La morte va in scena è il titolo del Diabolik di luglio, visualizzato efficacemente da Matteo Buffagni in copertina e in quarta di copertina, dove Eva e il Re del terrore, risoluti, alludono alla grande sinergia con la quale agiscono nel racconto sceneggiato da Roberto Altariva e ideato da Giovanni Eccher, Mario Gomboli e Andrea Pasini.
I protagonisti devono evitare che un ricco malavitoso, con la connivenza di tre senatori, costruisca un grattacielo al posto di un teatro, non per amor dell’arte o della legalità, ma per non perdere un rifugio prezioso, ricavato nell’ossario situato sotto l’edificio. Libera da spiegazioni prolisse, la trama è arricchita dall’indagine di un onesto giornalista che per importanza supera anche l’ispettore Ginko (relegato nelle pagine finali), diversamente da quanto accaduto nel primo semestre di pubblicazioni. Mentre accompagniamo Diabolik ed Eva verso un finale accomodante, senza colpi di scena eclatanti, notiamo con stupore che sono proprio le fisionomie dei protagonisti quelle meno convincenti. Tra i comprimari, sempre ben disegnati da Angelo Maria e Marco Ricci, spicca il senatore Pollock, del quale si coglie il carisma già al primo sguardo. Alla corporatura massiccia del politico si oppone la silhouette di Diabolik, più snella del solito, simile a quella dell’Uomo Ragno di Steve Ditko. Ad appesantire un inedito che intrattiene senza essere indimenticabile sono i retini, utilizzati in dose eccessiva quando l’azione si svolge di notte.
Abbiamo parlato di:
Diabolik Anno LVI #7 – La morte va in scena
Roberto Altariva, Angelo Maria Ricci, Marco Ricci, Matteo Buffagni
Astorina, luglio 2017
130 pagine, brossurato, bianco e nero – 2,50 €
ISSN: 977112404500070007