
Nikola Tesla: sulle tracce di un personaggio
La scelta operata da Sergio Rossi e Giovanni Scarduelli per raccontare la vita di Nikola Tesla è simile a quella adottata da Francesca Riccioni e Silvia Rocchi per Ettore Majorana: utilizzare due personaggi che, per delle motivazioni specifiche, decidono di narrare la vita del protagonista del libro.
Le similitudini, però, finiscono qui: i protagonisti di Rossi e Scarduelli sono un produttore televisivo e uno scienziato suo collaboratore che stanno preparando una trasmissione televisiva dedicata a Tesla. I due si mettono in viaggio per incontrare un misterioso contatto che ha delle nuove rivelazioni da fornire sul famoso ingegnere serbo, naturalizzato statunitense. La biografia di Rossi e Scarduelli riunisce, così, tutti gli elementi tipici dei vari modi di approcciarsi alla figura di Tesla: da un lato quello spettacolare, alimentato dallo stesso Tesla in particolare durante la così detta guerra delle correnti contro Thomas Edison e grazie agli esperimenti spettacolari e pericolosi con l’elettricità nel suo laboratorio a Colorado Springs che tanto piacevano a Mark Twain; dall’altro quello scientifico, la valutazione di quello che ha prodotto, dei suoi successi e dei suoi fallimenti; infine quello complottistico, alimentato dalle circostanze della sua morte (solo e in povertà) e dalle continue difficoltà che ha avuto nel corso della sua vita per portare avanti i suoi progetti.
I due autori procedono con una ricostruzione quanto più precisa possibile di alcuni dei punti cardine della biografia di Tesla. La direttrice in questa ricostruzione viene dettata nella parte iniziale del libro, in particolare alla quinta pagina quando arriva questo scambio di battute tra scienziato e giornalista:
-Guarda che così Tesla farà la fine di Einstein, un professore che diceva che tutto era relativo.
-Beh, sarebbe già un passo avanti, no?
-Sì, però Einstein non ha mai detto quella frase.(1)
Da qui in poi i due autori raccontano al lettore alcuni dei passaggi salienti della vita di Tesla, una figura come detto particolar che, pur con le sue piccole manie, ha ispirato nerd in tutto il mondo e in questo senso è apprezzabile il lavoro di Rossi e Scarduelli di separare il personaggio dal mito, di rappresentare come folle e assurda l’idea complottista che si è costruita nei decenni intorno a Tesla. In questo senso lascia un po’ perplessi il finale, che in qualche modo sembra voler suggerire al lettore che nel caso di Tesla il complottismo è più che giustificato.
Infine il tratto in stile franco-belga di Scarduelli, combinato con una colorazione acquarellata in toni di grigio, si mette al servizio della storia di Rossi con vignette grandi e ariose: la struttura di base della pagina è quella di un Diabolik con una suddivisione al massimo in quattro vignette, con soventi illustrazioni a tutta pagina, alcune anche in stile infografico. Questa struttura agile, unita con gli interessanti e veloci scambi di battute tra i due narratori, che rappresentano i due punti di vista giornalistico e sensazionalistico da un lato e scientifico dall’altro, restituiscono al lettore una narrazione veloce e dinamica paragonabile a quella di una trasmissione televisiva.
- In effetti Einstein ha detto qualcosa di molto differente: Il significato della relatività è stato ampiamente frainteso. I filosofi giocano con la parola, come un bambino con una bambola. Relatività, per come la vedo io, semplicemente denota che certi fatti fisici e meccanici, che sono stati ritenuti positivi e permanenti, sono relativi rispetto ad altri fatti nella sfera della fisica e della meccanica. Ciò non vuol dire che ogni cosa nella vita è relativa e che abbiamo il diritto di rovesciare il mondo intero maliziosamente. Citazione originale da en.wikiquote. ↩