8 capitoli in 116 pagine, un tratto pesante, come quello del kajal che impreziosisce gli occhi delle donne indiane: una storia d’amore finita e una vita da riconquistare dopo diversi incontri con la morte.
Amruta Patil ha uno stile tanto riconoscibile quanto mutevole: le vignette per lo più spaziano tra le tonalità del grigio e del nero, in assonanza cromatica con ‘smog city’ Mumbai; il “non colore” è talvolta stravolto da scorci coloratissimi, che rispecchiano i toni vividi dell’India. Ancora, le pagine vengono sporadicamente invase da diversi strati di realtà: fotografie accostate a disegni o materiali incollati sulla tavola originale.
Si ritrovano anche richiami a opere note, come L’ultima cena di Leonardo o Le due Frida di Frida Kahlo.
A un certo punto Kari, protagonista cinica e androgina che espia tramite campagne pubblicitarie tutto il dolore e il lirismo della separazione da Ruth, ci fornisce una buona chiave di lettura della sua vicenda, che si muove fra l’onirico e il reale: “Non sono affidabile quando c’è da distinguere la realtà dalla fantasia”.
Colori, emozioni, esotismo.Della stessa autrice lo scorso autunno (2012) è uscito il primo volume di una trilogia ispirata al Mahabharat e a storie provenienti dalla tradizione orale della cultura indiana: Adi Parva: churning of the ocean (Harper Collins India). Per un assaggio telematico del talento dell’autrice http://amrutapatil.blogspot.it
Abbiamo parlato di:
Nel cuore di Smog city
Amruta Patil
Traduzione di Gioia Guerzoni
Metropoli D’Asia, 2010
120 pagine, rilegato in brossura, colori – 12,50€
ISBN: 9788896317105