Topolino #3592: Una stella in giardino
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Topolino #3592: Una stella in giardino

Il ritorno di Newton Pitagorico sulle pagine di Topolino era avvenuto, dopo una lunga assenza, sul #3357, grazie al primo episodio di una piccola serie di Marco Nucci e Stefano Intini in cui venivano raccontate le invenzioni e i disastri del nipote di Archimede Pitagorico.
Già con la seconda storia avevo proposto un parallelismo con Jack B. Quick, giovane e incontenibile inventore ideato da Alan Moore e Kevin Nowlan sulle pagine di Tomorrow Stories #1. E questo parallelismo si fa decisamente più stretto, al limite della parodia, con La luce della scienza di Francesco Vacca e Lucio Leoni pubblicata sul Topolino #3592.

L’indistinguibile differenza tra creazione e… guai!

Jack Bquick Sun
Il Sole nella fattoria di Jack B Quick

Sin dalla prima storia, Smalltown Stardom, Jack B. Quick si rivela come una variazione sul giovane Clark Kent. Il personaggio di Moore e Nowlan, infatti, vive in una piccola città, Queerwater Creek, nella fattoria dei genitori. A differenza del bimbo venuto dalle stelle, però, Jack è dotato di una fervida mente scientifica, la cui creatività è decisamente incontenibile. E già nel primo numero, mosso dal lodevole intento di salvare la mucca di famiglia da una terribile malattia, Jack si lascia un po’ prendere la mano e crea un intero piccolo sistema solare. Mentre la stella di questo sistema si trova proprio sulla fattoria del suoi genitori, il resto dei pianeti si sparpaglia sopra le case di Queerwater Creek, in una specie di anticipazione fumettistica delle attività di realtà aumentata che ci permettono di portare in casa gli oggetti astronomici, o di più semplici attività che permettono di posizionare i pianeti sulla mappa di qualsiasi città.
Per evitare qualsiasi problema di collisione tra i vari corpi celesti di questo sistema solare in miniatura e gli abitanti della cittadine, Jack si mette a compiere calcoli su calcoli che permettono di regolare il traffico, aprire le finestre e altre piccolezze raccontate con tono ironico e divertente. In effetti la storia ha un piglio in qualche modo disneyano e anche il finale assurdo, con la povera mucca Bessie che tappa il buco nero che è rimasto alla fine del ciclo di vita della stella, è una trovata divertentissima che potrebbe tranquillamente trovare posto sulle pagine di Topolino.

Topolino3592 Ministella Lampadina
Una stella in una lampadina

Non arriva a questo punto Vacca con La luce della scienza, ma è abbastanza inevitabile non confrontare le due storie, visto che, partendo dal semplice compito di cambiare una lampadina della nuova vicina di Archimede, il buon Newton arriva a creare un piccolo sole racchiuso, appunto, in una lampadina all’interno del giardino della suddetta vicina!
Come accennato ne L’esperimento del Dottor Octopus, la quantità di materia necessaria per accendere in maniera stabile le reazioni nucleari e creare quindi una stella è di gran lunga superiore a quella presente nella storia di Newton, e in qualche modo anche in quella di Jack B. Quick. Il punto, più che l’accensione in se, è mantenere la stella stabile, in modo che l’energia non si disperda troppo velocemente.
A questo dobbiamo anche aggiungere che i processi di formazione stellare sono in effetti molto più complessi di quelli mostrati nelle storie dei due geniali personaggi. Sintetizzando il più possibile, una stella nasce a partire da una nube molecolare, generalmente ricca di idrogeno, presente tra il 70% e l’80%, di elio, tra il 23% e il 28%, e tracce di atomi più pesanti (il più abbondante dei quali è spesso il litio). A un certo punto al centro della nube viene innescata una instabilità gravitazionale, causata da eventi esterni come per esempio le onde d’urto prodotte da una supernova o dalla collisione tra due galassie. La materia inizia quindi a cadere verso questo centro gravitazionale e se alla fine risulta sufficiente a dare il via ai processi di fusione nucleare, possiamo dire che è nata una nuova stella!
E la quantità di materia contenuta all’interno della stella determina anche la sua durata: maggiore è questa massa, minore è il tempo di vita, poiché brucia il combustibile nucleare molto più velocemente. Stelle di massa considerevole, per esempio, oltre le 30 masse solari, durano poche centinaia di migliaia di anni, mentre il nostro Sole dovrebbe avere all’incirca una vita di 8 miliardi di anni, di cui 4 sono già andati.

Topolino3592 Stella Instabile
La stella di Newton inizia a diventare instabile

In questo senso è però interessante il riferimento di Vacca alla fase di gigante rossa, incluso quel “papparsi mezzo Sistema Solare“, visto che tra un paio di miliardi di anni il nostro Sole entrerà proprio in quella fase, “pappandosi” quasi tutti i pianeti rocciosi: sicuramente si salverà Marte, ma alla Terra non andrà molto bene in ogni caso, visto che siamo sulla teorica linea di confine. Il nostro pianeta, infatti, o verrà distrutto dal Sole o si trasformerà in una specie di Mercurio.
Le nane rosse, invece, sono le stelle più longeve e più tranquille di tutto l’universo.
Diverso il discorso relativo al diventare un buco nero, destino riservato a stelle la cui massa supera il così detto limite di Chandrasekhar. Quindi né il buon Newton né l’indefesso Jack avrebbero potuto creare stelle in miniatura in grado di sfuggire al controllo. Questo, però, è il bello dei fumetti che tramite situazioni estreme, per quanto improbabili, permettono di raccontare aspetti corretti della scienza!

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