Gerard Way ricompone la Doom Patrol

Gerard Way ricompone la Doom Patrol

Gerard Way riporta sulla scena la Doom Patrol, "The world strangest heroes", in un'avventura rocambolesca attraverso gli universi.

Doom Patrol – Un pezzo alla volta, primo volume della gestione di Gerard Way, affiancato da Nick Derington e Tom Fowler ai disegni e Tamra Bonvillain ai colori, raccoglie i primi sei episodi della testata che ha fatto da apripista alla linea DC Young Animals. Con questa nuova etichetta, l’’editore di Burbanks nel 2016 ha promosso nei lettori alte aspettative di qualcosa di fuori dall’ordinario supereroico e non confinato al puro intrattenimento che la RW Lion propone finalmente anche da noi1.

Già la copertina del primo albo – un gyros farcito al centro di un campo bianco – rilanciava quell’intento: non tanto per il riferimento alla cover dell’album di debutto dei Velvet Underground disegnata da Andy Warhol, quanto per l’assenza dei volti e dei corpi dei protagonisti (l’immagine in sé ha comunque un aggancio a quanto leggiamo nel primo capitolo).

In questo, va subito detto, l’impegno è pienamente coerente con la tradizione della testata, che Grant Morisson valorizzò nella sua gestione a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, ma che affonda le radici nelle origini del gruppo, al punto che, se il superlativo d’ordinanza per la JLA è “the greatest”, per la Doom Patrol è senza dubbio “the strangest”. Già sulla copertina della loro prima avventura si dichiarava: “Reborn out of a disaster, four survivors rose again to form a legion of the world strangest heroes2.

Doom Patrol vol. 1: copertina dell’edizione USA, Nick Derington, DC Comics.

Quella presentazione è pienamente valida anche per questo primo arco narrativo curato da Gerard Way, che sfrutta l’aura di bizzarria del team per raccontare la reunion del gruppo al termine di un’avventura sfrenata.

Cominciamo dalla storia: c’era una volta una strada di nome Danny, che raccoglieva tutte le persone che si erano perse e che ora ha bisogno di aiuto. Per salvarla, la sua unica speranza è di ritrovare i vecchi amici – Robotman (Cleef Steele), L’Uomo Negativo (Larry Trainor), Crazy Jane e Nilson Caufield. Ed ecco una cascata di lotte, inseguimenti, trappole e inganni che sfruttano salti temporali e passaggi fra dimensioni nei quali ritroviamo anche Flex Mentallo. Il ritmo è altissimo e a volte i collegamenti fra gli eventi e le relazioni causa effetto soffrono la velocità e i capovolgimenti di fronte.

A cadenze regolari, quasi a consentire al lettore di prendere il respiro, appaiono dei siparietti con Niles Caulder – la guida storica della Doom Patrol. Realizzati in griglie di quattro righe per due colonne, rappresentano scene statiche, con un titolo e sette vignette caratterizzate da minime variazioni negli elementi e uniformità cromatica.
Sono degli inserti dal tono surreale, che interrompono il flusso tumultuoso della narrazione, sia perché cambiano totalmente contesto, sia per il forte contrasto della costruzione regolare, quasi minimale, della tavola rispetto al dinamismo, alla spettacolarità e alle continue variazioni di layout di quelle circostanti.

La forza visiva del racconto non si basa però tanto sulle variazioni di assemblaggio della tavola quanto sull’espressività dei personaggi e sulle modulazioni di stile che accompagnano i cambi di scenario. Esemplari a questo riguardo le pagine 8 e 9 e la suggestiva vignetta orizzontale a pagina 7 del primo capitolo. La prima coppia parte da uno zoom sul ripieno di un gyros, per rivelare un altro mondo dal quale balza fuori Steele: dai colori acidi della mistura organica lo scenario passa a un ambiente desertico con elementi umani e architettonici ben definiti.

Doom Patrol – Un pezzo per volta, RW-Lion pag.7.

La seconda costituisce un momento di pausa e di spiazzamento, quasi l’intrusione di un’altra dimensione, segnata da un’atmosfera metafisica, con figure senza volto che si muovono in mezzo a un panorama urbano che richiama l’immaginario degli albori della fantascienza. Da segnalare anche la prima tavola dell’albo, che anticipa momenti salienti dell’avventura a venire e che – col senno della lettura compiuta – possiamo considerare non solo una presentazione per incuriosire ma anche un’ulteriore manifestazione del disordine del flusso temporale che regna nell’universo della Doom Patrol.

Doom Patrol – Un pezzo per volta, RW-Lion pag.12

Fondata sul ritmo, questa prima avventura introduce nuovi personaggi accanto ai componenti storici del team: Casey Brinke, guidatrice provetta di ambulanza e con ricordi perlomeno bizzarri; Sam, infermiere che fa coppia con Casey – soprannominati rispettivamente Speedie Marie e Mighty Samson dai colleghi dell’ospedale dove li incontriamo all’inizio dell’albo; Terry None, che entra in scena come telegramma vivente, sembra una bella ragazza sciroccata, ma si rivela in grado di ricostruire Robotman dopo che questi era stato ridotto a pezzi da un grosso camion.

Derington e Fowler li caratterizzano con un’estrema espressività mimica, che nei primi due valorizza il senso di continuo stupore con il quale attraversano le vicende e in Terry None lo sguardo curioso e sorpreso di colei che in ogni momento scopre le convenzioni umane – altra somiglianza, oltre a quella del volto, con Hanna Hoch, l’esponente del movimento Dada di cui la troviamo a leggere la biografia.

In costante oscillazione fra commedia, azione, slapstick e surrealismo, questo primo arco propone accenni a zone non chiare del passato dei personaggi, ma alla fine lascia poco spazio per approfondimenti delle loro personalità. Ne risulta un divertissement che gioca con situazioni caotiche ed esplora un territorio confinante con quello attraversato recentemente dal Silver Surfer di Dan Slott e Mike Allred.

Non ne ha però, al momento, la stessa forza dirompente, anche perché la tradizione di bizzarrie della Doom Patrol riesce a contenere e sostenere con facilità anche le più bislacche situazioni che incontriamo in questa caotica reunion.

Abbiamo parlato di:
Doom Patrol vol. 1 – Un pezzo per volta
Gerard Way, Nick Derington, Tom Fowler, Tamra Bonvillain
Traduzione di Sveva Scaramuzzi
RW Lion, dicembre 2017
176 pagine, brossurato, colori – 15,95 €
ISBN: 9788833040141


  1. Al proposito, da segnalare un paio di errori nella sintassi italiana in fase di traduzione nel capitolo quattro, che smorzano la tensione della lettura: “mi sento come se sia accaduto qualcosa di orribile” e poche tavole dopo: “Ho la sensazione che io ci stia portando fuori di qui“. 

  2. Arnold Drake, Bob Haney, Bruno Premiani: My Greatest Adventure #80 – Introducing the Doom Patrol, 1963. 

2 Commenti

2 Comments

  1. Dario

    18 Gennaio 2018 a 14:48

    “mi sento come se sia accaduto qualcosa di orribile”
    Se questa sintassi è sbagliata, come sarebbe quella corretta secondo l’articolista?

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *