É morto Walter Chendi, autore de “La porta di Sion”, Gran Guinigi nel 2010

11 Novembre 2025
L'autore è scomparso il 9 novembre all'età di 75 anni.
Walter chendi

Lo scorso 9 novembre è scomparso Walter Chendi. Classe 1950, triestino, dopo aver lavorato con i giornali locali con strisce, vignette, illustrazioni e copertine, decide di dedicarsi al fumetto verso i quarant’anni. Vittorio Giardino racconta che lo ricevette nel suo studio bolognese verso la fine degli anni settanta: “Un incontro che Walter aveva previsto di un quarto d’ora finì solo dopo cinque ore.

Da quell’incontro nasce un’amicizia che durerà fino alla scomparsa di Chendi. Giardino diventerà un riferimento per Chendi sia a livello stilistico che “critico”. È grazie a lui – che a Lucca presenta a Chendi Rinaldo Traini e Oscar Cosulich, rispettivamente editore e direttore della rivista Comic Art – che l’autore triestino ottiene la sua prima pubblicazione (siamo nel 1990, con la serie Nuvola Rossa, fatta di brevi racconti).
Venire pubblicato sulle stesse pagine di altre grandissime firme del fumetto italiano e internazionale fu, per usare le parole dello stesso Chendi, “motivo di grande orgoglio”. All’esperienza su rivista seguono la sceneggiatura di Vedrò Singapore? (2004), Mont Uant (2005) e Est-Nord-Est (2007), tutti editi da Lizard.

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Nel 2010 vince il Gran Guinigi a Lucca con La porta di Sion (Edizioni BD) in cui racconta, attingendo anche a testimonianze dei propri familiari, la svolta razzista inaugurata proprio a Trieste – città di frontiera per vocazione – da Benito Mussolino col discorso del 18 settembre 1938.

A questo lavoro seguono tre volumi di racconti sulla Trieste asburgica, Maldobrìe. L’attenzione al territorio è elemento centrale delle sue opere, così come l’amore per l’aneddoto, la curiosità, per la ricostruzione minuziosa (anche dal punto di vista grafico) di un singolo episodio, attraverso cui poter restituire l’atmosfera di un determinato periodo storico.
Valerio Fiandra, editore, critico e amico di Chendi lo definisce riservato, discreto, ma sapeva anche essere schietto. Chendì commenta così in una intervista la sua vittoria del Gran Guinigi a Lucca:


“D’altra parte io ho partecipato per vincere ed è l’unica volta che ho partecipato a un concorso e l’averlo vinto mi riempie d’orgoglio. Come mi riempie di felicità il fatto che alcune persone come Michele Medda, lo sceneggiatore che era presidente della giuria, mi abbiano fatto complimenti sinceri. Sinceri perché io non sono legato a nessun carro particolare nel mondo del fumetto”.

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Nel 2016 pubblica con Tunuè Maledetta balena, ancora un racconto in cui l’autore racconta la Storia attraverso quella degli individui, attingendo in questo caso al vissuto paterno, con una narrazione a tratti onirica ma al contempo storicamente accurata. Un libro a giudizio di chi scrive bellissimo, che ho avuto il piacere di recensire. Approfittando della presenza dell’autore a Lucca, decisi di presentarmi col solo scopo di ringraziare l’autore per il bel libro che aveva partorito. Chendi con fare ironico mi ringraziò sostenendo che la recensione “sembrava pagata” da quanto era benevola, per poi lamentarsi del fatto che stavolta se ne tornava da Lucca senza nemmeno un premio. La mia considerazione sul fatto che avesse vinto pochi anni prima e che era abbastanza difficile vincere il Gran Guinigi ad ogni pubblicazione, non mi sembrò convincerlo molto. In ogni caso acquistai una copia di Maledetta Balena ma non feci in tempo a chiedere uno sketch: ce ne erano di già pronti e l’autore mi invitò a sceglierne uno di quelli, a cui aggiungere il mio nome. Pochi fronzoli e nessun rischio di sembrare “compiacente” nei confronti della stampa.

Il suo amico Vittorio Giardino, in un post Facebook lo ricorda con queste parole: “Era un grande autore il cui talento non è mai stato riconosciuto quanto meritava. Mi auguro che in futuro si porrà rimedio a questa ingiustizia, a cominciare dalla sua Trieste, presente in filigrana in tutte le sue pagine. Farò il possibile, come collega e amico, perché ciò, se pure tardi, si avveri.”


Davide Grilli

Davide Grilli

(Lucca 1977)  Iniziato dai genitori alla lettura di Topolino all'età di sei anni, non smette più. Abita in provincia di Pistoia con la moglie, un figlio, e una mole di albi che ne minaccia l'incolumità.  L'apertura di una fumetteria in una cittadina vicina gli fa capire che esistono molti più fumetti di quelli che potrà mai acquistare e forse per questo nel 2002 decide di passare dall'altra parte del banco ed aprirne una propria assieme a un'amica, esperienza conclusa ma ricchissima, anche se solo dal punto di vista umano.

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