“Rinvenire le tracce del sacro presenti in Tex, e attorno a Tex […], cogliere quanto il fattore R (come religione) si sia potuto insinuare anche nelle pagine di un fumetto che appare così distante dalle tematiche del sacro”: questo l’intento del volume di Brunetto Salvarani, teologo e giornalista, e Odoardo Semellini, operatore culturale. Perchè Tex non va in chiesa, in settant’anni non ha mai ammesso di essere credente e non assume atteggiamenti religiosi (nella prima bozza di un episodio rispondeva “Amen” ad una preghiera, ma la battuta è stata subito eliminata).
Eppure vive in un mondo -quello dei nativi americani- fortemente spirituale e nelle sue avventure ha incontrato predoni tuareg e adepti della dea Kalì, frati francescani e lama tibetani. In più, seppellisce i nemici che ha ucciso ponendo una croce sulla loro tomba; in molte occasioni lo vediamo raccogliersi, assieme ai pards, in un silenzio quasi rituale e, aiutando i più deboli contro le angherie dei potenti, sposa de facto l’etica gesuana.
Certo, ricercare tòpoi religiosi in un fumetto popolare può apparire quantomeno bizzarro, ma Il vangelo secondo Tex Willer è un libro intelligente, in cui si percepisce nettamente la passione degli autori, capaci però di non scadere mai nell’amatoriale. La materia viene infatti approcciata con serietà e presentata con un impianto rigoroso e molto documentato, diviso in quattro sezioni. La prima, di agile lettura, si focalizza sulle caratteristiche narrative e le vicende editoriale di Tex. Emerge chiaramente l’immagine di un personaggio plasmato dagli ideali e i desideri del secondo dopoguerra, in un contesto permeato dalla visione democristiana.
A questo insieme di valori Gianluigi Bonelli aggiunse le sue posizioni anarchiche ed eccentriche, delineando un cowboy che di americano ha quasi solamente il nome. Nella seconda sezione -il cuore dello studio- gli autori individuano gli episodi della saga texiana dove compaiono riferimenti o a personaggi credenti o a contesti religiosi. Aztechi, Maya, quaccheri, mormoni, musulmani, satanisti sono i protagonisti di schede-dossier approntate con estrema precisione che compongono una divertentissima enciclopedia del sacro in Tex. Unica nota dolente: spesso Salvarani e Semellini si limitano a raccontare le trame degli albi senza tentare un’analisi approfondita.
Se la terza parte, anch’essa molto godibile, si focalizza sul rapporto del Ranger con il soprannaturale (Mefisto in primis), la quarta indaga invece l’atteggiamento del mondo cattolico nei confronti dell’eroe bonelliano. Un atteggiamento inizialmente ostile: tra i tanti e gustosi aneddoti riportati colpisce che, nel 1951, il periodico cattolico Il Vittorioso, inserisse nella sezione stampa esclusa la creatura di Bonelli/Galep perchè “moralmente nociva e incitante alla delinquenza, alla corruzione, alla criminalità”. Completano la trattazione una intervista a Mauro Boselli, attuale curatore della testata, che racconta anche il suo rapporto con la fede, e una riflessione di Antonio Staglianò, vescovo di Noto.
Ma, in conclusione, di quale religione è Tex Willer? A rispondere egregiamente è la prefazione di Paolo Naso, docente alla Sapienza. In essa sono racchiusi il senso e il valore dell’intero volume: “Tex è un unchurched, uno schiesato […], un credente a modo suo che mal tollera liturgie e preghiere, candele e inni, prediche e devozioni. Cresciuto nello spirito libero del protestantesimo della frontiera, porta dentro di sé la radice puritana della libertà e del rigore, il senso profondo di una vocazione che diventa missione di vita. E vi sono pochi dubbi che sia quella alla giustizia, al sostegno dei truffati e delle vittime di ogni prepotenza”. Insomma, mister Willer incarna un sincretismo inedito tra il mondo cattolico mediterraneo e quello protestante americano, un sincretismo eccentrico che ci affascina da più di settant’anni.
Abbiamo parlato di
Il vangelo secondo Tex Willer
Brunetto Salvarani, Odoardo Semellini
Claudiana, agosto 2020
217 pagine, brossurato, bianco e nero – 18,50 €
ISBN 9788868982508