First Issue #51: il Batman di Bendis e i cinquant’anni di Vampirella

First Issue #51: il Batman di Bendis e i cinquant’anni di Vampirella

questa puntata prima della pausa estiva, fari puntati su varie serie Image e indipendenti e un’analisi di “Batman Universe #1”, miniserie dell’Uomo pipistrello firmata da B.M. Bendis. E i nostri cugini di “Wednesday Warriors” parlano del tanto discusso “Second Coming”.

 Ogni mercoledì in USA esce quasi un centinaio di albi a fumetti, molti dei quali sono numeri di esordio di serie e miniserie, i first issue.
First Issue è la rubrica de Lo Spazio Bianco dedicata ai nuovi numeri uno in uscita negli States! In questo cinquantunesimo episodio ci occupiamo delle novità uscite il 10 e il 17 luglio 2019.

Marvel Comics

In attesa del debutto dell’era mutante firmata da Jonathan Hickman, di cui parleremo nel First Issue Presenta delle prossima settimana, ecco le copertine delle novità Marvel.

DC Comics

Dopo Superman – Up in the Sky, storia di Tom King e Andy Kubert dedicata all’Uomo d’acciaio serializzata prima in esclusiva per la catena di supermercati Wallmart e poi riproposta nelle fumetterie, arriva Batman Universe, analoga operazione firmata da Brian Michael Bendis e Nick Derington di cui ci parla Marco Marotta.

Batman Universe #1

Batman Universe è la riproposizione, in forma di serie mensile, di una saga pubblicata originariamente all’interno degli albi del formato 100 Page Giants, rilasciati in esclusiva per la catena di negozi Wallmart.
La storia è scritta da Brian Michael Bendis, il quale opta per un approccio estremamente retrò alla narrazione. Questa infatti si contraddistingue per uno stile dinamico e a tratti sopra le righe, che però non rinuncia alle atmosfere più cupe e a una pragmatica serietà nello sviluppo dell’intreccio, in quello che può essere definito come un omaggio, da parte dell’autore, alla silver age del personaggio.
L’estrema competenza di Bendis nella stesura dei testi emerge ancora una volta dai dialoghi brillanti, che riescono, in una manciata di vignette, a dare una caratterizzazione precisa e riconoscibile anche ai personaggi secondari. Lodevole inoltre la gestione del ritmo, laddove Bendis riesce a equilibrare con oculatezza e fluidità le due principali scene d’azione, in apertura e in chiusura, con il passaggio centrale più calmo e compassato, deputato all’avanzamento dell’indagine condotta da Batman. D’altro canto, non si può però negare che la storia messa in piedi dall’autore di Cleveland appaia, almeno per il momento, anche piuttosto anonima. Si sente infatti la mancanza di quel guizzo creativo che ha contraddistinto la gran parte dei lavori di Bendis da quando è arrivato in DC, primo fra tutti la sua pregevole gestione di Superman, e a conti fatti Batman Universe finisce per dare la sensazione di essere una storia indubbiamente ben scritta ma anche abbastanza canonica e priva di reali elementi di originalità.
I disegni di Nick Derington svolgono un lavoro egregio, grazie a un tratto vivace che riesce a sottolineare tanto la fisicità del protagonista, quanto la frenesia dei combattimenti. Apprezzabili anche alcune trovate di storytelling, come la sequenza iniziale vista tutta in soggettiva, che favoriscono il coinvolgimento da parte del lettore.

Di seguito, le copertine delle altre novità DC.

Image Comics

È sempre Marco Marotta a parlarci di Reaver, novità targata Image Comics.

Reaver #1

Game of Thrones incontra la Suicide Squad in questa nuova serie scritta da Justin Jordan e illustrata da Rebekah Isaacs. In una terra medieval-fantasy vessata dalla guerra, uno sgangherato gruppo di criminali viene inviato in una disperata missione di sabotaggio oltre le linee nemiche, sotto la coercizione di un veleno che minaccia di porre fine alla loro vita in pochi giorni, dovessero mancare di assumere l’antidoto. Partendo da delle premesse effettivamente piuttosto derivative, l’autore confeziona un numero d’esordio che si rivela in realtà molto piacevole da leggere. Questo è merito prima di tutto di un cast sfaccettato, laddove i personaggi hanno caratterizzazioni sufficientemente diversificate da far risultare intriganti le interazioni tra di loro e l’alchimia generale che si viene a formare tra i vari protagonisti. Questo approccio, tuttavia, ha anche il demerito di portare a un leggero appiattimento dei personaggi stessi, finendo per incasellarli in stereotipi invero piuttosto triti (e, in questo frangente, la presenza di un personaggio praticamente identico a Harley Quinn rafforza ulteriormente le già palesi similitudini col supergruppo DC). Inoltre, malgrado il ritmo si faccia più lento nella parte centrale, propedeutica a presentare tutti i membri della squadra e a illustrare il background narrativo che fa da contorno alle vicende, Jordan riesce a gestire bene le sequenze d’azione in apertura e in chiusura dell’albo, carpendo così l’interesse del lettore e la sua curiosità in merito allo svilupparsi della storia.
I disegni convincono per un’estetica generale accattivante, fortemente debitrice della sopracitata serie HBO per quanto riguarda design di personaggi e ambientazioni. Non manca inoltre di una certa cura nei dettagli, come dimostrato dalla caotica scena di battaglia all’inizio o dalla panoramica della città verso la fine.

Federico Beghin ci parla invece di Unearth, nuova creazione di Cullen Bunn, Kyle Strahm e Baldemar Rivas.

Unearth #1

Cullen Bunn è un autore prolifico che, soprattutto quando lavora a fumetti creator owned, ama inserire nelle proprie storie elementi horror. Una breve e suggestiva sequenza che rimanda al genere è individuabile anche in Unearth, nuovo titolo fantascientifico sceneggiato insieme a Kyle Strahm.
Il Messico, un ospedale tristemente affollato, una strana malattia, la guerriglia, delle creature mutate e un mistero da risolvere: nel primo capitolo i vari elementi del racconto vengono presentati velocemente, tenuti uniti dalla missione esplorativa di una squadra di scienziati e soldati. Sia i primi che i secondi sono caratterizzati sommariamente: sono stereotipi che per il momento svolgono soltanto una funzione precisa nell’economia di una trama che punta, riuscendoci, a incuriosire il lettore.
Attraverso le parole dei personaggi è possibile intuire che cosa stia accadendo a Mitlan Itzá, ma com’è scontato che sia si ignora l’origine del problema. La curiosità aumenta proprio tenendo conto di quella sequenza horror, forse soprannaturale, a cui si faceva accenno, soprattutto perché è stata ambientata nel passato rispetto alle vicende principali.
Più degli atteggiamenti sopra le righe e del sarcasmo dei militari e dei dubbi dei ricercatori, sono i disegni di Baldemar Rivas a definire protagonisti e comprimari: il tratto sottile dà forma ad alcuni corpi dinoccolati e nervosi, ad altri ingessati e affaticati. Tra le varie figure si distingue, suscitando anche un sorriso, la sagoma particolare del Maggiore: un testone incredibilmente spigoloso poggia su un fisico tutt’altro che atletico. Il disegnatore ricorre a vignette di varie dimensioni, utilizzando le più piccole per inquadrare da vicino i volti, di cui enfatizza l’espressività, e le più grandi per trasmettere una sensazione di inquietudine, data non dalla ricerca del dettaglio ma dal monocromatismo acido e claustrofobico degli sfondi.

Di seguito, le copertine delle novità Image Comics.

Editori indie

Simone Rastelli ha letto per noi l’albo d’esordio di Ghosted in L.A., nuova produzione di BOOM! Studios.

Ghosted in L.A. #1

Daphne, adolescente di famiglia ebrea, sceglie di frequentare il college a Los Angeles, lasciandosi alle spalle la sua cittadina e la sua amica del cuore, Kristi Misti. Dietro questa scelta, più che l’ambizione o il desiderio di nuovi orizzonti, la volontà di stare vicina a Ronnie, il suo ultimo ragazzo.
Questo lo scenario iniziale di  Ghosted in L.A., serie creata e scritta da Sina Grace, illustrata da Siobhan Keenan, con l’aiuto della stessa Grace e per i colori di Cathy Le, messo in scena in tonalità seppia che lo separano nettamente dal racconto della vita al college, colorata e luminosa. Daphne cambia look e cerca amicizia in un posto nuovo, nel quale però perde uno  dopo l’altro i riferimenti attesi, finché non si imbatte in un gruppo di fantasmi che infesta una villa e che si rivelano interlocutori più disponibili dei vivi che incontra quotidianamente. Il racconto scorre con toni leggeri da commedia: Daphne appare come una ragazzina immatura, che si rende improvvisamente conto di aver sempre seguito scelte altrui, convincendosi che fossero proprie.
La leggerezza è anche la principale caratteristica visuale del racconto, che utilizza tavole costruite a griglie regolari e un tratto sottile con pochi dettagli e sfondi essenziali, non di rado semplici campiture monocrome.
Gradevole e godibile, Ghosted in L.A. manca però di una precisa identità, poiché situazioni e personaggi restano nell’ambito dei luoghi ricorrenti del genere commedia scolastica, senza nemmeno particolari drammatizzazioni che valorizzino le svolte della vicenda. I potenziali  punti di sviluppo sono certamente le dinamiche sociali fra Daphne e l’ambiente scolastico e la sua ricerca di equilibri fra la dimensione quotidiana e quella, per così dire, infestata dai fantasmi, che potrebbe offrire l’occasione di variazioni di registro.

Dynamite Entertainment regala una nuova serie a Vampirella per i suoi cinquant’anni: la analizza Marco Marotta.

Vampirella #1

Per festeggiare la vampira più provocante dell’industria del fumetto, Dynamite Ent. dà il via a una nuova serie regolare, scritta da Christopher Priest e disegnata da Ergün Gündüz.
Fin dalla scena iniziale, che fa partire la storia in medias res, presentando un immane disastro aereo di cui la protagonista è l’unica sopravvissuta, l’autore riesce a catturare immediatamente il lettore, grazie al suo coinvolgente stile di scrittura. Uno stile che non prende per mano i lettori, sommergendoli di spiegoni, ma che anzi mette in scena una narrazione inizialmente abbastanza criptica e che si prende il suo tempo per svelare i vari pezzi del mosaico narrativo. Ciò avviene mediante il classico espediente della narrazione in flashback, con continui salti tra passato e presente.
Una struttura più che rodata all’interno del medium ma che Priest utilizza al meglio, grazie a una buona gestione del ritmo, nell’alternanza fra le sequenze passate più movimentate e quelle presenti più dialogate, e alla convincente caratterizzazione dei due personaggi principali che dialogano durante le seconde. Tanto Vampirella quanto l’eccentrico psichiatra a cui racconta la storia, infatti, vengono tratteggiati dall’autore in maniera efficace e questo, insieme a una scrittura arguta dei dialoghi, riesce a rendere interessanti scambi di battute che, in mani meno capaci, avrebbero potuto risultare verbosi.
I disegni appaiono decisamente solidi. Il cartoonist ha un occhio particolarmente acuto quando si tratta di composizione dell’immagine e questo diventa palese se si osservano le due spettacolari spread page nella parte iniziale dell’albo e la splash page verso la fine. A questo si aggiunge inoltre un character design attento alle proporzione anatomiche e che riesce a infondere un’enorme carica espressiva ai personaggi (nonostante, per il dispiacere di alcuni, il disegnatore non si prenda quasi mai il tempo di indugiare sulle grazie della vampira dai capelli corvini). Un approccio dinamico e diretto alle scene d’azione chiude poi il cerchio su un comparto artistico di valore.

Di seguito, le copertine delle altre novità degli editori indipendenti.

Wednesday Warriors

Nella puntata #38 di Wednesday Warriors su Dimensione Fumetto, Andrea Gagliardi analizza Second Coming #1, discussa serie firmata da Mark Russell e Richard Pace, che dopo varie vicissitudini ha trovato un editore.

Second Comig #1

Second Coming vede quindi la luce proprio in questo mese e inizia come il più classico e divertente fumetto satirico che fa leva sulle incongruenze che ogni lettore “casual” della Bibbia può riscontrare prendendo in mano il testo sacro.
Non c’è una pretesa di fondamento teologico né ci si inerpica in percorsi esegetici del testo, si tratta di una semplice lettura “leggera” del testo sacro: si va da Adamo ed Eva, si passa per Mosè e si arriva ai 33 anni di Cristo sulla Terra. Qui Pace adotta un segno abbozzato, indefinito, che descrive l’impossibilità della descrizione del Mito, accompagnato dalla palette cromatica molto ristretta – soprattutto ocra, terre e sfumature calde – scelta da Andy Troy. In contrasto tutto il segmento ambientato sulla Terra dei nostri giorni è caratterizzato da colori vivaci e dal lavoro di inchiostrazione molto netto e pulito di Leonard Kirk che restituisce un’atmosfera “Golden Age” al fumetto.
LEGGI LA RECENSIONE COMPLETA QUI

Per questa puntata è tutto. First Issue si prende una pausa estiva e vi dà appuntamento a settembre.
Non mancate però mercoledì 31 luglio quando su First Issue Presenta analizzeremo House of X #1!
Stay tuned!

[Un ringraziamento al nostro Paolo Garrone, che cura la gallery delle cover su Facebook per ogni puntata di First Issue.]

 

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