
Un legame nella nebbia
La serie Sandman Mistery Theatre ha ridefinito la versione golden age del personaggio, che negli anni precedenti era finito nelle mani di Neil Gaiman. Wesley Dodds, finisce nelle mani di Matt Wagner e Steven T. Seagle che propongono un’interpretazione molto più realistica della versione originale, ideata nel 1939 da Gardner Fox e Bert Christman sulle pagine di Adventure Comics #40. La serie di Wagner e Seagle, che si avvalse del contributo in particolare di Guy Davis, che venne alternato da altri disegnatori per alcuni archi narrativi.
In particolare mi vorrei soffermare in questa occasione su Nebbia, quart’ultimo arco narrativo della serie, dove i due sceneggiatori reintroducono in questa versione il supercriminale noto come Mist, nebbia. Creato sempre da Fox con il contributo ai disegni di Jack Burnley su Adventure Comics #67 come nemico di Starman, in questa versione è lo scienziato canadese Jonathon Smythe, nome che risulterà falso, come da tradizione del personaggio.
Smythe riesce a costruire una macchina in grado di scomporre le molecole di cui sono fatti gli oggetti inanimati perfezionandola fino a renderla in grado di scomporre anche gli esseri viventi. Per sviluppare la sua invenzione, il canadese compie alcuni lavori per la mafia ed è questo che porterà alla rovina lo scienziato che alla fine della storia si trasferisce a Opal City, la base di Ted Knight, ovvero il già citato Starman, che peraltro è tra i coprotagonisti dell’episodio proprio nella sua identità “civile”.
Torniamo a Mist. L’invensione di Smythe è, come detto, una scatola metallica con alcuni fusibili in vista che, puntata contro la materia inanimata, ne indebolisce la struttura fino a che i legami chimici non si scompongono e la struttura stessa crolla su se stessa, generando ad esempio il crollo di un palazzo o una falla in una nave.
Energia di legame
Il dispositivo di Smythe, indipendentemente dalla sua plausibilità (o fattibilità), in pratica fornisce alla struttura che colpisce l’energia necessaria per spezzare i legami tra le molecole. L’energia di legame è, in effetti, definita come la quantità di energia necessaria per scomporre un composto nelle sue parti. Si possono distinguere tra varie energie di legame: quella a livello atomico, ovvero quella necessaria per allontanare il nucleo dagli elettroni fino a una distanza tale per cui non interferiscano uno con gli altri; quella a livello nucleare, ovvero, per analogia con la prima, quella necessaria per separare il nucleo nei suoi componenti fondamentali, protoni e neutroni. Ovviamente si parla anche di livello molecolare, ovvero dell’energia necessaria per spezzare il legame tra due atomi.
Se restiamo al livello dei legami tra atomi differenti, che poi sono quelli che dovrebbe spezzare la macchina di Smythe, uno tra i più semplici da spezzare è quello tra i due atomi che costituiscono l’ossigeno molecolare, quello che respiriamo ogni giorno: bastano solo 145 kJ/mol. Senza scendere troppo nel dettaglio delle unità di misura, il kJ, o kilo Joule, è l’unità di misura dell’energia, mentre mol, o mole, è l’unità di misura della quantità di materia in chimica. Questo vuol dire che, come d’altra parte richiede la relatività speciale di Albert Einstein, anche il valore della massa assume un ruolo fondamentale nel determinare la quantità di energia necessaria per scomporre la materia nei suoi costituenti fondamentali.
Il fatto di dover solo scomporre e non anche trasportare, permette di utilizzare una quantità di energia inferiore rispetto a quella necessaria per il teletrasporto, essendo l’energia di legame legata al così detto difetto di massa: quando le particelle e poi gli atomi si mettono insieme, la loro massa risulta inferiore rispetto alla massa totale dei costituenti presi singolarmente. La differenza tra la massa totale dei componenti e la massa effettiva è proprio questo difetto di massa, che coincide con l’energia di legame.
Altre nebbie
Mist non è, però, il primo personaggio con questo nome e con poteri simili: a giugno dello stesso anno, infatti, su Top-Notch Comics #16 fa la comparsa un criminale con lo stesso nome, creato da Harry Shorten, ma con l’identità segreta ignota. Anche questo Mist è in grado di diventare intangibile passando allo stato gassoso, ma solo grazie a una macchina, senza la quale non può nulla.
E’ interessante notare, poi, come la Marvel, nel settembre del 1942, su Human Torch Comics #9, fece esordire il personaggio di Mister Smythe, che però in questo caso è un avvocato che ha interpretato il fantasma di un suo assistito, tale Ruben Hartnett, con il proposito di impossessarsi della sua eredità.