La Mia Vita Disegnata Male (LMVDM)

La Mia Vita Disegnata Male (LMVDM)

LMVD è un lavoro in cui Gipi si rivela e che fa della spontaneità il risultato di un racconto tutt'altro che improvvisato e immediato.

lmvdm_coverDopo la pubblicazione di S., storia autobiografica che racconta del proprio padre Sergio, Gipi torna con una nuova, lunga storia a fumetti autobiografica dal titolo La Mia Vita Disegnata Male (LMVDM), pubblicata da Coconino Press e Fusi Orari.
L’atto autobiografico, come per S., non si rivela semplice, lineare né tanto meno prevedibile. C’è, nella conduzione asimmetrica, a spirale del racconto, tutta la fatica del Gipi autore di fronte a sé stesso, che cerca e trova una felice chiave di lettura della propria vita, per offrirla e offrirsi indifeso al lettore. Un lavoro in cui l’autore si rivela e che fa della spontaneità il risultato di un racconto tutt’altro che improvvisato e immediato. In ogni tratto e in ogni parola si respira una verità che va ben oltre la verosimiglianza o l’aderenza alla reale biografia dell’autore, e che è soprattutto una verità psicologica. Gipi ci racconta quel che prova, sente e crede della sua vita, della vita che percorre. è un atto di rappresentazione psicologica al mondo che colpisce grazie alla naturalezza con la quale l’autore ha imparato a mettersi a nudo, a mettersi in scena.
Il risultato raggiunto è strettamente legato ad alcune scelte tecniche e stilistiche chiare, dichiarate persino nel titolo. Disegnare male la propria vita appare un avvertimento per il lettore, una dichiarazione di intenti e un manifesto poetico.

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LA LINEA BRUTTA

Nel fumetto mondiale esiste una tendenza ormai chiara che sembra affermarsi per antinomia alla famosissima linea chiara di derivazione francese. Potremmo definirla la linea brutta, che è poi un processo di sintesi e semplificazione visiva e narrativa frutto di studi, considerazioni sul fumetto e personali idiosincrasie. Nelle diverse culture fumettistiche mondiali, al di là del gioco dei nomi di cui sopra, questo approccio in effetti sembra muoversi in contrapposizione ai canoni presenti nel fumetto popolare: realismo, chiarezza, rassicurazione, prevedibilità, intercambiabilità, anonimato. Così, negli Stati Uniti è l’opposizione al realismo (fotografico) dei comics di supereroi tanto in voga negli ultimi due decenni; in Italia è la distanza dal realismo del fumetto cosiddetto bonelliano; in Francia, è stacco, per esempio, dalla scuola (ormai) tradizionale di Metal Hurlant e di tanto fumetto di genere. lmvdm_086
Il titolo del libro di Gipi sembra dichiarare apertamente l’appartenenza a questa tendenza. Fautori principali di questo percorso espressivo sono gli statunitensi Jeffrey Brown, John Porcellino e Anders Nilsen e i francesi Joann Sfar, Louis Trondheim, Christophe Blain, per citarne solo alcuni. Ognuno per ragioni differenti, ognuno con connotazioni e derive diversissime, nessuno, probabilmente, con la volontà di diventare rappresentante di una categoria, di una poetica di gruppo, di un movimento. Eppure le condensazioni concettuali alla base delle scelte di ognuno ci sono e sono chiarissime. E Gipi sembra volerle percorrere anch’egli, a suo modo.

La ricerca della linea brutta ha diversi significati, espliciti o impliciti.
Per prima cosa, il ritorno a una spontaneità del disegno che vuole disfarsi di regole accademiche, di anni di studi sull’anatomia e sulla prospettiva, del bel disegno, dell’enfasi al realismo. Si tratta di un percorso all’indietro che assume tuttavia chiaramente la forza di un’evoluzione nella rappresentazione a fumetti, di una ricerca della semplificazione e dell’esaltazione del potere simbolico del fumetto. Il segno che si fa brutto, naive, essenziale, traballante perde l’aderenza con il reale, con il paesaggistico, con il fotografico, per rifugiarsi nel mondo delle icone. Dal punto di vista psicologico, il risultato è immediato: perdita dei riferimenti che più si conoscono, perdita di una presunta neutralità visiva, per dare spazio al mondo letteralmente visto e re-interpretato dagli occhi e dall’esperienza umana dell’autore. Quello che vediamo, in LMVDM è, simbolicamente, il mondo dal punto di vista di Gipi. è nel tratto, è nel modo in cui i visi, gli oggetti, i contesti sono messi in scena. è l’affermazione delle idiosincrasie personali, della propria visione del mondo, della crescita, dell’arte.

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SINESTESIA E IRONIA

C’é un secondo significato, fortemente connesso al primo, nella scelta di questa che chiamo ironicamente linea brutta e che potrebbe essere spiegato con il concetto di sinestesia. La sinestesia è un fenomeno percettivo intermodale, attraverso il quale la stimolazione di un particolare recettore sensitivo provoca reazioni anche negli altri sensi. è stato riconosciuto, per esempio, che partecipare ad esperienze multisensoriali favorisce l’apprendimento e il coinvolgimento emotivo. lmvdm_085
In chiave simbolica, la linea brutta mette in atto proprio un processo di questo tipo. Nel guardare il viso e il corpo nudo di Gipi adolescente disegnato male, il lettore non ne ha una percezione solo visiva, perché la linea offre psicologicamente il senso dell’insicurezza dell’età di passaggio, della fragilità, della paura per la malattia, di sensazioni spiacevoli al tatto o sotto la lingua (quando Gipi sperimenta l’uso degli acidi, per esempio), dell’incapacità di parlare di certi fatti tragici (il tentativo di stupro, l’uomo del buio).
L’esperienza della linea brutta, grazie alla forza iconica che la caratterizza, spiazza il lettore o lo coinvolge in modo totale, sinestetico appunto.

In LMVDM il disegno brutto è anche esemplificazione precisa dell’ironia con la quale Gipi affronta il racconto della propria vita. La scelta buffa della linea si muove organicamente con il tono complessivo del racconto, sempre divertito, timidamente ironico, giocoso, fantasioso. Anche nelle parti in cui è più presente il senso di straniamento, di isolamento, di affannosa e apparentemente vana ricerca del senso della vita e della sofferenza, l’autore mantiene sapientemente il gusto per la battuta, sdrammatizza e smitizza, senza pedanterie. é solo una vita disegnata male, sembra dirci, è solo una vita vissuta male, come tante altre, come ce ne sono mille.
é una testimonianza che si vuole fare piccola, nel momento stesso in cui diventa rappresentativa di tante altre. Da qui, naturalmente, la simpatia che il racconto suscita, da qui la facilità dell’immersione e dell’immedesimazione.

RETROMARCIA

È importante aggiungere che il passo di Gipi verso la linea brutta è una scelta a metà. Le pagine in bianco e nero disegnate male sono infatti alternate ad alcune splendide tavole ad acquarello nelle quali Gipi mostra tutta la sua perizia tecnica e la sua abilità di illustratore. Sono le tavole del racconto dei pirati, un intarsio visivo e narrativo non facile da decifrare, che pesca nell’immaginario dei romanzi avventurosi per ragazzi che l’autore sembra amare moltissimo. L’approdo su un’isola semi-deserta richiama esplicitamente anche al Corto Maltese di Hugo Pratt, mentre i giochi linguistici della popolazione locale (Sfrush) sono una perfetta rievocazione delle sperimentazioni infantili.

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Detto che l’interruzione picaresca ha un valore e un significato narrativo pregnante e convincente, rimane il dubbio che Gipi abbia voluto ricordare al lettore che, a differenza di quanto si possa sospettare, egli resta un grande disegnatore, dalla perizia tecnica eccellente e personale. Quasi una marcia indietro rispetto al progetto dichiarato nel titolo.
é legittimo sperare che Gipi prosegua per la strada della linea brutta in un prossimo libro, senza compromessi di sorta, senza alcuna accondiscendenza verso le aspettative del lettore.
Siamo lontani anni luce, per esempio, dalle sperimentazioni disturbanti e al limite dell’accettabile di Nilsen1 nel volume Monologues for the coming plague (inedito in Italia, pubblicato negli Stati Uniti da Fantagraphics Books), dove non v’é l’ombra di alcuna capacità tecnica al tavolo da disegno; dove non è possibile sospettare, in alcuna tavola, la reale ed effettiva bravura dell’autore, presente per altro in altre sue opere. O alla splendida mimesi biografica del volume Pascin di Sfar2 (001 Edizioni), dove la linea arricciata e nervosa sembra uscire direttamente dai quadri del pittore bulgaro e racconta, con quel movimento e quella sintesi, dei suoi affanni e delle sue ossessioni di vita. O ancora allo schematismo quasi infantile dei molti lavori di John Porcellino3, privi di profondità, privi di prospettiva, completamente immersi nella dimensione mentale e simbolica dell’autore.

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BIOGRAFISMI

La scelta dei temi da raccontare, degli episodi di vita che Gipi ripercorre, è importante tanto quanto lo stile con cui vengono rappresentati.
C’é il rapporto con la malattia e i medici, l’esperienza con la tossicodipendenza, l’indicibile del tentativo di violazione dell’intimità della sorella, la passione da ragazzo per i pirati, il rapporto con l’altro sesso, le ragazzate da bulli dell’autore e dei suoi amici. 
Le esperienze seguono un percorso frammentato. Il filo rosso è il percorso tragi-comico di Gipi verso la guarigione da un disturbo al pene, che lo porta a incontrare diversi medici e diverse delusioni e ad affrontare molte insicurezze personali. Ma nel suo insieme, tutto il materiale narrativo vuole condurre a due temi centrali: comprendere il senso della vita; affrontare i propri sensi di colpa. lmvdm_065Pur nella diversità degli intenti, dello stile e dei temi trattati, è interessante ritrovare obiettivi comuni a un altro lavoro italiano recentemente pubblicato. Si tratta dello splendido volume di Paolo Bacilieri La magnifica desolazione 4 (Kappa Edizioni, 2007). Non c’é spazio qui per approfondirne la vicinanza, tuttavia trovo curioso che entrambi i lavori, fortemente personali, riguardino la ricerca del proprio posto nel mondo e di quel momento sfuggente e meraviglioso nel quale ci si sente in armonia con la vita. In uno, LMVDM, c’é un viaggio coi pirati che porta alla consapevolezza che la felicità è comprendere quello che siamo e qual è la nostra vocazione; nell’altro, La magnifica desolazione, c’é un viaggio nello spazio che è percorso meraviglioso di allontanamento e ritorno al momento presente, al senso di appartenenza.

Unico rammarico personale rispetto a LMVDM è che il pudore di Gipi, che percorre tutto il racconto con connotazioni diverse, porta l’autore a ridurre a una sola vignetta, nel finale, quello che dovrebbe essere il momento più importante della storia. è un passaggio delicato, che si apre con la limpida sequenza in cui l’autore impara a nuotare; puro minimalismo poetico. 

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Ma le ultime parole, “C’era amore dappertutto“, dette da dietro gli occhiali dell’infanzia, quelli formati dalle dita delle mani, precedute da “Come dire?“, sembrano scivolare velocemente, voltata l’ultima pagina, tra i volti dei personaggi onirici che affollano la mente dell’autore. Con il caos della metropolitana davanti agli occhi, mentre ne indoviniamo i rumori, l’odore, il movimento, Gipi ha la consapevolezza dell’armonia, della congiunzione con la vita, con il “pianeta terra”.
Ecco, forse questo momento, che considero uno di quegli accadimenti trasformativi nella vita di ognuno, avrebbe meritato più spazio, più dimensione.
Che Gipi abbia avuto il timore di cadere nel patetico? Tanto da strappare dalla pagina il potere evocativo e la poesia che da quell’accadimento sarebbe potuta sbocciare? Sembra un finale frettoloso, quasi meccanico, quando invece si suppone rappresenti il senso, la chiave di lettura di una vicenda, se non di una vita. Che sia anche questo un segnale incontrovertibile di alcune idiosincrasie dell’autore? Quel suo parlare a mezza voce di cose grandi, importanti, che la sua sensibilità gli permette di cogliere chiaramente, ma che egli non sembra in grado, forse, ancora, di manifestare per quella che è la sua reale forza e importanza.

Abbiamo parlato di:
LMVDM La mia vita disegnata male
Gipi
Coconino Press
144 pagine, brossurato, bianco e nero e colore – 12,00€

Riferimenti:
Il blog di Gipi: giannigipi.blogspot.com
Il sito di Coconino: www.coconinopress.com
Il sito di Fusi Orari: www.fusiorari.it


  1. Per un approfondimento su Anders Nilsen: www.lospaziobianco.it/4350-innovatori-fumetto-indipendente 

  2. Un breve articolo su Pascin di Sfar: www.lospaziobianco.it/4631-Pascin-vita-arte-Sfar 

  3. Per approfondire la conoscenza del lavoro di John Porcellino: www.lospaziobianco.it/3896-scoperta-John-Porcellino 

  4. Un articolo su La Magnifica Desolazione di Bacilieri: www.lospaziobianco.it/4035-magnifica-desolazione 

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