Andrea Bruno a Lo Spazio Audace di Lucca Comics 2024

Andrea Bruno a Lo Spazio Audace di Lucca Comics 2024

A Lucca Comics abbiamo intervistato Andrea Bruno, autore della graphic novel "Il bacio", edita da Oblomov.
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Andrea Bruno
, autore di Il bacio per Oblomov, è stato ospite di Lo Spazio Audace – Vignette e caffè a Lucca Comics & Games 2024.

Benvenuto Andrea! Presentiamo Il bacio, un libro che affronta una tematica non proprio mainstream come quella del turismo sessuale. Come è arrivata la pubblicazione con Oblomov?
Il libro nasce in Francia perché l’autore della storia, Frédéric Debomy, è francese. È lui che qualche anno fa mi ha contattato per propormi il soggetto per Il bacio. Aveva già scritto tutto, cercava un disegnatore e aveva visto delle mie cose che gli erano piaciute. La prima pubblicazione è avvenuta in Francia, un paio di anni fa, per Ici Même e poi Oblomov l’ha acquistato dall’editore francese.

Avevi mai incontrato questa tematica?
No. Quando ho ricevuto la proposta da Frédéric mi è piaciuto come aveva scritto la storia, come la raccontava e l’ambientazione esotica. Però sinceramente non avevo mai approfondito questo tema. Poi l’ho inevitabilmente fatto parlando con lui, incontrandolo, perché ci è voluto un po’ di tempo per finire il progetto. Come avevo già intuito leggendo il soggetto, la storia si basa anche su sue esperienze di viaggio, su persone che ha conosciuto sia in Vietnam che in Francia. Pur non essendogli capitate direttamente, sono cose che succedono, di cui lui ha conoscenza e che ha approfondito con delle ricerche. Oltre al turismo sessuale c’è un altro aspetto da considerare, quello di uomini occidentali, segnatamente francesi, uomini benestanti che sostanzialmente si comprano una moglie in qualche paese un po’ povero del sud est asiatico e poi se la portano in Europa, e anche di questo lui ha una conoscenza vera, reale.

Andrea Bruno V

Ci sono addirittura dei cataloghi di mogli…
Sì, ma all’inizio c‘è sempre un viaggio o più viaggi per conoscere quel mondo e poi quando queste persone sanno come muoversi vanno “sull’obiettivo”.

Dalla storia emerge anche il tema dell’incontro, anzi dello scontro, fra culture diverse, che a volte porta a rapporti di disparità. Ad esempio in zone soggette al colonialismo, dove l’Occidente è arrivato e continua ad arrivare in maniera molto distorta. 
Sì, penso che si debba appunto considerare che questa è una storia francese, e da questo punto di vista c’è un background diverso rispetto a quello che possiamo avere noi italiani. La Francia è stata una potenza coloniale in quell’area del mondo, quindi il turista francese che va, per esempio, in Indocina, si sente, come dire, l’ex padrone. È una situazione che ancora si avverte.

Ci ha molto colpito il terzo capitolo, soprattutto per la gestione del rapporto fra testi e immagini. Ci racconti come è nata quella sequenza? Vi siete confrontati o è semplicemente sceneggiata così?
Quando ho ricevuto il soggetto Frédéric aveva già scritto tutta la storia e, come ho detto, mi era piaciuto anche il modo in cui aveva pensato e visualizzato le sequenze. Il terzo capitolo in realtà era già così nel testo. Lui aveva scritto le indicazioni specificando che si sarebbero visti solamente gli alberi, un bosco e una voce fuoricampo che racconta. Questo tipo di impostazione è stata uno dei motivi per cui ho accettato di lavorare con Frédéric, perché il suo testo conteneva indicazioni ma al tempo stesso mi ha lasciato molto libero dal punto di vista della regia, delle scelte di inquadrature, di montaggio, di ritmo. Sono stato completamente libero di fare come volevo e per me è fondamentale.

Quindi la sinergia con lui è stata ottimale, anche per il resto del libro?
Sì proprio per la libertà concessami. Quello che c’era da raccontare era già lì, i dialoghi erano tutti scritti, ho cambiato pochissime cose durante la lavorazione e sostanzialmente gli piaceva quello che man mano facevo. Frédéric mi ha sempre supportato. Ad esempio quando ho cominciato a lavorare sul primo capitolo, pensavo di farlo in bianco e nero così come tutto il libro. Sono uno che disegna prevalentemente in bianco e nero, sono un patito, un ossessionato dal bianco e nero. Volevo usare un bianco e nero molto chiaro, con pochi neri, solo segno. Poi facendo una prova di copertina – che come sapete, anche in una fase iniziale, serve per proporre un lavoro agli editori – ho utilizzato una colorazione digitale. Ho visto che funzionava e a quel punto ho provato quella colorazione sulle tavole in bianco e nero. Poi le ho mostrate a Frédéric ed è stato entusiasta, quindi abbiamo scelto la via del colore. Per vari motivi è una soluzione che si sposa bene con la storia. Ma anche al fatto che il libro era indirizzato a un pubblico di lettori francesi, e nel fumetto d’oltralpe il colore è tradizionalmente molto apprezzato.

In effetti la colorazione enfatizza la cupezza, la tensione, la disillusione di certe sequenze o personaggi. Ma è usata anche a scopo narrativo per via di certi abbinamenti studiati, giusto?
Sì, la mia idea di colore era di usare una tavolozza molto limitata, di quattro colori più o meno. Però abbiamo subito pensato di cambiare questa tavolozza per ogni capitolo. Quindi anche in base all’ambientazione, al tono della storia, la colorazione cambia. Il primo capitolo ne ha una un po’ più calda, esotica, perché siamo all’inizio della storia e si deve entrare nel luogo, nel Vietnam. Poi man mano cambia, evolve.

Il Bacio Cover

In precedenza hai sempre realizzato opere molto autoriali, personali. In questo caso, pur lasciando la tua impronta, hai collaborato con uno sceneggiatore, com’era accaduto con Vasco Brondi in occasione di Come le strisce che lasciano gli aerei. È diverso come tipo di lavoro?
Sì, il lavoro da autore unico è chiaramente diverso. La collaborazione con Vasco Brondi invece è stata più o meno la stessa di quella per Il bacio. In entrambi i casi l’autore della storia l’aveva già scritta tutta e mi ha dato molta libertà su come metterla in pagina.

Per disegnare personaggi asiatici hai fatto ricerche o studi particolari? Hai trovato difficoltà o è stato gratificante?
Purtroppo, a differenza di Frederic, io non sono mai stato in Vietnam, anche se mi sarebbe piaciuto farlo per documentarmi. Quindi l’ho fatto cercando immagini online, guardando film e contemporaneamente allargando un po’ l’area basandomi sulle mie esperienze dirette in altri paesi che non sono il Vietnam. Ad esempio sono stato a Taiwan, che è chiaramente un’altra cosa però il clima e certi aspetti della vita quotidiana sono abbastanza simili. Ho pensato abbastanza a Taiwan perché ho visto dalle foto nelle quali ci sono delle cose in comune, per esempio la cultura del cibo di strada molto forte.

Sei sempre stato un autore che soppesa molto le opere a cui lavora, che non realizza un volume all’anno ma aspetta la giusta maturità di un’opera. Tuttavia è lecito chiederti se stai lavorando su qualcosa di nuovo.
Sì, è vero che non sono un autore prolifico per varie ragioni. A volte sono scelte, perché ci vuole il tempo giusto per lavorare ai progetti, a volte non sono scelte ma semplicemente mancanza di tempo o altre esigenze contingenti. In realtà è passato più tempo di quello che mi sarebbe piaciuto fra Cinema Zenith a Il bacio. Comunque adesso sono al lavoro su un progetto nuovo, un libro che uscirà nel 2025 e che stavolta sarà interamente mio. Scritto da me, disegnato da me, in bianco e nero. Per ora non dico altro.

Grazie per la disponibilità, Andrea!

Intervista realizzata il 3 novembre 2024 a Lucca Comics & Games

BIOGRAFIA

Andrea Bruno Narra storie intime che a volte assumono valenze politiche. Nato a Catania nel 1972 ma di base a Bologna, vince nel 2000 il premio Attilio Micheluzzi Nuove strade e il premio Lo Straniero. Dal 2004 fa parte di Canicola, collettivo di autori riuniti attorno all’omonima rivista. Le sue storie sono apparse su riviste e antologie italiane e internazionali, tra cui Mano e Black, Le cheval sans tête (Francia), Plaque (Germania), Babel (Grecia), Strapazin (Svizzera), Rosetta (Stati Uniti), Forresten (Norvegia) e De Brakke Hond (Belgio).
Ha pubblicato l’albo
Black Indian Ink, la raccolta di disegni Disapperarer, i volumi Brodo di niente, Sabato tregua, Come le strisce che lasciano gli aerei (con Vasco Brondi, Coconino Press 2012) e Cinema Zenit (Canicola, 2014-2017).

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