabile; in queste pagine c’è tutto il Crepax che verrà, pagine nelle quali si fa luce sul passato del personaggio di Neutorn e si scoprono tutte quelle caratteristiche che faranno di Valentina l’eroina più amata (e odiata) del fumetto italiano.
Inquietanti e intellettuali, ma allo stesso tempo intrise di cultura pop del periodo, le storie racchiuse in questo primo volume dedicato al caschetto nero più sensuale dei comics hanno un grande valore culturale nel panorama fumettistico italiano e non, perché vi è racchiusa tutta la carica rivoluzionaria di Valentina e del suo autore.
Una rivoluzione, oggi, difficilmente eguagliabile.
Curiosità
Il primo episodio di Valentina si intitola “La curva di Lesmo”. Oltre ad avere i tratti di Louise Brooks, Valentina è nata il giorno di Natale come la moglie di Crepax, Luisa. Caso anomalo nel fumetto, Valentina invecchia con il passare degli anni proprio come una persona reale.
Le storie dell’eroina di Guido Crepax sono state pubblicate in tutto il mondo; in Argentina, addirittura le fu cambiato il nome: invece di Valentina, Neutron (assurdo eh?).
Edizione Consigliata
L’edizione della Milano libri del 1968 (e le successive ristampe) a distanza di cinquant’anni è ancora ottima: cover cartonata e soprattutto il meraviglioso saggio di Oreste Del Buono, A proposito di tutte quelle signore (da Annie a Valentina) che ripercorre tutte le eroine della storia dei fumetti facendo un paragone con Valentina.
Altre edizioni
Dell’edizione consigliata, oltre alla prima del 1968, esistono varie ristampe: 1972, 1978 e 1988.
Le due storie presenti nel volume sono state racchiuse nel bel volume brossurato pubblicato dai Magazzini Salani, I Sotterranei. Anche la Blue Press negli anni ’90 aveva realizzato una serie di volumi brossurati a un prezzo contenuto: nel n. 2 compare la storia I sotterranei. Inoltre va segnalata, per l’ottimo livello qualitativo, la serie di volumi cartonati realizzata dal Corriere della sera nel 2007 di cui il secondo volume contiene le storie consigliate.
Recentemente l’Archivio Crepax hanno realizzato un volume, Valentina. Strega comanda colore (White Starr Edizioni) con alcune delle storie più rappresentative di Valentina, tra cui I sotterranei, in versione colorata; operazione interessante anche se Crepax rende molto di più in bianco e nero.