Baba Jaga Fest: tre giorni a fumetti nell’Europa dell’Est

Baba Jaga Fest: tre giorni a fumetti nell’Europa dell’Est

Torna a Roma, dal 22 al 24 novembre, il Baba Jaga Fest. Ne abbiamo parlato con la direzione artistica: Alessio Trabacchini e Serena Dovì.
Baba Jaga Fest Flyer

 Dopo la prima edizione del 2022 torna a Roma, dal 22 al 24 novembre 2024, nel quartiere ostiense il Baba Jaga Fest, un festival dedicato al fumetto e all’illustrazione proveniente dai paesi dell’Europa dell’Est, dai Balcani fino ai paesi baltici passando per tutta l’Europa Centrale. Un festival dal taglio molto preciso e particolare, che mira a scandagliare un panorama ricco e frastagliato, sicuramente poco conosciuto.

L’edizione 2024 si svolge nell’ambito di Baba Jaga Europe, progetto europeo coordinato dalle Industrie Fluviali e sostenuto dal programma Europa Creativa dell’Unione Europea, che vede collaborare le Industrie Fluviali di Roma, il Frame Festival di Praga, l’editore kuš! di Riga (uno dei più importanti editori indipendenti europei) e il collettivo Pictoric di Kyiv alla realizzazione di eventi e residenze artistiche in diversi paesi.

Lo Spazio Bianco sarà media partner dell’evento e abbiamo parlato con la direzione artistica, formata da Alessio Trabacchini e Serena Dovì, delle novità di quest’anno, degli ospiti (tra i più noti, Igor Hofbauer e Lurida Laida, il resto si trova qui) e delle mostre che si sparpaglieranno in varie zone di uno dei quartieri più creativi e attivi di Roma.

Il Baba Jaga Fest è un’iniziativa molto giovane, alla sua seconda edizione, che parla di fumetto e illustrazione provenienti dall’est Europa. Come è nata questa iniziativa e come si è scelto di focalizzarsi su questa regione?
L’idea è nata dal desiderio di esplorare e conoscere più a fondo il panorama artistico che si sviluppa a est dell’Italia. Siamo consapevoli che “Europa dell’est” abbraccia una vastissima area, ricca di differenze culturali, ma il progetto di indagare i movimenti artistici legati al fumetto e alla narrazione visiva nelle varie regioni ci ha dato una straordinaria energia. Le culture emergono e i confini si dissolvono, lasciando apparire un territorio di influenze e legami in continua evoluzione. Questa visione ha preso forma in collaborazione con Industrie Fluviali, uno spazio poliedrico nel quartiere Ostiense di Roma. Situato all’interno di un ex-lavatoio lanario, questo ecosistema culturale ha reso possibile la realizzazione del festival e ne sostiene la continua crescita.

2. Igor Hofbauer, Mutants, Courtesy L Artista
Igor Hofbauer, Mutants
1. Croma, Jepi Jora, Courtesy L Artista
Croma, Jepi Jora

E come si posiziona l’Italia nei confronti di questo fumetto? Storicamente il nostro paese è stato un ponte tra molti di questi stati (soprattutto Balcanici) e il resto dell’occidente.
Nel complesso, la cultura italiana ha riservato all’est un’attenzione superficiale e viziata da stereotipi, figuriamoci per quel che riguarda il fumetto. Però le cose stanno cambiando e si percepisce una nuova curiosità e apertura. I Balcani tuttavia hanno certamente occupato un posto di rilievo, come giustamente osservi. Troppo vicini per essere ignorati, i Balcani sono lì, di fronte a noi, separati solo da un tratto di mare o da un labile confine.
In particolare, possiamo citare l’esperienza di Stripburger, rivista di fumetto alternativo nata in Slovenia negli anni Novanta, che collegò la scena slovena e jugoslava con il panorama internazionale.
Per questa edizione del festival abbiamo pensato a due mostre che coinvolgono i Balcani. Quella dell’artista croato Igor Hofbauer, la cui estetica nasce da un mix di citazioni dall’arte del secolo scorso, scorie ideologiche, allucinazioni pop rielaborate in uno stile personale che ha fatto scuola anche in occidente. E poi abbiamo invitato tre artiste molto diverse tra loro a raccontarci la loro esperienza con l’Albania in una mostra dal titolo Stesso Mare. Serena Schinaia presenta un progetto nato nel 2013, quando si è recata a Scutari con il padre per esplorare il Kanun, un antico codice di leggi ancora in uso nelle montagne albanesi. Lurida Laida, nata a Valona, riflette sui ricordi intimi della sua infanzia prima di arrivare in un’Italia mitizzata e plasmata dalla televisione. Croma presenta Jepi Jora, una graphic novel che racconta la maturità e il percorso verso l’indipendenza di una giovane donna albanese arrivata in Italia da bambina nel 1991.

Il fumetto dell’est Europa, penso in particolare a quello degli stati dell’ex Jugoslavia, ma anche Polonia e Paesi Baltici, ha una tradizione importante anche se poco esplorata. Quale è il suo stato attuale e come si rapporta con questo passato?
Esistono tradizioni più o meno sotterranee in quasi tutti i Paesi dell’area. L’instaurazione del cosiddetto Socialismo reale ha rappresentato una cesura violenta per quanto riguarda il fumetto, mentre le energie di molti artisti venivano incanalate verso i territori, più graditi ai regimi, dell’illustrazione e del cinema d’animazione. Gli autori e le autrici di oggi vivono spesso all’estero, o comunque più in contatto con le diverse e mutevoli scene internazionali che con le diverse tradizioni nazionali, anche se non si può generalizzare. Pensiamo, ad esempio a Lucie Lučanská, in mostra alla galleria Curva Pura, che può essere considerata tanto un’erede della scuola ceca di artisti come Jiřī Šalamoun che un’esploratrice compulsiva delle nuove tendenze del disegno contemporaneo. O al polacco Bartosz Zaskórski, che nutre il suo immaginario weird anche di autori come Schulz e Kubin.

1. Bartosz Zaskorski, Terrotic, 2023, Courtesy L Artista
Bartosz Zaskorski, Terrotic

Quali sono gli artisti e le artiste, o anche le esperienze artistiche collettive, da osservare con attenzione in questo ambito? Quali sono le loro tendenze, le loro esigenze narrative?
Oltre al citato Stripburger, nella scena attuale si distingue l’esperienza di kuš!, partner del Baba Jaga Fest, che ha creato in Lettonia quello che forse è oggi il più vitale hub del fumetto di ricerca internazionale. Ci sono altre realtà importanti, come Xao a Praga, ma in generale si tratta di un panorama atomizzato e fluido. Poi, analogamente, o forse di più di quanto accade nei paesi di più lunga tradizione fumettistica, si nota una prevalenza di artiste donne.

Con lo scoppiare della guerra in Ucraina la storia dell’Europa, in particolare di quella dell’est, è profondamente cambiata. Come è stato recepito questo mutamento epocale dal fumetto e dall’illustrazione di questa area, soprattutto dei paesi limitrofi?
L’invasione russa in Ucraina, oltre alle sofferenze causate, ha intensificato le divisioni e riacceso le paure della regione, influenzando l’arte e la narrazione. Dopo la prima edizione abbiamo avviato un dialogo con Pictoric, un collettivo ucraino di illustratori, graphic designer e artisti fondato nel 2014.
Il collettivo ci ha proposto una mostra di brevi fumetti realizzati da dieci autori e autrici, dal titolo “Safe Place”. Un luogo sicuro è qualcosa che va oltre un semplice spazio fisico: rappresenta un rifugio emotivo e mentale, uno stato in cui abbassare la guardia, essere se stessi e non temere il giudizio o il pericolo. Con la guerra in corso, questa idea di sicurezza ha assunto una rilevanza profonda e urgente per gli artisti coinvolti e per chi osserva le loro opere.

19. Yuliia Tveritina, From Diary, Spring 2023, Courtesy L Artista
Yuliia Tveritina

Parlando invece del fumetto e del panorama italiano di festival e fiere dedicate, come si posiziona questa vostra nuova offerta?
L’idea era semplicemente quella di esplorare una scena ampia, giovane e ancora poco conosciuta come quella dei paesi dell’Europa centrale e dell’est, un est più ideale che geografico, senza confini precisi. Quello che è successo è stata la confluenza di due tipologie di lettori: quelli di fumetti, in particolari quelli interessati a forme meno canoniche, e quelli appassionati di letterature e culture slave, o comunque provenienti dall’est. L’ibridazione ha funzionato, e senza bisogno di grandi nomi. C’è da dire che poco prima dell’inizio della prima edizione c’è stata l’invasione dell’Ucraina. Questo ha reso il nostro lavoro decisamente più difficile, ma anche, credo, più importante. Abbiamo un pubblico curioso e pieno di entusiasmo.

Quali sono le novità di questa edizione?
Quest’anno rispetto alla prima edizione abbiamo due partner, il festival Frame di Praga e la casa editrice kuš! di Riga. Insieme a loro abbiamo sviluppato Casa Baba, un programma di residenze di trenta giorni che ha portato il lettone Jurijs Tatarkins a Praga, Giulia Cellino a Riga e il ceco Jindřich Janiček a Roma. Da questa esperienza, i tre artisti hanno sviluppato delle storie a fumetti che saranno in mostra a Industrie Fluviali nei giorni del festival e in seguito si sposteranno in Cechia e in Lettonia.
Un’altra novità è che Baba Jaga Fest questa volta coinvolge più luoghi. Oltre a Industrie Fluviali, cuore pulsante dell’evento, abbiamo curato delle mostre anche a Curva Pura, Il Portale Ostiense, NABA e nella sede di WPP, tutti spazi del distretto creativo di Ostiense.
Un’ultima novità è che, oltre ai live drawing di sabato con dj set, ci sarà un concerto di musica dal vivo degli Amorklab, una brass band specializzata in musica tradizionale di varie etnie dei Balcani.

Appuntamento quindi dal 22 al 24 Novembre 2024 a Roma!

Intervista realizzata via mail a novembre 2024

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