Kaname Aizaki è un ragazzino delle scuole superiori che convive con il peso di una situazione familiare destabilizzante. Taciturno e riservato, ormai anestetizzato al dolore, l’incontro e l’amore con Shiina Hinami stravolgono la sua vita e lo costringono a confrontarsi con i suoi sentimenti e quale valore dare alla sua vita.
La causa è la stessa Shiina, una ragazza vivace e allegra ma che prova un’attrazione ostinata verso la morte, che aspira a morire quanto prima, un desiderio vissuto non come fuga o causata da una situazione di depressione, ma piuttosto con gioia e speranza.
La storia ideata da Kantetsu scorre su un filo ambiguo e mellifluo, spaventoso ma allo stesso tempo affascinante. I due adolescenti condividono un amore dolce e sensuale che va a braccetto con un desiderio di annientamento tanto forte da soverchiare e annichilire tutto il resto.
C’è molta violenza in questo manga, ma non sembra avere tutta la stessa valenza. Da una parte c’è Shiina che, per avvicinarsi a comprendere meglio quello che tanto desidera, si esercita su piccoli animali e non ha timore di farlo anche con altre persone se capita l’occasione; c’è quella di Kaname che nei momenti di intimità sente montare una volontà omicida nei confronti della ragazza che ama, un sentimenti però non malvagio o perverso ma di condivisione; c’è infine quella del mondo degli adulti che fa apparire per contrasto meno spaventose le altre. Una madre che non riconosce il figlio, un padre che usa sua figlia come fosse la sua amante scomparsa, un ragazzo più grande che gode della sofferenza altrui.
Quanto descritto fa pensare a un fumetto cupo e lento, mentre invece queste tematiche tanto dure sono inserite in un’opera dai toni adolescenziali, con momenti di leggerezza che rendono le scene di violenza, di disperazione e di morte, ancora più stranianti e dolorose.
A questo contribuiscono in maniera evidente anche i disegni di stampo realistico, realizzati con un tratto fresco e pulito che non sarebbe fuori posto in uno shojo; i personaggi sono facilmente identificabili, caratterizzati fisicamente in maniera stilosa e con occhi grandi ed espressivi.
Uno stile capace di sottolineare i repentini cambi di atmosfera, gli scatti di violenza o la paura grazie proprio agli occhi che si fanno vitrei o cambiano forma, alle bocche che si piegano in segno di rabbia o di terrore, mentre si alternano vignette con sfondi curati ad altre con sfondo completamente bianco, per mettere i personaggi al centro dell’attenzione. Kantetsu fa ampio uso dei retini, sia per “colorare” ambienti e vestiti, sia in maniera espressionista per sottolineare il cambio di tono tra una scena e l’altra.
Questa capacità di mantenere registri narrativi tanto differenti contemporaneamente colpisce il lettore, costretto a scendere a patti con personaggi dalla connotazione duplice, con il dolore che si nasconde dietro una vita apparentemente normale, con sentimenti e prospettive con cui è difficile confrontarsi.
Abbiamo parlato di:
La ragazza bruciata #1/4
Yu Satomi, Kantetsu
Traduzione di Christine Minutoli
J-Pop, 2019
192 pagine, brossurato, bianco e nero – 6,00 € cada.
ISBN: