Un fantasy puro, come non se ne vedevano dai tempi di Zona X sulle pagine di un fumetto Bonelli. Una nuova pubblicazione per la casa editrice milanese, che vede coinvolti due degli autori più amati di via Buonarroti e un disegnatore “esordiente”. E poi, la curiosità per il formato graphic novel, che ritorna molti anni dopo i mitici albi di “Un uomo un’avventura”. La curiosità è tanta, l’attesa spasmodica… Parliamone direttamente con gli autori…
Da quanto tempo si è iniziato a parlare, in Bonelli, di questa nuova serie di Romanzi a fumetti? Come e perché è nata l’idea?
ENOCH: In Bonelli si parla di storie autoconclusive da un bel pezzo, prima ancora che VIETTI e io si facesse capolino in casa editrice. La stessa collana di Un uomo, un’avventura era una collana di romanzi a fumetti, nata prima che il termine graphic novel diventasse di moda. Vietti e io pensammo a una collana di questo tipo direi un buon decennio fa, ma siamo riusciti a concretizzarla solo oggi.VIETTI: le idee sono, di solito, frutto dell’esigenza… nel nostro caso l’esigenza di raccontare storie… e nello specifico dei romanzi a fumetti, l’esigenza di raccontare TANTE storie diversissime tra loro in albi singoli e auto-conclusivi. Ci sono idee che non possono essere raccontate serialmente… ci sono storie interessanti alle quale basta lo spazio di un libro per essere narrate… ecco lo spirito dei romanzi a fumetti.
Con Dragonero ritorna in un fumetto Bonelli il fantasy classico, genere che disertava dalle pubblicazioni di via Buonarroti ormai dai mitici albi di Zona X. Perché proporre un genere così inusuale per la casa editrice?
ENOCH: Proprio perché inusuale. Il fantasy è un genere che manca in Bonelli; abbiamo il western in tutte le salse, la fantascienza, l’horror, il poliziesco, ecc… ma niente fantasy. Vietti e io siamo appassionati del genere da sempre e abbiamo sempre voluto produrre qualcosa in questo senso.VIETTI: Sull’albo n. 28 di Zona X, riuscii a pubblicare una mia storia fantasy dal titolo: i regni delle sabbie. Il fantasy mi piaceva da sempre e in quella occasione ricordo che mi sorpresi di quanto mi aveva appassionato scrivere quella storia ambientata in un immaginario regno arabeggiante. Mi riproposi di non mollare la presa… prima o poi avrei dovuto proporre a Bonelli una nuova idea fantasy… e Dragonero era già abbozzato nel cassetto.
Quanto è stata lunga la genesi di Dragonero?
ENOCH: I miei primi studi sono datati 1997 e uno dei personaggi della storia, Hecuba la monaca guerriera, era apparsa già nel ’95 sull’annuario di Fumo di China. La produzione vera a propria è durata bene tre anni, comprensiva di scrittura, ricerca del disegnatore, studio dei personaggi e delle ambientazioni e realizzazione finale delle tavole.VIETTI: la genesi di Dragonero, come di solito accade per la maggior parte delle idee, è fatta di appunti, fogliettini volanti con nomi abbozzati, una scena d’azione vaga, un dialogo, il tramonto su un castello diroccato… nel mio caso, c’é Gmor Burpen, l’orco di un mio racconto mai scritto, visualizzato in un disegno di Giancarlo Olivares a colori su foglio nero datato 1992, dipinto da lui come regalo di compleanno, appeso nella stanza di mio figlio.
Ci sono opere in particolare a cui vi siete ispirati per Dragonero? O si tratta di un fumetto il quanto più possibile diverso da tutto ciò che è in circolazione?
ENOCH: In realtà per questo primo tuffo “ufficiale” della Bonelli nel fantasy, abbiamo scelto un canovaccio abbastanza classico: un gruppo di “eroi” impegnati in una Cerca da cui dipende il destino del mondo. Gli stessi personaggi ricalcano i character classici del genere: l’eroe, il mago, l’elfo, il mago rinnegato, i demoni antagonisti, ecc… Ci siamo poi presi un po’ di libertà nel tratteggiare la personalità dei singoli personaggi.VIETTI: Il fantasy è, di per sé, un genere aperto ad essere affrontato in svariati modi… noi abbiamo scelto di scrivere in quello stile fantasy che da sempre ci appassiona e che ruota attorno al meccanismo del gruppo di eroi impegnato nella classica “cerca” della soluzione per sconfiggere il male. La diversità di Dragonero sta piuttosto nel come Enoch ed io abbiamo affrontato la scrittura… dei personaggi che abbiamo ideato e dei rapporti tra loro e con il loro mondo che abbiamo costruito. E sta nell’interpretazione grafica che Giuseppe Matteoni ha dato al nostro racconto.
Come mai la scelta del disegnatore è caduta su un esordiente per la Bonelli? Da quali esperienze proviene Matteoni?
ENOCH: Giuseppe ci ha subito sedotto con le sue prove, di una qualità sbalorditiva, sia per il tratto grafico che per la costruzione dell’inquadratura. Inoltre, per i Romanzi a Fumetti, volevamo che gli autori trovassero il disegnatore che meglio si adattava al soggetto, senza vederselo affibbiato dalla redazione tra quelli disponibili.
Quella dei romanzi a fumetti in casa Bonelli è stata una proposta a cui hai tenuto e che hai spinto molto. Credi sia un passo importante per l’editore? Cosa sai degli altri romanzi che seguiranno Dragonero?
ENOCH: Indubbiamente la collana dei Romanzi esprimeva una mia necessità che sentivo fortemente come autore, ovvero abbandonare temporaneamente il personaggio seriale e sperimentare nuovi generi narrativi, nuove ambientazioni senza il fardello di costruirci sopra una serie. Non so quale futuro avranno i Romanzi in Bonelli; in origine avremmo dovuto indire la produzione di almeno una decina di storie ma quattro erano e quattro sono rimaste. Ora la produzione è interrotta e verranno pubblicate solo le storie in lavorazione. Considero comunque un grande risultato essere riusciti a realizzare questi quattro volumi.
Dalla tua esperienza di autore completo, come gestisci una sceneggiatura diretta a un altro disegnatore?
ENOCH: Non era una novità per me. Già lavoro con Mario Alberti – che è anche co-autore – per Morgana e con Maurizio Di Vincenzo per Rangaku, entrambi prodotti dagli Umanoidi in Francia, con i quali ho in ballo un’altra produzione steampunk con un giovane disegnatore bolognese, Matteo Lolli. Il lavoro di scrittura è più “leggero”, nel senso di fatica fisica di realizzazione e mi permette di ritagliarmi piacevoli parentesi nella produzione, entusiasmante ma totalizzante, di Gea.
Come è nata la collaborazione con Vietti? Come vi siete divisi il lavoro?
ENOCH: Stefano e io abbiamo lavorato a quattro mani per la stesura del soggetto, in totale tandem, mentre per la sceneggiatura ci siamo divisi i vari capitoli in cui si muovevano i personaggi che ognuno preferiva e sentiva più suoi. Tale lavoro di sceneggiatura veniva poi rimpallato tra di noi “n” volte via e-mail fino a raggiungere un risultato che soddisfaceva entrambi.
Ti sei limitato a fare lo sceneggiatore o ci hai messo del tuo anche nei disegni (lay-out, studio dei personaggi…)?
ENOCH: Solo gli studi iniziali; poi abbiamo lasciato che Matteoni sviluppassi la grafica dei personaggi in modo assolutamente personale, fornendogli quanto più materiale iconografico possibile. Nella sceneggiatura non ho fornito lay-out o storyboard, come invece faccio abitualmente con gli altri disegnatori con cui lavoro. Mie invece sono le dettagliate mappe che apriranno i vari capitoli delle storia; questo perché egoisticamente non ho voluto rinunciare al piacere di disegnare il mondo dove avremmo ambientato l’avventura.
Tu e Vietti lavorerete ancora insieme?
ENOCH: Al momento non ci sono altri progetti all’orizzonte ma spero si possa fare in futuro qualcos’altro insieme.
Dragonero è pensato come romanzo autonomo, ma anche i romanzi hanno un continuo spesso: ci avete mai pensato, almeno come ipotesi?
ENOCH: Dragonero nacque in origine come proposta per una serie regolare e quindi fu pensato per avere non uno ma molti seguiti. Questa storia ha un finale molto aperto e quindi, chi può dire?VIETTI: beh… io spero che se Dragonero dovesse andar bene, l’editore ci permetta di continuare, magari con una miniserie… abbiamo tante di quelle cose da raccontare! Se non dovesse succedere, Luca ed io potremmo continuare le avventure di Dragonero con un romanzo.
Dopo Gea, continuerai a collaborare in Bonelli? O hai altri progetti?
ENOCH: Io concludo Gea il prossimo novembre e l’editore mi ha offerto la possibilità di continuare con un’altra serie semestrale autogestita. Ho presentato un paio di progetti che sono stati accettati entrambi, con preferenza verso uno di questi. Posso dire che sarà un altro personaggio femminile e che sto già investendo in saggi storici e dvd di film in costume…
DRAGONERO
Di Luca Enoch, Stefano Vietti e Giuseppe Matteoni
296 pagg. – b/n bross. – 8,00 euro
Disponibile dal 16 giugno 2007
Riferimenti
Sergio Bonelli Editore: www.sergiobonellieditore.it
Luca Enoch, il blog: lucaenoch.ilcannocchiale.it
Giuseppe Matteoni, sito (non aggiornato): www.geocities.com/gespe_2000
Giuseppe Matteoni su deviantART: giuseppematteoni.deviantart.com