Vanna Vinci sceglie ancora, dopo La Casati e Tamara De Lempicka, di dare voce alla sua protagonista attraverso una narrazione diretta, in cui stavolta l’interlocutore non è il lettore ma la Morte, che fu per Frida Kahlo compagna di tutta una vita di eccessi e sofferenze, in un dialogo di bergmaniana memoria privo di ipocrisia e omissioni, attraverso cui racconta la propria parabola artistica e personale.
Il risultato è un fumetto dalle tinte forti e carico di simbologie e richiami antropologici, com’era lo stile peculiare della pittrice messicana, e pregno di vitalità, passione e sessualità.
I disegni dell’autrice irrompono nelle tavole infrangendo qualunque schema precostituito, con una prevalenza di splash page in cui al racconto per immagini, fitto di dialoghi e testi di lettere scritti dalla stessa Frida, si mescolano le riproduzioni di alcuni dei più celebri quadri dell’artista e fotografie che la raffigurano. Così facendo dà concretezza ai sui demoni interiori, in una graduale degenerazione di forme e colori che rende tangibile i patimenti fisici provati dalla pittrice, alleviati mano mano dall’abuso di farmaci, droghe e alcool. Accanto alla nascita di una personalità forte, di un erotismo autoriferito, di una incrollabile passione politica e un attaccamento all’arte come introspezione e catarsi, assistiamo al lento declino psicofisico di Frida, che infine la conduce nelle braccia della morte in quello che Vanna Vinci descrive efficacemente come “un orgasmo bellissimo”.
Abbiamo parlato di:
Frida. Operetta amorale a fumetti
Vanna Vinci
24Ore Cultura, ottobre 2016
160 pagine, brossurato, colori – 22,90 €
ISBN: 978-88-6648-318-2