A Parigi, due uomini armati sono entrati all’interno della sede della rivista satirica “Charlie Hebdo”, sparando all’impazzata. Secondo l’ultimo bilancio, ci sarebbero almeno 12 morti (tra cui due poliziotti) e alcuni feriti, di cui 4 in condizioni critiche.
Tra le vittime ci sarebbero il fumettista Georges Wolinski, il direttore Stéphane Charbonnier e Tignous, oltre all’economista Bernard Maris, azionista del giornale e editorialista di France Inter.
La rivista era stata al centro di alcune polemiche, nel 2011, per una caricatura del profeta Maometto, in seguito alla vittoria del partito islamista Hennada alle elezioni avvenute in Tunisia dopo la fine del regime di Ben Ali. La sede era in seguito stata al centro di un attentato incendiario che provocò alcuni danni.
Il presidente francese Francois Hollande si sarebbe recato sul posto e una riunione sull’accaduto è fissata per il pomeriggio all’Eliseo. Gli aggressori sarebbero riusciti a fuggire a bordo di un auto rubata. Una allerta anti-terrorismo è stata diramata per tutto il territorio francese, mentre posti di blocco sono stati dispiegati nella capitale Parigi.
Un atto di crudeltà eccezionale è stato commesso contro dei giornalisti che volevano dimostrare di poter agire liberamente – ha dichiarato Hollande.
Secondo quanto riportato dal quotidiano le Figarò, in un video che circola sui social network e diffuso da France 2, i due assalitori griderebbero “Abbiamo vendicato il profeta. Abbiamo ucciso Charlie Hebdo”.
Subito dopo, abbiamo visto passare un’automobile bianca a 200 all’ora, una 205 mi pare – racconta un testimone. È passata molto veloce ma sono riuscito a distinguere due figure a bordo, che sparavano dietro di loro. Hanno urtato una bici. Abbiamo visto che gli agenti della città di Parigi che si occupano del parco cercavano di nascondersi; abbiamo fatto loro segno di venire a ripararsi nei nostri locali.
Il disegnatore belga Philippe Geluck, autore della serie Le Chat, si è detto devastato dalla notizia dell’attacco di stamane alla redazione di Charlie Hebdo.
Sento più o meno le stesse cose che ho provato durante gli attacchi dell’11 settembre a New York. Credo che ci sarà come allora un prima e dopo il 7 gennaio. Ho perso degli amici, i grandi maestri del mio lavoro. Sinè, Cabu e Wolinski sono persone che mi hanno fatto venire la voglia di fare questo lavoro. Erano delle guide per me, Charb e Tignous erano amici, persone dal talento pazzesco. Sono sgomento.