Il martedì e il mercoledì in USA sono i giorni dedicati all’uscita dei nuovi albi a fumetti, molti dei quali sono numeri di esordio di serie e miniserie, i first issue.
First Issue è la rubrica de Lo Spazio Bianco dedicata ai nuovi numeri uno in uscita negli States! In questo episodio #78 ci occupiamo di alcune delle novità uscite nelle prime due settimane di febbraio 2021.
Marvel Comics
Di seguito, le copertine delle novità della Marvel Comics.
DC Comics
Scritta da Dave Wielgosz e disegnata da Sumit Kumar, fa il suo debutto una nuova miniserie in cinque parti dedicata al ferale pipistrello umano nemico di Batman. La versione del personaggio qui presentata si rifà a canoni più tradizionali, rispetto a quella dell’eccentrico scienziato-pipistrello vista recentemente in Justice League Dark, ponendo l’accento sull’introspezione psicologia del protagonista e sulla dicotomia uomo-animale che caratterizza il suo essere.
Il dottor Kirk Langstrom viene descritto come una figura tragica, un uomo al suo punto più basso, la cui insalubre dipendenza dal siero di Man-Bat lo ha portato ad allontanare i suoi affetti più cari e a condurre una vita miserevole. Una esplicita metafora della tossicodipendenza, laddove l’ostinata negazione di avere un problema e l’aggrapparsi all’illusione di avere ancora il controllo della propria vita sono meccanismi che anche Kirk si ritrova ad abbracciare. Viene poi sviluppato il conflitto interiore tra le due metà dello scienziato, una relazione à la Jekyll e Hyde, dove la metà dotata di ali e zanne assume i connotati di una vera e propria personalità alternativa, senziente e che tenta costantemente di indurre il suo alter ego a cedere al richiamo del siero.
A livello di plot, l’albo offre una narrazione invero molto canonica, lineare e che non riserva sorprese di sorta, pur risultando comunque sufficientemente intrigante, grazie a sequenze d’azione dal buon ritmo, supportate anche dalla presenza di Batman, e fasi che offrono interessanti momenti di confronto tra i due pipistrelli di Gotham. I disegni mettono in mostra uno storytelling efficace, dove le scene più movimentate vengono gestite con chiarezza e dinamismo, mentre quelle più discorsive vengono rese incisive dall’abilità che il disegnatore ha nella resa del linguaggio del corpo e delle espressioni facciali.
Marco Marotta
Di seguito, le copertine della DC Comics.
Image Comics
Di seguito, le copertine delle altre novità della Image Comics.
Altri editori
Stati Uniti, anni ‘60 del XX secolo. Sogni di vita diversa, misticismi di derivazione orientale in forma di esotismi di massa, viaggi alla ricerca di sé in luoghi altri, ideali comunitari, volontà di mutare il sesso da strumento di potere e sopraffazione in fonte di piacere e gioia condivisa. Hashish e LSD con un’aura di mezzi di trasporto per voli magici, per raggiungere la comunione con la natura e l’universo, per perdersi in essi in sospensioni limbiche, esplosioni cromatiche, liquefazioni di forme, annullamento dei confini delle forme e delle identità individuali.
Tutto questo flusso di sensazioni emerge direttamente dalle tavole di Luna, ideato, scritto, disegnato e colorato da Maria Llovet per BOOM! Studios. Le linee morbide trasmettono la sensualità di gesti e movimenti, ulteriormente amplificata dalla resa dei volti, che sfrutta pochi tratti e macchie di colore (sentimento ricorrente: il pudore), dando quindi risalto a occhi e labbra. Gli elementi di paesaggio sono definiti con economia di linee e non di rado abbiamo vignette dove a far da sfondo alle figure umane sono dei gradienti cromatici. Ed è proprio attraverso il colore che il racconto trasmette e amplifica le emozioni e le sensazioni: anche dove l’immagine stessa è articolata e significante (ad esempio quando rappresenta l’effetto dell’assunzione di LSD), sono i contrasti e le giustapposizioni cromatiche che individuano ogni singolo elemento. Questo approccio richiama certo l’utilizzo di forme e colori nelle arti figurative del tempo (il termine tentante qui è “psichedelia”), ma è anche cifra visuale della Llovet, che già lo utilizzò per dar vita al There’s Nothing There, creato insieme a Patrick Kindlon (Black Mask Studios, 2017).
L’intreccio è al momento poco più di una raccolta di elementi di set-up: la protagonista, Teresa, si ritrova insanguinata nel deserto, senza memoria di come sia arrivata lì e perché. Incontra una piccola comunità (“Family of the Sun”) che vive a contatto con la natura e che la accoglie. Scopriamo che è ossessionata da alcune visioni, che si presentano in maniera estemporanea e che l’LSD sembra amplificare.
Sia la protagonista sia i membri della Family – quattro femmine e un maschio apparentemente dominante, in una struttura che sembra assai lontana dall’ideale della ricerca della parità di genere – sono ancora allo stato di figurine stereotipe: creature del presente, senza un passato, proprio per questo hanno una sfumatura di irrealtà magica, proprio come se la loro comunione con la natura avesse davvero avuto luogo e fossero diventate spiriti del luogo, con i loro rituali e i loro luoghi magici. Lo sviluppo dell’intreccio prevede ragionevolmente la ricerca delle origini delle visioni e forse il disvelamento delle storie dei personaggi: un allarmante “Someone is looking through my eyes” chiude infatti l’albo, come un cliffhanger, dopo che il maschio comunitario ha fatto ingerire a Teresa una pasticca allucinogena e fatto sesso con lei, fra pseudo misticismo e consuete pratiche di predazione.
Simone Rastelli
Il multiverso è una sfida e Red Sonja certamente non si tira indietro. Sceneggiata da Christopher Hastings per le matite di Pasquale Qualano e Jordi Perez, Sonjaversal è una nuova miniserie edita da Dynamite che si concentra su uno dei temi più in voga del momento, per quanto riguarda i prodotti di intrattenimento seriale.
Una versione della diavolessa hyrkaniana (Orange Sonja) si trova spettatrice di uno scontro tra un dinosauro/kaiju e un robottone: si apre così il primo capitolo che poi espande il discorso a un altro tempo e soprattutto a un altro luogo, rappresentato nelle tavole in modo suggestivo anche grazie alle tinte cupe di Kike J. Diaz. Proprio ricreando l’atmosfera ancestrale e rozza del passato, l’autore di Gwenpool, tra le altre cose, dà il meglio di sé, mentre alcuni dialoghi non appaiono molto fluidi, lasciando l’impressione di girare un po’ a vuoto. Diversamente, l’intreccio che porta alla conclusione dell’albo ha il pregio di aumentare l’interesse nella lettura, andando efficacemente dritto al punto. Più costante è l’apporto dei disegnatori, abili a raffigurare gli scontri con coreografie dinamiche e inquadrature sempre diverse. Il tratto nervoso dà corpo all’incertezza che avvolge l’intera vicenda, in attesa di sviluppi futuri al momento di difficile previsione.
Federico Beghin
Di seguito, le copertine delle altre novità.
Per questa puntata è tutto. Vi diamo appuntamento al 3 marzo 2021 con First Issue #79.
Stay tuned!
[Un ringraziamento al nostro Paolo Garrone, che cura la gallery delle cover sulla pagina Facebook de Lo Spazio Bianco per ogni puntata di First Issue.]