
Se la diagnosi diventa qualcosa che offre una risposta alla sensazione di distanza dagli altri e dalle aspettative sociali, il concetto di “alto funzionamento” lo colloca però in un ulteriore situazione intermedia che, nella percezione comune, lo classifica come “non abbastanza diverso”.
Il lucido e rabbioso sfogo di Sadagari diventa strumento per evidenziare e criticare conformismo, ipocrisie e contraddizioni di una società che nega e rifiuta qualsiasi manifestazione di malessere, soprattutto psicologico ed emotivo, principalmente attraverso i temi di “normalità”, neurodivergenza, disabilità e il concetto di performance.
Il tutto avviene attraverso la pura grafica che utilizza caratteri tipografici di base in un lavoro totalmente “retrodigitale” e in bianco e nero. Figure, immagini e ambientazioni sono pixel, asterischi, parentesi e caratteri speciali con cui l’autore crea microfumetti, situazioni e rappresentazioni di quanto evoca con le parole, come quando rappresenta alcuni dialoghi come scambi di mail, pagine Excel o documenti di vario genere. Le parole stesse diventano elemento grafico, cambiando costantemente dimensione e utilizzando sottolineati e evidenziature, costruendo un ritmo ed evocando una sonorità emotiva nell’esposizione.
La scelta grafica non sembra limitarsi a un vezzo estetico, ma ci trasporta nel disagio, nello straniamento, e dimostra come elementi minimi e basilari possono essere sufficienti a mostrare e raccontare in una società dove la tecnologia non fa che puntare costantemente all’iperbole e a un’idea di perfezionismo.
Diritto al Malessere è un’opera che vuole scardinare schemi e invitare alla riflessione sulla società attuale e sulla scuola. Un contesto quest’ultimo dove il volume non sfigurerebbe come strumento per aprire al dibattito e al confronto.
Abbiamo parlato di:
Diritto al Malessere
Sadagari
Add Editore, 2025
144 pagine, brossurato, bianco e nero – 20,00 €
ISBN: 9788867835232


