In questo periodo (visto il proliferare di film tratti dai sui libri e la riscoperta editoriale grazie all’impegno di Fanucci), è abbastanza normale affermare che le storie di Dick sono belle. E si sa che, in generale, le storie che si basano sulla vita di grandi scrittori sono quantomeno interessanti. In questa breve storia, Crumb ci offre uno spaccato della vita di questo narratore americano, mostrandocelo, di fatto, come un plausibile ed emerito comprimario dei suoi deliranti racconti. Anzi, la storia su Dick scritta e disegnata da Robert Crumb, sembrerebbe UNA storia su Dick scritta da Dick stesso. Come al solito, lo stile di Robert Crumb è graffiante e incisivo. Mai violento, il suo segno ti scava un solco nell’anima che difficilmente si può rimarginare, riempiendoti di quell’atmosfera irreale che Crumb usa per descrivere la sua realtà. L’autore di Fritz il gatto e Mr. Natural è sempre stato riconosciuto solo come un figlio dei fiori che vive di realtà illusorie psicoindotte da droghe di ogni genere, mentre in realtà lo si deve considerare, soprattutto, un fine umorista; un narratore profondo della grettezza della vita e caricaturista di quei pezzi di società da lui frequentati. Tutta questa visione del personaggio traspare in questa short che pure di umoristico non conserva nulla, limitandosi puramente alla descrizione della vicenda. Un solo appunto: mi sento di precisare che fa un certo effetto veder presentata come “inedita” una storia di venti anni fa. Questo sottolinea il fatto che in Italia di Crumb ultimamente è stato pubblicato poco, purtroppo, e comunque mai col rigore filologico che questo autore meriterebbe (Fabio Postini).
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