Doom Patrol – Nada: la vita (non) è sogno, perché tutto è vero

Doom Patrol – Nada: la vita (non) è sogno, perché tutto è vero

Continua la cavalcata frenetica del più strano dei team di supereroi: livelli di realtà, dèi che dovrebbero distruggere l’universo, gatti umanoidi, figli fatti di nulla e, soprattutto, un altro membro storico da recuperare.

Nada, secondo volume delle avventure della Doom Patrol scritte da Gerard Way, raccoglie gli albi #7-#11 della serie, illustrati da Michael Allred (#7) per i colori di Laura Allred e Nick Derrington (tavole conclusive del #7 e #8-#11), affiancato da Tim Fowler (chine) e Tamra Bonvillain (colori). Gli eventi qui narrati sviluppano e portano a compimento la trama orizzontale iniziata nel precedente volume e passano il testimone al crossover Milk Wars, che riprende alcuni spunti di queste pagine senza tuttavia aggiungere niente di particolarmente interessante.

Per gli episodi qui presenti valgono le considerazioni proposte a suo tempo per il primo volume: l’intreccio sfrutta una narrazione surrealista, nella quale cioè singoli elementi dotati di senso proprio sono giustapposti in un insieme dissonante. Allo sguardo, questo effetto è trasmesso dalla definizione di ambienti, luoghi e figure e dal loro accumularsi che riempie gli spazi delle vignette, quasi come in un quadro di Hieronymus Bosch (Fig. 1). Ogni figura è resa con precisione e l’insieme risulta visivamente sovraccarico.

Il tono resta sempre distaccato, con scene umoristiche e metanarrative che costellano il rompicapo principale, mentre la caratterizzazione dei personaggi è performativa ed efficace a livello funzionale: deriva cioè direttamente dalle loro azioni e ciascuno svolge un ruolo preciso, senza sovrapposizioni o contraddizioni. Il tono generale e il ritmo indiavolato, al quale si accavallano gli eventi che procrastinano lo scioglimento della vicenda, trasmettono un senso di generale disorientamento e il preciso taglio dei caratteri, se da una parte limita la complessità dei personaggi, dall’altra offre l’unico vero punto fermo di una narrazione che gioca con i livelli di realtà, mescolandoli.

Fig. 1 – Gerard Way, Nick Derington, Doom Patrol, vol. 2, ep. 10, p. 3, DC Comics, RW Lion.

A essere sospeso, come da tradizione della Doom Patrol, non è semplicemente l’incredulità, ma il senso stesso del reale, che si sfarina tavola dopo tavola, poiché, nella sovversione e confusione di ciò che effettivamente è e di cosa invece è solo racconto, ogni cosa appare possibile. Alla fine, tutti i livelli di realtà diventano di fatto equivalenti rispetto a una sorta di realtà di base, quella degli Eonymous, che scopriamo essere motori immobili, involontari e probabilmente inconsapevoli di tutte le vicende che abbiamo seguìto.

Nella frenesia degli accadimenti, quasi una compulsione a riempire di azione lo spazio e il tempo narrativi, spiccano piccoli momenti che ci avvicinano ai personaggi: il bacio fra Terry e Casey in #8, il loro dialogo nell’ambulanza in #10, la visione onirica di Jane in #11 (Fig. 2), la vicenda di Lozione, il gatto che vive con Terry e Cassey, le scene nelle quali compaiono Lucius e i suoi genitori, che incrociano le avventure della Doom Patrol nel loro percorso carsico interdimensionale.

Sono momenti come questi che salvano i personaggi dalla riduzione a mera funzione narrativa all’interno di un intreccio largamente basato proprio sul ruolo della narrazione nella modellazione del mondo. La loro concretezza è poi trasmessa con forza dal tratto di Derrington (rispetto al quale Allred si pone in continuità –  Fig. 3): nella loro leggerezza, i personaggi sono definiti con una precisione che li àncora al reale, qualunque cosa noi possiamo intendere con questo concetto nel mondo della Doom Patrol. Non c’è ambiguità alcuna, né differenza ontologica: tutti loro sono ugualmente reali e ugualmente vivi. Ugualmente importanti.

Fig. 2 – Gerard Way, Nick Derington, Doom Patrol, vol. 2, ep. 11, p. 20, DC Comics, RW Lion.

La labilità del reale e l’equivalenza fra livelli narrativi e di realtà offrono la tentazione per una lettura metanarrativa del racconto, tentazione rafforzata dal fatto che la gestione di quei livelli e delle loro relazioni sia in carico a un’azienda di nome Retcon, termine che nella produzione supereroica indica la procedura di riscrivere eventi del passato narrativo per giustificare nuovi sviluppi. Gli impiegati della Retcon sfangano la giornata in un clima di generale demotivazione, cercando negli archivi tracce da ricombinare e ricucire, per produrre nuovi racconti a beneficio e distrazione degli Eonymous. Il punto è che questo lavoro di totale routine consente l’esistenza dell’universo, poiché lo salva dalla dissoluzione che seguirebbe all’assenza di nuove storie.

Il successivo passo nella lettura è scegliere di che cosa sia metafora l’universo nel quale si muove la Doom Patrol: del sistema produttivo fumettistico, del mondo reale, di altro ancora. Se, conseguentemente, quella che osserviamo è una messa in scena ironica della funzione di distrazione dalla realtà, della capacità delle storie di portare nel mondo senso e speranza, perfino salvezza o di entrambe contemporaneamente.

Fig. 3 – Gerard Way, Mike Allred, Doom Patrol, vol. 2, ep. 7, p. 6, DC Comics, RW Lion.

In ogni caso, la vitalità e la sfrenata gioia di raccontare che troviamo in queste tavole ci consentono di dire che siamo di fronte a una dichiarazione di amore verso l’atto stesso di narrare, che può generare gioielli pur nascendo da motivazioni alimentari o costrizioni. In fondo, gli estremi di una simile lettura sono compresenti nel titolo dell’arco narrativo che raccoglie gli episodi #8-#11: “Nada” è non solo la parola spagnola per “niente”, ma anche il termine che nell’induismo indica la parola originaria dalla quale hanno origine i principi fondamentali della realtà e che nel nostro caso possiamo facilmente far corrispondere alla gioia del raccontare. Una gioia che traspare attraverso l’intensità delle emozioni trasmesse dai personaggi, dalle loro espressioni sempre colme di una meraviglia che indica la disponibilità a guardare e a scoprire il mondo, senza pretendere di forzarlo in schemi precostituiti.

Alla fine, e questo rappresenta per noi un punto fondamentale, la salvezza dell’universo è una tappa nel percorso di ricerca della squadra. La messa in salvo dell’universo ha come dettaglio la ricomparsa temporanea di un altro membro storico, ovvero Rita Farr/Elastic Girl. Ora che la distruzione è stata evitata, la ricerca può continuare.

Abbiamo parlato di:
Doom Patrol, vol 2 – Nada
Gerard Way, Nick Derington, Tim Fowler, Tamra Bonvillain, Michael Allred, Laura Allred
Traduzione di Sveva Scaramuzzi
RW Lion, 2019
136 pagine, brossurato, colori – 13,50 €
ISBN: 9788833047973

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