Riparte così l’avventura del personaggio di Federico Memola, da questo numero zero che in realtà funge più da “civetta” per i vecchi e nuovi lettori che da vero e proprio nuovo inizio. Che lo scopo sia questo lo si capisce dalla fretta con cui è stato confezionato l’albo (scritto e disegnato in due mesi da Memola, Adriana Farina, Stefano Martino, Paolo Armitano, Tiziano Scanu e Teresa Marzia), fretta che si riversa sul contenuto: le brevi storielle qui raccolte si rivelano leggerine, senza grande mordente né capacità di creare sorprese nella lettura, così come i disegni appaiono affrettati e poco precisi, in alcuni casi appesantiti da un uso eccessivo e coprente della retinatura. L’intento dell’albo è chiaro, e la scelta di non lasciare troppo tempo allo “stop and go” tra editori è condivisibile, pero’ questo finisce per andare a discapito della qualità – e se i lettori di vecchia data possono passarci sopra, per i nuovi può essere un freno non da poco. La celerità nella pubblicazione dell’albo si riflette anche nella confezione: l’editore stesso annuncia una carta più vicina a quella bonelliana, a partire dal primo numero, perché “tale distacco non risulti troppo traumatico”. Suona un po’ come una mezza scusa e non me ne voglia Giovanni Bovini. Non c’era bisogno né di precisazioni, né di cambiare carta, soprattutto non dopo questa prima uscita! Resta comunque degno di nota questo numero per assistere al nuovo corso di Jonathan Steele, un personaggio che grazie alla Star eviterà di andare in pensione avanti tempo (Ettore Gabrielli).