Lo spazio Agorà 3 di Cartoomics 2017 allestito nel pomeriggio del 4 marzo per la premiazione di Giorgio Cavazzano, vincitore del Cartoomics Artist Award 2017, era gremito di appassionati, colleghi ed estimatori del grande disegnatore veneto.
È forse questo l’elemento principale da rilevare: il grande e caloroso affetto trasversale che Cavazzano è in grado di attirare e che riguarda una vasta fetta di pubblico, anche tra chi non segue abitualmente il fumetto Disney. Non è un caso se, appena presa la parola dopo l’introduzione del moderatore Loris Cantarelli, è stato proprio il protagonista di questa celebrazione a sottolineare quanto quell’affetto sia per lui la cosa più importante.
L’evento in sé non ha riservato grandi sorprese a livello contenutistico e gli aneddoti più interessanti erano già stati espressi dal premiato durante la conferenza tenuta alla scorsa Lucca Comics. Non è quindi su questo aspetto che si vuole concentrare il presente pezzo quanto piuttosto sull’umanità dell’uomo Cavazzano, che ancora una volta risalta e che costituisce uno degli snodi fondamentali del suo essere e dell’affetto che sa calamitare: quando ammette di sentirsi molto fortunato per come è andata la sua vita non si riferisce probabilmente solo alle circostanze che gli hanno permesso di conoscere il maestro Romano Scarpa e avviare così la sua carriera, ma anche alle persone che ha conosciuto e con cui ha lavorato e che gli hanno permesso a vario titolo di poter realizzare quello che ha creato.
Citare Tiziano Sclavi, Giorgio Pezzin, Rodolfo Cimino, Silvano Mezzavilla, Carlo Chendi, François Corteggiani, Tito Faraci, Casty, Fausto Vitaliano, Roberto Gagnor e gli altri sceneggiatori con cui ha lavorato con soddisfazione non suona quindi come una sorta di piaggeria, ma come un sentito ringraziamento per quell’esperienza condivisa di una storia a fumetti.
Per questo, quando dice che Topo Maltese (avventura presente nel numero di Topolino uscito in concomitanza con la fiera milanese) è forse la sua migliore storia l’affermazione colpisce l’auditorio, in particolare lo stesso Bruno Enna che l’ha scritta: eppure Cavazzano lo pensa davvero e in fondo basta sfogliare le tavole della parodia per vedere la dedizione con cui ha realizzato ogni tavola.
L’umanità di Cavazzano si denota ancora in due momenti verso la conclusione dell’evento: quando una domanda dal pubblico lo porta a parlare di Cimino e al momento della premiazione. Nel primo caso c’è tutto l’affetto verso un autore e un amico di vecchia data scomparso, raccontato attraverso un aneddoto personale e citando la sua Reginella come il personaggio a cui è più legato tra quelli creati graficamente, nel secondo la genuina gioia commossa di fronte a un riconoscimento prestigioso e al lungo applauso da parte del pubblico.
La premiazione ha dunque mostrato una Disney Italia lieta di stringersi attorno a un uomo che non rappresenta solo un grande artista a tutto tondo, ma anche un simbolo di quello che dovrebbe essere sempre il fumetto Disney: calore, passione e dedizione verso questi personaggi alla continua ricerca del miglior modo per interpretarli.
Giorgio Cavazzano vuole bene a Topolino, Paperino, Zio Paperone e a tutti gli altri, così come ai lettori che chiama “amici” senza problemi in forza della comune passione: approccio non così comune che si fa apprezzare da pubblico, colleghi e addetti ai lavori.
In questo modo le celebrazioni per i 50 anni di carriera non sono risultate dovute e fini a se stesse, ma una vera festa a cui è statp bello partecipare.