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Amano Corpus Animæ, l’arte del Maestro nell’esposizione più grande d’Europa

3 Novembre 2025
Tutta l’arte e l’evoluzione delle opere di Yoshitaka Amano nella mostra dedicata ai suoi 50 anni di carriera, tra anime e videogiochi.
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Lo scorso 12 ottobre si è conclusa, a Roma, la mostra Amano Corpus Animæ, realizzata in collaborazione con il Lucca Comics and Games: un evento che ha presentato al pubblico oltre 200 opere, tra dipinti, frame originali e installazioni artistiche, realizzate dal maestro Yoshitaka Amano. Già allestita in precedenza a Milano, in questa seconda edizione l’esposizione si arricchiva di ulteriori lavori, rendendo l’esperienza più completa.

Yoshitaka Amano è tra i più influenti e stimati illustratori e pittori giapponesi. Le figure da lui disegnate sono eleganti, disegni ricchi di dettagli e colori, con soggetti che sembrano quasi fluttuare in una dimensione onirica e personaggi con uno sguardo che rapisce il fruitore. Rimanere impassibile davanti ad un quadro del maestro è impossibile, le immagini colme di elementi a tratti bizzarri, chiaroscuri e tratteggi utilizzati sapientemente e scenari fantastici rendono i suoi lavori unici.

Divisa in quattro sezioni e allestita nello splendido Palazzo Braschi, la mostra accompagnava il visitatore attraverso le varie fasi artistiche di Amano. La divisione in sezioni permetteva di poter visualizzare con facilità l’evoluzione del disegno del maestro, mettendo ordine tra le categorie dei lavori e mantenendo una coerenza di fondo per tutto il percorso.

La prima sezione, “The Boy from Shizuoka”, era dedicata al periodo da character designer presso la Tatsunoko Production, storia casa di produzione animata. I suoi prodotti, realizzati con un budget estremamente contenuto, furono tra i primi anime ad avere un enorme successo in Europa, dando il via all’ascesa mondiale dell’animazione del Sol Levante. Tra gli anni ’50 e i primi anni ‘80 Amano muove i primi passi come illustratore e responsabile del design dei personaggi e delle creature in alcuni tra gli anime più famosi del periodo, come “Yattaman”, “Calendar Men”, “Kyashan – Il ragazzo del futuro” o “Hurricane Polimar”. Questa prima parte dell’esposizione presentava molti “blueprint” delle varie serie animate, illustrazioni ufficiali ma anche tante tele o disegni reinterpretati dei personaggi. Trovano spazio i lavori svolti su serie letterarie come “Vampire Hunter D”, dove il maestro ha curato le illustrazioni dei romanzi, così come le opere legare a “Tenshi no Tamago”, criptico OAV realizzato da Mamoru Oshii, due produzioni che gli valsero un primo slancio per la notorietà fuori dal Giappone.
In questa sezione sono posizionati, per la prima volta in Italia, gli artwork delle copertine dei romanzi di Elric di Melnibonè, cavaliere albino nato dalla penna dello scrittore britannico Michael Moorcock. La collaborazione tra Moorcock e Amano segna un punto di svolta, in quanto sono proprio questi disegni che getteranno le basi per la realizzazione dei loghi, e non solo, della pluripremiata saga videoludica Final Fantasy.

La seconda sezione, denominata “Icons”, segna l’ingresso definitivo di Amano nella cultura pop Occidentale. Tra i lavori più noti sicuramente le illustrazioni per il romanzo “Sandman. Cacciatori di sogni”, di Neil Gaiman, del 1999, che consacrarono definitivamente il successo in America e in Europa del maestro, riscuotendo un enorme successo. Trovavano posto anche le tavole originale di fumetti DC Comics e Marvel, come la graphic novel “Elekra e Wolverine” o alcune variant cover dedicate a Batman o ad Harley Quinn.

In coda alla sezione, tre cabine sonore con all’interno tre diverse opere:
L’artwork della carta “Liliana, Generale dell’Orda”, del gioco Magic: The Gathering, accompagnato dalla card in versione giapponese;
La tavola originale del poster giapponese del film “La forma dell’acqua”, di Guillermo del Toro;
ed infine un’illustrazione di David Bowie insieme a sua moglie Iman (o almeno così si pensa), commissionata dalla rivista V.
Nelle cabine, associate alle opere, risuonava una canzone o musica a tema, rendendo l’esperienza più immersiva. Inoltre, i visitatori potevano ammirare i lavori del maestro per la rivista di moda Vogue.

A chiudere la seconda parte della mostra le opere patinate delle Candy Girls, uno degli esperimenti più riusciti che mescolano lo stile onirico di Amano e la Pop Art. Trattasi di svariate illustrazione, su tela o su pannelli appesi lungo la parete, di ragazze, ognuna con le proprie caratteristiche, immerse in un mondo fatto di dolciumi animati. Le ispirazioni provengono dalla Pop Art ma anche dai lavori precedenti di Amano. La serie, messa in mostra per la prima volta nel 2023, nasce come spazio libero dove il maestro poteva sfogare liberamente la propria creatività, senza vincoli date da commissioni o di storie da illustrare.

La penultima sezione, la terza, intitolata “Game Master”, era dedicata al mondo videoludico, in particolare al suo contributo alla serie Final Fantasy. Tutti i capitoli principali (ben 15) e qualche capitolo minore hanno il logo realizzato da Yoshitaka Amano, così come alcune visual key o poster promozionale. La creatura di Hironobu Sakaguchi, chiamata così perché sarebbe stato l’ultimo progetto che SquareSoft avrebbe potuto produrre se non avesse riscontrato successo tra i giocatori, godette molto dello stile originale del maestro che si dedicò, nei primi capitoli, anche al character design, tanto da continuare ad influenzarla anche ora, nonostante suo il minor coinvolgimento. La serie accrebbe la notorietà di Amano, probabilmente data anche dall’alone di mistero che lo circondava: Infatti, data l’avarizia di informazioni tipica del mercato videoludico degli anni ’80, all’epoca non si conosceva il nome dell’artista dietro i meravigliosi disegni del gioco.
L’area era composta da un corridoio che accompagnava i visitatori attraverso i vari capitoli della saga in ordine cronologico, con le illustrazioni più belle per ogni gioco e la confezione originale, in lingua giapponese, dello stesso. Come per il resto dell’esposizione, oltre alle tavole si potevano ammirare qualche quadro reinterpretato dei passati giochi.

Ultima sezione, dal titolo “Free Spirit”, concentrava le opere più mature e sperimentali di Amano, alcune di queste messe in mostra per la prima volta in assoluto. I quadri e le illustrazioni che chiudono l’esposizione sono un’esplosione di creatività a 360°, che mischiano influenze dall’arte romana all’opera lirica, come le meravigliose locandine per il Lucca Comics & Games 2024 dedicate a Puccini, in particolare alla Tosca, a Madama Butterfly e a Turandot.

Amano Corpus Animæ è riuscita a raccogliere tutta l’essenza di Yoshitaka Amano, radunando in un unico posto molte le opere più belle e spettacolari del maestro, organizzandole attraverso un percorso pensato per farlo conoscere anche a chi non lo aveva mai sentito nominare e lasciando sbalordito il visitatore ad ogni quadro, tela o illustrazione. E ha anche dimostrato che gli sforzi fatti per organizzare questo genere di mostre, supportate dalla grande sapienza dei curatori e da importanti investimenti, possono dare frutti quando escono dall’evento in sè per sè (in questo caso, Lucca Comics and Games) e continuano il loro viaggio incontrando pubblici nuovi e diversi.

Domenico Rotella

Domenico Rotella

Classe 1998, originario di un piccolo paese delle montagne calabresi, ha studiato presso l’Università della Calabria (UNICAL) e laureato in Comunicazione con una laurea sul mercato editoriale dei manga in Italia. Attualmente vive a Roma e studia Editoria e Scrittura a La Sapienza. Divoratore di fumetti vari, predilige i manga. Appassionato di tutta la cultura Pop e delle sue varie forme creative ed artistiche.

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