Il cacciatore di aquiloni, esotismo da best seller

Il cacciatore di aquiloni, esotismo da best seller

Un gruppo di lavoro interamente italiano traspone a fumetti uno dei prodotti editoriali di maggior successo degli ultimi anni. La drammatica storia di Amir e Hassan, dopo aver attraversato la frontiera cinematografica, arriva anche in versione graphic novel; un’operazione tutt’altro che scontata e dall’esito qualitativamente felice.

Nel 2003 il medico statunitense di origine afgana Khaled Hosseini dava alle stampe il romanzo Il cacciatore di aquiloni, futuro bestseller di successo mondiale.

Il romanzo racconta la storia di Amir e Hassan, bambini afgani di diversa etnia ed estrazione sociale, che eventi di varia gravità separano e i cui drammi trovano parziale composizione soltanto molti anni dopo. A fare da leitmotiv della narrazione è la gara degli aquiloni, competizione in cui i bambini cercano di spezzare il filo degli altri aquiloni col proprio, per poi andare a raccogliere (a “cacciare”) l’aquilone sconfitto che volteggia fino a cadere al suolo.

Il romanzo di Hosseini, sebbene accusato di aver trasfigurato negativamente il contesto afgano, ebbe un enorme successo editoriale e quattro anni più tardi, nel 2007, divenne un film per la regia di Marc Forster.

Nel 2011 una produzione tutta italiana trasporta la storia nel linguaggio dei fumetti con Il cacciatore di aquiloni – La graphic novel, edito dalla Piemme e realizzato da artisti italiani.

La resa a fumetti mostra una buona fedeltà rispetto all’opera di riferimento e accoglie soluzioni narrative da entrambi i precedenti, evitando comunque la sudditanza e riuscendo a mantenere il ritmo coinvolgente che caratterizza il romanzo (e meno il film).

Questa trasposizione non addolcisce la trama dura ed esplicita, comprese le parti che avevano evidentemente procurato critiche al libro e al film, accusati di rappresentare la cultura afgana e musulmana in maniera forzosamente stereotipata e superficiale.

La sceneggiatura è stata curata da Tommaso Valsecchi, inspiegabilmente non citato in copertina, dove compaiono soltanto i nomi di disegnatore e colorista, oltre a quello di Hosseini.
Molto elevato il livello grafico, che vede Fabio Celoni ai disegni e Mirka Andolfo ai colori. Il cacciatore di aquiloni merita di essere inserito tra i lavori migliori di Celoni e si nota la felice confluenza di due stili: quello morbido, eredità dell’esperienza disneyana, e quello più rigoroso e ‘verista’, figlio dell’attività in Bonelli (Dylan Dog, Brad Barron). Un esempio tangibile si può trovare nella perfetta ricostruzione della fisionomia e della mimica facciale dei personaggi, i quali, per esigenze di trama, attraversano stati d’animo estremamente variegati e sfumati.

Non da meno è il lavoro sul colore, che Mirka Andolfo riesce a rendere vivo e parlante, non semplice complemento cromatico.

Infine alcuni dettagli sull’esito commerciale del volume. Il cacciatore di aquiloni è uscito prima in versione ebook, affrontando quindi la nuova frontiera digitale del fumetto, e solo in un secondo momento nel formato cartaceo, peraltro in una veste editoriale curata e con un prezzo di copertina decisamente contenuto.

Inoltre, stando alle parole dell’art director Roberta Bianchi, questo volume è già stato tradotto in numerosi paesi, riconoscimento più che meritato per un prodotto di alto profilo che niente ha da invidiare alle versioni su carta e pellicola che lo hanno preceduto.

A voler essere severi, oltre all’ingenerosa omissione di Valsecchi in copertina, si potrebbe rimproverare la mancanza di pagine introduttive (o conclusive) a corredo dell’opera, strumenti di orientamento probabilmente graditi al lettore, soprattutto in considerazione degli elementi culturali presenti e fondamentali nella storia.

Abbiamo parlato di:
Il cacciatore di aquiloni – La graphic novel
Khaled Hosseini, Tommaso Valsecchi, Fabio Celoni, Mirka Andolfo
Piemme, 2011
136 pagine, brossura con alette, colore – 9,90€
ISBN: 9788856609943

 

 

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