Essential 11: undici storie Disney estive (più o meno)

Essential 11: undici storie Disney estive (più o meno)

Abbiamo chiesto a Roberto Gagnor, sceneggiatore di Topolino, di elencare le 11 storie Disney legate all’estate che ricorda con più affetto.

Questa puntata agostana di Essential 11 è dedicata all’estate a fumetti.
Ospite d’eccezione questo mese è Roberto Gagnor, autore per cinema e televisione e sceneggiatore di Topolino dal 2003: a lui abbiamo chiesto il suo personale elenco di storie Disney legate in qualche modo all’estate, che ogni anno nei mesi di luglio e agosto non mancano di riempire le pagine di Topolino (alcune anche per mano dello stesso Gagnor: basti ricordare Gambadilegno e la vacanza animata e Topolino e la stella che cadde e tornò nel cielo).

Scrivo per Topolino da tredici anni, ma lo leggo da trentatré. Quindi in tanti, anzi tutti i miei ricordi estivi, c’è un Topolino di mezzo. Quando riguardo le mie foto da piccolo, noto due cose: 1) Dio, quanti capelli avevo!, e 2) che sia al mare o in montagna, ho spesso in mano un Topolino. Lo sto leggendo o me lo porto in giro, così, come talismano. L’estate è fatta per i Topolini, del resto. Non esiste un ombrellone o una sdraio in montagna senza un Topo pronto, nuovo o vecchio che sia. La gioia pura di leggere una storia senza compiti da fare prima (neanche quelli delle vacanze), o di rileggerne tante altre, sapendo di potersi abbandonare alla propria passione senza limiti, senza ansie, senza un settembre che arriverà (e che pure mi piace tantissimo).
Questa lista1, quindi, obbedirà a due precisi criteri: storie che per me hanno significato intere estati, da piccolo e dopo, e storie che in quel periodo mi hanno insegnato qualcosa. Astenersi cultori dell’oggettività, completisti e sostenitori dell’ortodossia disneyana: questa lista sarà vergognosamente autobiografica e gronderà ricordi personalissimi e anni Ottanta. Pronti? Via!

evidenza2

TOPOLINO E MINNI IN: “CASABLANCA”
di Giorgio Cavazzano

Topolino #1657 – Agosto 1987
Scheda Inducks

CasablancaÈ uscita in estate, quindi tecnicamente è una storia estiva. La metto perché ricordo perfettamente dov’ero quando la lessi la prima volta: a casa, a Bussoleno, in uno di quei pomeriggi d’estate molli e svaccati, in giardino. Apro il Topo… e un lampo mi attraversa la mente. Mai vista una storia Disney così incredibile: e dire che ho ben nove anni. Sapevo che quel disegnatore lì, quello bravo bravo, mi piaceva: ma non immaginavo che potesse fare cose spettacolari come questa. La amo subito, anche se ci sono battute e situazioni un po’ strane: ho già una mia idea dell’ortodossia Disney, e non immagino ancora quanti anni passerò a rispettarla – e a combatterla. Ma con questa storia capisco che questi personaggi possono fare di tutto, essere di tutto.
Guardando il colophon a fine Topolino capisco come si chiama quel disegnatore: Giorgio Cavazzano. Gli scriverò parecchie volte, mandandogli le mie orride tavole di decenne. Qualche anno dopo mi risponderà e mi darà dei consigli. Qualche anno dopo ancora, lavoreremo insieme. Il bambino di dieci anni che è in me non ci crede ancora.

ZIO PAPERONE E L’ESTRATTO DI COCOMERINA
di Giorgio Pezzin e Giorgio Cavazzano

1977, ripubblicata nel Classico Disney “Disneyland” – Giugno 1985
Scheda Inducks

cocomerinaDa piccolo, certe storie mi facevano fisicamente venire fame. Sarà la mancanza di filtri dell’infanzia, sarà l’impatto visivo di un’immagine. Ma c’è una storia con i disegni di Sandro Dossi sui Paperi e i cibi precotti, ad esempio, che mi fa venire fame solo a ricordarla – e parlava di cibi precotti!
E poi c’è questa surreale battaglia tra Paperone e Rockerduck per trovare la cocomerina, misteriosa sostanza scoperta da Cocco Mery (priceless) che permette di ingrandire qualunque frutto: per distillarla, Paperone, Paperino e i nipotini tramutano il Deposito in coltivazione di cocomeri, e allora inizia l’assedio di Rockerduck e Lusky. Una guerra di posizione esilarante, con quelle tensioni, esasperazioni e colpi di scena tipici di Giorgio Pezzin, esaltati da un Cavazzano giovane (io da piccolo lo capivo, che c’era un qualche legame con quello bravo di Casablanca, ma l’evoluzione stilistica è un concetto che un po’ ti sfugge, a otto anni). Per non parlare del colpo di scena finale, geniale nella sua demenziale semplicità. E le angurie hanno un’aria deliziosa. Una storia estiva deve fare anche questo: farti venir voglia di mangiare un’anguria mentre leggi un Classico Disney.

PAPEROLIMPIADI
di Romano Scarpa, chine di Valerio Held, Maurizio Amendola, Luciano Gatto, Alessandro Del Conte

Topolino #1705-1712, agosto-settembre 1988
Scheda Inducks

PaperolimpiadiL’estate è fatta anche per leggere storie lunghe, avventure ad ampio respiro. In una parola: una saga. Ho passato quelle estati leggendomi, con calma e gioia, Il Signore degli Anelli. E poi, parecchi anni dopo, Guerra e Pace (sì, l’ho letto davvero. Quella coi paperi di Giovan Battista Carpi e anche il romanzo! Giuro! Tolstoj è il più grande sceneggiatore di sempre!).
Il tutto in giardino, sull’amaca di mio nonno, come Paperino.
E questa è la saga Disney, per me. Paperi e Topi insieme, con quell’eccezionalità che ancora oggi persiste (e che rende tanto difficile scrivere tutti quei personaggi, tutti insieme). Un’avventura che salta da Paperopoli a Topolinia, dal deserto ai Tropici, fino alla Corea del Sud (per le Olimpiadi di quell’anno). Un Macguffin semplice ma potentissimo. Persino una sottotrama politica, con l’amore tra Kim Don Ling e Chen Dai Lem. E poi Romano Scarpa che fa tutto e lo fa alla grandissima, che ti fa credere che sia una storia solo di paperi e poi – zac! – di colpo fa entrare in scena Topolino e Gancetto detto Bruto, e poi Gamba e Trudy, trasformando una storia olimpica negli Avengers del fumetto Disney dell’epoca. E chicche tipo Plottigat che si fa la doccia cantando La Isla Bonita, un piccolo momento WTF in una storia che non riesci a smettere di leggere in un pomeriggio di fine estate. E che rileggerai il pomeriggio dopo.

LA SETTIMANA TERRIBILE DI PAPER BAT
di Ivan Saidenberg e Carlos Edgar Herrero

1972, pubblicata su Mega Almanacco #342, Giugno 1985
Scheda Inducks

paper-batIl Mega Almanacco. Quant’era bello. Un malloppone di storie una dopo l’altra, un macigno di fumetti per un bambino di otto anni (e non avevo ancora visto il titanico Tascabilone! Oggi, va detto che il Disney BIG offre quella meravigliosa sensazione di cubo di granito tutto fatto di fumetti).
E a giugno del 1985 debutta Paper Bat, che a me fa subito molto ridere. Nella mia testa di lettore entrano le storie brasiliane, squinternate ma divertentissime, con un ritmo diverso dalle nostre, personaggi sconosciuti o semplicemente folli (Farfalla Purpurea?!? Vespa Rossa?!?!?!?), traduzioni divertentissime (anche quelle di Massimo Marconi, o sbaglio?).
Paperoga supereroe. Qualche settimana fa ho scritto una storia con Paper Bat: il gusto del demenziale non mi ha mai lasciato.

ZIO PAPERONE E L’ANFORA ENIGMATICA
di Bruno Concina e Giorgio Cavazzano

Topolino #1602, agosto 1986
Scheda Inducks

anfora enigmaticaÈ una storia a bivi. C’è Cavazzano (again, lo so: è colpa mia se il mio immaginario è plasmato da lui? No, è merito suo. Grazie, Giorgio). Ed è una storia di mare: i Paperi cercano un’anfora romana nel Mediterraneo. Qualche anno prima c’era stata anche un’avventura con Topolino e Pippo che imparano a fare i subacquei.
C’è il mare, c’è l’avventura, c’è un mistero. E c’è la voglia di leggere, anzi di giocare ogni singolo strand di storia, per poi rivederli tutti insieme e capire come caspita funziona una storia a bivi. Ogni tanto chiedo a quelli che ne sanno più di me (tipo Alberto Savini o Marco Bosco) come si fa una storia a bivi. Loro me lo spiegano. Alberto, che è un santo, mi manda anche i suoi schemini. Io non ci capisco nulla e allora ripiego su una bella storia con Paperoga che fa qualcosa di scemo.

PAPERINO E IL VENTO DEL SUD
di Guido Martina e Giovan Battista Carpi

Topolino #1396-1400, agosto-settembre 1982
Scheda Inducks

vento del sudL’estate non è estate senza una parodia su Topolino. Scelgo questa perché ho imparato a leggere presto, e nell’estate del 1982 leggevo già parecchio, anche se non capivo un sacco di cose. Ad esempio, il senso della parola “settimanale”. I miei genitori avevano mantenuto un alone di mistero sul significato della parola, per evitare che il loro vispo figliuolo capisse che Topolino usciva ogni sette giorni e non solo “quando mi comportavo bene”. Ma questa storia mi rivelò tutto. Se la storia “continua la prossima settimana”, allora Topolino esce tutte le settimane e quindi io posso averlo tutte le settimane!
Dopo varie negoziazioni con i miei genitori, a inizio 1983 la spuntai: e dal numero 1414 iniziai a comprarli tutti, i Topolini. Fanno 1750 numeri, per ora. I primi sono nella casa in montagna dei miei, a Moncenisio, dove li ho letti e riletti d’estate.
È tutto lì: i miei ricordi, le mie estati, le cose più belle. Come questa storia, con Guido Martina e Giovan Battista Carpi scatenati e io che li seguo voracemente, anche se non ho mai visto Via Col Vento. Anche senza sapere niente di Rhett e Rossella, è una gran storia. E non parliamo di quando uscirà Messer Papero e il Ghibellin Fuggiasco, qualche mese dopo.

MUNDIAL STORY
di Massimo Marconi, Marco Rota e Roberto Marini

Topolino #1585-1592, aprile/giugno 1986
Scheda Inducks

mundial storyNonostante le mie ripetute insistenze con la FIFA, i Mondiali ci sono solo ogni quattro anni, purtroppo. Ma quando ci sono, l’estate diventa più esaltante. E più le partite sono assurde, più mi esalto. Qualche anno fa ho guardato persino Germania-Emirati Arabi, per dire.
Topolino ha fatto parecchie storie sui Mondiali. Questa è arrivata nel 1986, per i Mondiali del Messico, e mi aveva acchiappato parecchio, ai tempi. Perché mi aveva insegnato un sacco di cose sui Mondiali e persino un po’ di storia. Non dimentichiamo mai che Topolino insegna. Informa. Spiega. O fa venire voglia di saperne di più. Per me è un punto fondamentale. Per questo metto parole “difficili” nelle mie storie: perché voglio insegnarle ai bambini che mi leggono, incuriosirli, lasciare loro qualcosa in più.
Qui Massimo Marconi, con la consueta eleganza, ci racconta i Mondiali dal 1930 al 1986, mentre Marco Rota mescola il suo stile, l’idea platonica dello stile Disney, per me, a inserti più realistici. Rota per me è la perfezione del Topolino allegro, colorato e felice delle copertine anni ’80. Non parliamo di quelle che faceva per i libroni bianchi Mondadori dell’epoca. Topolini e Paperini bellissimi e enormi. Quei libroni mi danno una gioia incredibile ancora oggi. A proposito: i miei sono tutti rovinati dall’uso. Li ristampiamo, tipo, tutti? E parlando di cartonatoni Mondadori…

PAPERINO E LE SPIE ATOMICHE
di Carl Barks

1951, ristampata su Io Paperino, 1971
Scheda Inducks

spie atomiche…Vuoi non metterci un Carl Barks? Certo che ci mettiamo un Barks. Ma un Barks un po’ atipico: una storia di spie umane, anzi umanissime, anzi… gnocche! Con Paperino e i nipotini presi in mezzo e sempre un po’ indietro, eroici ma pasticcioni. Una storia che sembra un film di Alfred Hitchcock negli anni Cinquanta, in cui l’effetto weird dato dall’umanità realistica e straniante dei comprimari quasi fotorealistici si bilancia con l’eleganza di un Barks già maturo, meno ruvido rispetto agli anni Quaranta e meno essenziale rispetto agli anni Sessanta. La metto nella lista perché è ambientata al mare e perché d’estate hai tempo di leggerti i cartonatoni Mondadori come Io Paperino.

TOPOLINO CAPOSTAZIONE
di Bruno Concina e Romano Scarpa

Topolino #1756, luglio 1989
Scheda Inducks

capostazioneA cosa serve l’estate? A fermarsi. Magari riflettere, fare piani. Cambiare vita, no: quella che faccio mi piace. Ma a volte capita di volerlo fare. Capita a tutti, no? Dire: cambio tutto e faccio qualcosa di completamente diverso. Lo fa anche Topolino, qui: e va a fare il capostazione in mezzo al deserto. Tra Destinazione Piovarolo, quel film di Totò in cui lui fa il capostazione tutta la vita pensando di andarsene prima o poi e non se ne va mai, e un che di Dino Buzzati. Ma gli amici, i nemici, la vita, tornano da Topolino e gli incasinano anche quel proposito di tranquillità. Perché, parafrasando male Rainer Maria Rilke, anche se scappi altrove, non puoi scappare da quello che sei, nel male… ma soprattutto nel bene. E allora Topolino non può rinunciare ad essere Topolino, come Spider-Man, anche se ha buttato il costume nel bidone. Perché lui è quello che è. E il mondo ha bisogno di lui, se vogliamo. E allora, quando vogliamo anche noi buttare il costume nel bidone, ricordiamocelo: il mondo ha bisogno di noi, per quello che siamo.

TOPOLINO SOSIA DI RE SORCIO
di Floyd Gottfredson, Ted Osborne, Al Taliaferro, Ted Thwaites

1937, ripubblicata in Le Grandi Storie di Walt Disney, Settembre 1987
Scheda Inducks

sosia di re sorcioVuoi non metterci un Floyd Gottfredson? Certo che ci mettiamo un Gottfredson. C’entra con l’estate? Più o meno. In estate si guarda, si legge, si assorbono cose.
Estate 1991, al mare in Liguria: scopro che la minuscola edicola all’angolo della Via Aurelia ha uno stock di queste storie a strisce, ripubblicate benissimo da Mondadori con copertine originali di Franco Bruna. E allora me le compro tutte e le leggo per la prima volta. C’è il Daily War Drum, c’è l’Uomo Nuvola, c’è Robinson Crusoe, tutte bellissime. Come questa avventurona da film con Greta Garbo, che sembra scritta da Ernst Lubitsch o René Clair, per ritmo, ambienti, intrighi, commedia.
La striscia con un cliffhanger o una battuta ogni giorno. Storie sincopate come jazz eppure lunghe come romanzi, piene di spunti a cui torniamo, tutti, ancora oggi. E poi, quel formato grande e grosso, in cui tuffarsi e guardare ogni singola linea d’inchiostro. L’estate è fatta anche per ritrovare vecchi amici, nella vita e sulla carta, come i reali di Medioka.

PAPEROGA EROE DELLO SPAZIO
di Roberto Gagnor e Claudio Sciarrone

Topolino #3007, luglio 2013
Scheda Inducks

Paperoga_eroe_dello_spazioOkay, sto barando orribilmente. Crollo alla fine della lista mettendoci una storia mia, uscita d’estate. La metto perché l’estate è fatta anche per leggere – e vivere – storie d’amore.
È forse una delle mie preferite, tra le storie che ho scritto. Aiuta molto il fatto che Claudio Sciarrone fa un lavoro eccezionale. Una delle (tante) cose bellissime di questo lavoro è trovare una sintonia con il tuo disegnatore, lavorare sui suoi punti di forza. Ogni disegnatore è un regista: se scrivo per Steven Spielberg (Cavazzano) scriverò in un modo, se scrivo per Zack Snyder (Claudio) scriverò in un altro. E qui la sintonia c’è, ci viene naturale e ci divertiamo parecchio.
Ho pensato di prendere Paperoga e usarlo per spezzarvi il cuore. Per dimostrare che i weirdo, gli strani, gli scemi, i pazzoidi, gli strambi, hanno un cuore anche loro: e si spezza più facilmente. I belli e fighi si rivelano delle carogne tremende, come il principe Gorgius. Oppure, semplicemente, non capiscono cosa stanno buttando via, come la Principessa Bijou. Del resto, quel papero strambo, pasticcione e un po’ stupido non potrà mai essere il Grande Amore, giusto? Giusto? No. E allora, nella migliore, anzi peggiore tradizione degli amori estivi, ci si lascia e non ci si vedrà mai più. Restano solo i ricordi, quelli bellissimi.

Come quelli che mi hanno spinto a scegliere queste storie. E che sono lì, in quelle pagine. Vado a rileggerle. Buona estate a tutti!


  1. con un grosso grazie all’Inducks che riempie i buchi della mia memoria, of course

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